Il primo foldable di casa Huawei è un prodotto interessante. Che sconta solo i limiti di una tecnologia che deve ancora maturare appieno
Se mi chiedessero quale smartphone vorrei in regalo per il mio compleanno, senza alcun limite di spesa o di possibilità in termini di caratteristiche, forse chiederei proprio un Huawei Mate XS: lo farei a ragion veduta dopo averlo provato, pur consapevole che la tecnologia dei foldable è ancora vittima della sua giovane età. Intendiamoci, sono prodotti affascinanti e avveniristici: ma sono davvero pronti per il mercato di massa? La risposta è senza ombra di dubbio no, e lo dimostra anche il prezzo di vendita: ma, soprattutto, la verità è che se il Mate XS incarna appieno ciò che mi aspetterei da uno smartphone con display pieghevole, forse non abbiamo ancora scovato quale sarà la strada giusta per questo settore. Questa recensione potrebbe in effetti chiudersi qua: ma ho ancora qualcosa da aggiungere.
Lo schermo bis-valido
Nella pratica, attualmente, ci sono di fatto 4 modelli di foldable-smartphone in commercio: uno è di Motorola, due sono di Samsung e uno è di Huawei. C’è anche altro, volendo, ma il grosso della faccenda è questo: e questa piccola rosa di concorrenti mette già in luce quali sono i due approcci fin qui seguiti per questa tecnologia. O un telefono che diventa doppio quando si apre lo schermo, o un “mezzo telefono” che diventa un telefono “normale” una volta aperto. È un po’ la stessa sfida che abbiamo vissuto all’epoca di StarTac e Nokia 2110: candybar o clamshell? Meglio compatto che alla bisogna diventa un po’ più grande, o normale che diventa molto più grande?
La storia non ha mai decretato un reale vincitore, e oggi se possibile siamo ancora più indietro nella evoluzione di questa nuova categoria: perché siamo alle prese con una tecnologia simile ma declinata in molti modi diversi (il tipo di pannello usato, il tipo di protezione del pannello pOLED, la cerniera, il verso di piegatura, l’angolo di piegatura) e ciò rende ancora più difficoltoso stabilire un reale “vincitore” in questa sfida. Da parte sua, Huawei punta a un design che a me piace molto: lo schermo è tutto sempre fuori, in mostra, visibile, ma si attivano le due metà (il pannello è sempre e comunque uno soltanto) in modo indipendente a seconda dell’uso, oppure entrambe assieme a formare uno schermo unico quando si ha bisogno di spazio.
Rispetto al panorama attuale questa è a mio avviso la scelta vincente: perché il Mate XS è usabile pienamente e comodamente anche da chiuso, e quando si apre (in modo naturale e comodo, ma servono due mani) offre un’esperienza d’uso ancora migliore. Quindi potrete usare un telefono in tutto e per tutto identico a quanto siete abituati, sempre e comunque: e mentre siete sul Browser passare a una versione espansa della finestra, o combinare assieme fino a tre app sulla diagonale da 8 pollici che non fa rimpiangere neppure un tablet di fascia alta.
È un modo diverso di concepire il telefono: è più ingombrante da tenere in tasca, o da impugnare (due mani: ripeto sempre meglio due mani), ma basta un clic sul pulsante di sblocco del meccanismo a cerniera per allargare l’immagine. State navigando sul sito di un quotidiano, decidete di leggere un articolo: clic, impugnate il telefono dalla sporgenza che contiene le fotocamere ed è tutta un’altra storia. Nell’immaginario fantascientifico, siamo quanto più vicino possibile a quanto visto o descritto al cinema e nei libri.
Tutto perfetto, o quasi
L’esperienza d’uso per hardware e software, schermo a parte, è identica a quanto visto su Mate 30 Pro e P40 Pro: processore Kirin 990 con modulo 5G, scheda grafica Mali-G76 a 16 core, 8GB di RAM. C’è la EMUI 10, basata su Android 10 (senza GMS, solo HMS: quindi no Play Store, sì App Gallery), non vi mancherà la possibilità di installare tutte o quasi le app che vi sono familiari. Anzi, va detto a tutto merito di Huawei che nelle ultime settimane stiamo vivendo un progressivo aumento di titoli interessanti (app di banche, giochi, intrattenimento) che testimoniano il costante impegno per far progredire la propria piattaforma.
