I nuovi terminali di fascia alta della coreana si dividono tra chi fa grandi cose con le mani, e chi è pronto per la prossima generazione di connettività
Diciamo che un annuncio di non una, ma due ammiraglie, allo stesso tempo, non si vedeva da un po’ a Barcellona. Sempre più spesso i marchi preferiscono la ribalta personale, magari in un evento dedicato in giro per il mondo, al caos della fiera: invece quest’anno non solo la concorrenza ha fatto annunci importanti, ma LG addirittura ha portato due nuovi terminali di fascia alta in mostra. Uno senz’altro arriverà molto presto da noi, l’altro dovremo aspettare: non perché non sia pronto, ma perché è talmente nuovo che non ci sono ancora le reti 5G pronte da sfruttare.
LG V50 ThinQ: il mio primo 5G
Un terminale bello, potente, moderno: semplice nelle linee, essenziale, a cui non manca niente. Lo potremmo riassumere così il nuovo V50 di LG, che è piuttosto sottile (8,3 millimetri) pur incorporando una bella batteria da 4.000mAh: tanta energia servirà a tenere a bada l’affamata nuova connessione 5G, sebbene da Seoul fanno sapere che il lavoro svolto ha reso possibile mettere assieme un terminale che non scalda e non consuma più di quanto non faccia un comune smartphone 4G.
Bello anche lo schermo frontale da 6,4 pollici, un OLED luminoso che ha una tacca non troppo ingombrante: è perfettamente a filo con il bordo della scocca, creando una bella simmetria col posteriore in vetro da cui a sua volta la fotocamera non sporge affatto. La risoluzione del display è QHD+ (3120×1440), e un altro dato da sottolineare è l’adozione del nuovo Snapdragon 855 di Qualcomm abbinato al modem X50 dello stesso produttore: questa sembra la piattaforma scelta dalla maggior parte delle aziende per avviare la transizione al 5G, ma oltre alla nuova connessione è in grado anche di offrire ottime performance sia per la vita di tutti i giorni che per i giochi e le applicazioni multimediali.
La quantità di citazioni da fare, parlando del V50, è infinita: certificazione IP68 con in più tutta una serie di specifiche militari rispettate per garantire massima robustezza, quad-DAC per audio ad alta fedeltà con speaker stereo Boombox a bordo (certificazione DTS:X), ovviamente riconoscimento del volto e delle impronte digitali con sensore sul posteriore. E sul posteriore trova posto anche la tripla fotocamera: 16+12+12 megapixel per, rispettivamente, grandangolo, focale standard e teleobiettivo 2x. Sul frontale la fotocamera è doppia (8 megapixel focale standard, 5 megapixel per il grandangolo da usare nei selfie).
Infine, da sottolineare un accessorio che, anche se non sappiamo ancora quanto costerà, aumenta in modo considerevole l’appeal del V50: vale a dire il Dual Screen, una sorta di cover a libretto per il terminale che comprende un secondo display OLED da 6,2 pollici. Si collega agganciandolo al V50 (e si connette a quest’ultimo con 3 pin sul posteriore), e amplia lo schermo in modo analogo a quanto visto su altri terminali: si hanno due display al posto di uno, utile per giocare o per chattare mentre si naviga, o per guardare un film e contemporaneamente fare altro ancora. Il secondo schermo è sempre e comunque alimentato dal telefono, niente carica aggiuntiva.
L’elefante nella stanza, naturalmente, è il 5G: che è poi anche il motivo per il quale il V50 non arriverà subito da noi o altrove. La prima rete compatibile e commercialmente pronta dovrebbe essere quella di Sprint, negli USA, ed è proprio lì che debutterà questo terminale. Da noi comunque arriverà, probabilmente a cavallo dell’estate: ci sono in corso trattative con diversi operatori, tra cui TIM e Vodafone, ed è solo questione di avere un’offerta commerciale 5G pronta per il lancio anche nel Belpaese.
G8 ThinQ, da noi arriva l’S
G8, anzi G8s: questa è la variante che sbarcherà in Italia nel giro di qualche mese, forte di una scheda tecnica interessante e soprattutto di un sensore/accessorio che farà discutere e renderà acceso il dibattito sul futuro delle interfacce naturali. Stiamo parlando del sensore tridimensionale che misura i valori di TOF, time of flight: è piazzato sul frontale, nella tacca accanto alla fotocamera selfie, ed è capace di tracciare una mappa tridimensionale accurata dell’ambiente e del soggetto ritratto per svolgere compiti relativi all’interfaccia e non solo.
Per esempio, si possono avvicinare le mani allo schermo per sbloccarlo: il sensore TOF legge il reticolo venoso delle nostre mani, un valore unico che ha meno di 1/1.000.000.000 di possibilità di errore (ovvero la possibilità che due individui siano confusi è inferiore a quella delle impronte digitali), e restituisce l’accesso al telefono. Se poi lo schermo è già attivo si possono usare delle gesture senza toccare fisicamente il terminale: per cambiare app, alzare volume, cambiare canzone. Un’idea carina anche per l’uso, tanto per fare un esempio, in auto: non si deve mettere le mani sul telefono, solo compiere dei gesti davanti a esso. Lo abbiamo provato e ci vogliono pochi secondi per capire come funziona, a che distanza e dove mettere la mano per usarlo: poi si comincia a gesticolare davanti al telefono, un’idea carina che tuttavia non è necessariamente quella capace di fare la differenza.
Più probabile che sia la fotocamera il piatto forte: il G8s che arriva da noi monterà comunque la tripla fotocamera posteriore completa (13+12+12 megapixel), che dovrebbe restituire sulla carta ottime immagini. La fotocamera frontale unisce poi 8 megapixel al sensore TOF (o z-camera): sfocato perfetto e rieditabile, pure nei video!, un bel passo in avanti in termini di qualità complessiva nello scatto o nella ripresa.
Altro dettaglio sfizioso: non sembra ci sia capsula auricolare sul G8, e quel ruolo è svolto direttamente dallo schermo. Si tratta di una tecnologia che in passato aveva già fatto capolino altrove, ma che non si era mai vista (a memoria di chi scrive) così implementata su uno smartphone. Il risultato è una bella qualità audio e una pulizia estetica ancora superiore: le chiamate all’orecchio sono buone, soprattutto l’approccio super-minimalista del G8 per le sue linee lo rende più filante possibile.
Certificazione IP68 e processore Qualcomm Snapdragon 855, a questo G8s non manca praticamente nulla: lo schermo è un POLED da 6,2 pollici FHD+, c’è lo speaker stereo (ma non Boombox), c’è un tasto dedicato al Google Assistant. L’unica cosa che manca, per ora, è il prezzo: sappiamo che dovrebbe arrivare prima dell’estate, non sappiamo ancora a che prezzo. LG dice di stare lavorando per tenerlo sotto gli 800 euro: un bel risultato, se raggiunto, che lo renderebbe uno dei flagship meno costosi al momento.