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Nuovo nome e nuovo formato per lo smartphone che si piazza nella fascia di mercato più presidiata. Design e CPU sugli scudi nella recensione di StartupItalia!
Pare che al Mobile World Congress non ci sarà l’annuncio del tanto chiacchierato P20, la prossima ammiraglia di Huawei: ma non disperate, chi vuole un nuovo smartphone Huawei a tutti i costi oggi ha un’alternativa. Il nuovo P Smart è un terminale di fascia media, quella che si muove tra 200 e 300 euro e che stravende nei negozi e online: il design è ispirato al P10, il processore montato è nuovo e a bordo c’è già Android 8.0 Oreo. Ma vediamo nel dettaglio tutte le qualità (e qualche limite) del nuovo terminale dell’azienda cinese.
Bello dentro (e fuori)
Le linee del nuovo P Smart ricordano molto quelle del P10: bordi arrotondati, schermo FullView, doppia fotocamera posteriore. Da sottolineare il peso contenuto del terminale, siamo attorno ai 140 grammi, e la costruzione quasi tutta in metallo e vetro. Si impugna comodamente il P Smart, ergonomicamente ci è piaciuto: le linee sono filanti (la fotocamera, doppia, posteriore sporge appena), il frontale è pulito con cornici dello schermo ridotte e il lettore di impronte sta al posto giusto sul posteriore.
Certo mancano le finezze da primo della classe: le antenne sono piazzate sul posteriore dietro due bande di materiale plastico che stanno sopra e sotto, tutto sommato non sono neppure male visto che sono ben assemblate e ben colorate. La differenza rispetto alle antenne integrate nella cornice, come accade sui modelli più prestigiosi, c’è ed è innegabile: ma qualche compromesso va pur fatto per riuscire a contenere i posti, e tutto sommato questo è accettabile.
Tra l’altro da sottolineare come però dietro quelle due bande ci siano ottime notizie sul piano della connettività: c’è ovviamente il 4G (Cat 6), e le antenne di Huawei ormai sono ottime su tutti i modelli, ma c’è anche il supporto per il WiFi a 2,4 e 5GHz e un doppio Bluetooth. Quest’ultima è la vera chicca: è un particolare piuttosto raro, è la prima volta che compare in uno smartphone dell’azienda cinese, e consente maggiore flessibilità d’uso perché consente di tenere collegato contemporaneamente due dispositivi al telefono. In macchina con autoradio e auricolare, in casa con due altoparlanti Bluetooth: sono diversi gli impieghi che si possono trovare per questo dettaglio tecnico.
Lo schermo, come abbiamo detto, è di tipo FullView: tradotto significa che è nel nuovo formato 18:9, più lungo e stretto dei precedenti, particolare che permette di adottare diagonali maggiori senza aumentare le misure complessive. Nello spazio che lo scorso anno occupavano 5,2 pollici quest’anno ci va un 5,65, tecnologia IPS e risoluzione FHD+ (2160×1080): non è un AMOLED, quindi consuma un pochino di più, ma molto belli i colori e buona la leggibilità anche in pieno Sole.
Sotto il cofano c’è il Kirin 659: un bell’octa-core con frequenza massima di 2,4GHz e abbinato a 3GB di RAM e 32GB di storage. Benchmark alla mano, il Kirin 659 è un bel processore: consuma il giusto, ha le performance che fino a un anno fa era quelle di un processore di fascia alta, unito ad Android 8.0 fa girare proprio bene il telefono che non mostra alcun rallentamento. Peccato che la batteria sia solo da 3.000mAh: avremmo preferito qualche grammo in più e una capienza superiore, e magari il connettore Type-C invece che il “vecchio” micro-USB, visto che con l’uso intensivo questo P Smart non riesce sempre a portare a termine la giornata senza bisogno di una ricarica in itinere.
La fotocamera (doppia)
Fin qui tutto quello che ci ha convinto del P Smart. Non possiamo dire male neppure della fotocamera anteriore, quella per i selfie, che con 8 megapixel e una lente F/2 si comporta bene e realizza scatti interessanti. Quello che ci ha convinto meno è la fotocamera posteriore, doppia, che adotta un nuovo schema da 13+2 megapixel.
Chiariamo subito, non parliamo di una dual-camera come quelle del P10 o del Mate 10 Pro: in questo caso non ci sono due sensori che lavorano di concerto per tirar fuori da uno scatto bianco&nero e uno a colori combinati in una singola foto. Nel caso del P Smart la seconda fotocamera da 2 megapixel serve a gestire al meglio la messa a fuoco, sfruttando contemporaneamente entrambi i sensori per rendere più rapido il procedimento.
Il risultato non è sempre ideale: con la release del firmware testato (8.0.0110 C900) ci sono state delle circostanze, soprattutto con luce scarsa, nelle quali c’è voluto qualche attimo in più per riuscire a mettere a fuoco il soggetto della foto. Quando cala il buio si abbassa anche la qualità dello scatto, c’è parecchio rumore nella foto: un peccato perché di giorno invece gli scatti non sono male, anche se i colori sono un po’ “caldi” rispetto alla realtà. Sono entrambi aspetti che potrebbero migliorare con un aggiornamento del software, vedremo se Huawei interverrà in futuro.
Meglio precisare, comunque, che stiamo parlando di uno smartphone di fascia media: non ci si può attendere che scatti foto come i flagship. La fotocamera del P Smart si muove sempre sul livello della sufficienza.
Quanto costa (il P Smart)
Prezzo di lancio del P Smart fissato a 259 euro: una cifra che lo piazza proprio nel bel mezzo della massima concorrenza sul mercato, un terreno davvero sfidante che lo vede confrontarsi con terminali ciascuno dotato di un punto di forza che lo distingue dagli altri.
Cosa può mettere in campo il P Smart? Beh, cominciamo col dire che il prezzo su strada è già calato sotto i 230 euro. Continuiamo a dire che il fatto che sia già equipaggiato con Android 8.0 è un’ottima notizia: EMUI 8.0, l’interfaccia Huawei, non è il massimo sotto il profilo estetico ma è funzionale e funziona bene. Nella confezione di vendita ci sono anche un caricabatterie da 2A e delle cuffie, che non guastano mai.
Sono queste le armi che sfoggia il P Smart. Il design del terminale è azzeccato, il richiamo a quello del P10 una bella idea. Le colorazioni disponibili, soprattutto quella blu, molto di moda. Peccato per la fotocamera, ci saremmo aspettati qualcosa di più: resta un telefono equilibrato, che senz’altro otterrà buoni risultati di vendita anche grazie alla popolarità del marchio Huawei.