La fotocamera assomiglia molto a quella del P30 Pro, e offre ottime prestazioni: niente selfie-camera perché non serve, semplicemente si usa il modulo principale (con i suoi 40 megapixel molto buoni) sfruttando metà schermo da chiuso per inquadrarsi e scattarsi una foto. Il resto delle performance è decisamente simile al P30: stesso tipo di gamma dinamica negli scatti, stesso tipo di performance ultrawide e alla sera, stesso tipo di video e c’è il sensore ToF. Non siamo al livello dell’eccellente P40 Pro, ma non rimarrete delusi.
Dove stanno i compromessi fatti per costruire il Mate XS è presto detto: le dimensioni e il peso non possono essere necessariamente ideali, parliamo di 300 grammi abbondanti e uno spessore di 1,1cm da chiuso (5,4mm una volta aperto), che tuttavia sono gestibili. Poi lo schermo: va benone, l’OLED montato è luminoso e offre una bella definizione (2.480×2.200), però è pur sempre protetto da un doppio strato di plastica che a lungo andare potrebbe presentare qualche graffio (soprattutto perché esposto alle insidie della tasca dei jeans o della borsetta). Molto meglio si comporta la batteria da 4.500mAh: nonostante 8 pollici di schermo regge alla grande a una giornata intera lontano dalla presa.
A voler cercare il pelo nell’uovo possiamo dire che manca qualcosa: la soluzione Samsung per il suo Fold nella gestione delle finestre è differente (ma equivalente: mostra comunque tre app sullo schermo in contemporanea), e forse risulta più “naturale” o “familiare” rispetto a quella adottata da Huawei. Più azzeccato, e anzi efficace, il riconoscimento dell’impronta integrato nel pulsante di accensione: è la soluzione che mi piace di più in questo periodo, perché è esteticamente appagante e super-veloce nel funzionamento.
Un foldable non è (ancora) uno smartphone per tutti
A 2.599 euro, l’acquisto di un Mate XS non è proprio alla portata di tutti: la tecnologia degli schermi flessibili è costosa, ancora complessa da costruire e realizzare, e richiede un processo di produzione (dalla catena di montaggio fino alla confezione di vendita, e al trasporto) che è differente da quella degli altri smartphone. La scatola del Mate XS è più grossa, sul suo schermo è applicata una pellicola speciale (non rimuovetela!), in confezione troverete un caricabatterie da ben 55W che è praticamente un missile nel ricaricare lo smartphone: poi in Italia Huawei offre allo stesso prezzo anche una bella fondina di pelle per il telefono che non guasta (oltre a un bumper di gomma nella scatola), insomma è un prodotto “vip” a tutti gli effetti.
Qualsiasi considerazione sul software di bordo, che non dispone dei Google Mobile Service, lascia onestamente il tempo che trova: se si sceglie il Mate XS lo si fa per le caratteristiche uniche del suo design e della tecnologia impiegata, perché si vuole provare la molto promettente tecnologia dei display flessibili che tuttavia va ribadito è ancora nella sua infanzia. Bisogna aver cura dello schermo di questo smartphone, il punto più delicato dell’intero pacchetto, che tuttavia nel complesso è già piuttosto maturo: il meccanismo della cerniera sembra solido, l’autonomia è ottima, il software studiato da Huawei per equipaggiarlo è più simile a quanto siamo abituati a vedere sui tablet per quanto attiene la presenza di più app sullo schermo (ed è un bene).
Se il prezzo non è un problema e volete provare un display pieghevole, il Mate XS è un’ottima scelta: è comodamente utilizzabile anche senza dover agire sul meccanismo di apertura (da chiuso è un buon telefono, anche se un po’ spesso e pesante), da aperto offre un’esperienza d’uso eccellente. È il primo prodotto di questo tipo lanciato da Huawei, che senz’altro in futuro offrirà soluzioni differenti: ma è anche un prodotto che in un anno di vita, circa, dalla sua prima presentazione è “invecchiato” molto bene per quanto attiene il valore complessivo. Design, hardware, software: tutto è stato ottimizzato prima dell’arrivo effettivo in commercio. Impossibile fare lo smartphone perfetto al primo colpo: ma questo primo tentativo di Huawei è decisamente ben riuscito.