Ci sono già alcuni esempi di utilizzo della blockchain per la tutela del diritto d’autore soprattutto nel campo musicale e il 60% dei manager pensa che in futuro non se ne potrà fare a meno
Moozicore, azienda polacca, ha messo a punto un servizio di streaming musicale completo basato su blockchain e rivolto al settore B2B, con i clienti al centro del loro modello di business. Questa è solo l’ultima di una serie di aziende che hanno deciso di difendere il copyright con la blockhain. Dopo Choon che con la blockchain e le criptovalute mira a tutelare gli artisti che in questi ultimi anni tendono ad essere vessati dalle politiche delle grandi major discografiche, sono arrivate Musicoin, una piattaforma peer to peer di streaming musicale gratuita basata su blockchain che si prefigge di compensare in modo equo e diretto musicisti, sviluppatori e “miners”, poi è stata la volta di Aventus per il ticketing ed ora ecco Mooozicore per la clientela “business”.
La Blockchain e la tutela del copyright
La tecnologia Blockchain è al centro delle discussioni da un po‘ di tempo ormai, proprio in relazione ai suoi possibili impieghi in settori che riguardano la privacy e la tutela dei diritti di autore. Per questo molte importanti aziende tecnologiche hanno testato vari progetti pilota per verificare la fattibilità della tecnologia e dei suoi casi d’uso. Uno dei settori in cui la tecnologia appare più promettente pare essere proprio quello legato alla tutela del copyright e dello streaming di film e brani musicali ad esso correlati. Questo perché la Blockchain è una catena di blocchi che vengono registrati in un libro mastro, che non può essere modificato e che perciò rimane immutato e facilmente controllabile.
Un archivio che non cancella i dati
La mancanza di intermediari quasi azzera la possibilità di errori, di malfunzionamenti e di comportamenti illeciti. Ecco perchè questa tecnologia potrebbe essere di grandissimo aiuto nella funzione di certificare ogni utilizzo da parte di un utente e ripartire il dovuto agli aventi diritto. Si tratta, infatti, di un archivio condiviso decentralizzato, ma senza la possibilità di cancellare dati: utilizza lo stesso concetto del libro mastro digitale sul quale vengono annotati i movimenti del Bitcoin. Un sistema che fa leva sulla fiducia dei suoi utilizzatori e che non può essere in nessuna maniera disillusa, può rappresentare un traguardo importante per un settore che sta registrando numeri di tutto interesse. Basti pensare che nel 2017 i ricavi totali del mercato discografico mondiale sono stati, secondo il Global Music Report 2018 dell’IFPI, circa 17 miliardi di dollari. Per la prima volta i ricavi digitali hanno superato la metà di tutte le entrate, a cui lo streaming contribuisce con il 38%. Il problema è che di questo “bottino” gli artisti, coloro che creano il carburante di questa macchina d’affari, ne sono gli ultimi e negletti beneficiari.
Il mercato B2B
Ecco che allora aziende come Choon, Media Chain o la italiana Bitsong, nascono proprio con l’intento di coniugare l’esigenza degli utenti di scaricare musica in streaming con quella degli artisti di ricevere quanto dovuto, proprio grazie alla tecnologia Blockchain di Ethereum, la innovativa rete blockchain che permette la stipula dei cosiddetti “smart contract” fra più parti. I servizi di streaming Moozicore cercando di andare incontro proprio alle esigenze di milioni di sedi di business in tutto il mondo, dove la musica di sottofondo gioca un ruolo fondamentale nel mantenere un sano rapporto business-cliente, che si tratti di palestra, bar, ristoranti, hotel o i numerosi luoghi di lavoro, dove la musica viene utilizzata per mantenere e attirare i clienti.
Pertanto, Moozicore mira a valorizzare questa industria ampiamente diffusa e non sfruttata, permettendo il contrasto della pirateria e della evasione dei diritti di copyright. Il servizio si rivolge direttamente a queste aziende con una playlist di milioni di brani con licenza di generi diversi che possono essere utilizzati legalmente per essere ascoltati. I clienti diventano i veri beneficiari, in quanto ottengono il vero potere democratico di scegliere il tipo di musica che si potrebbe suonare in questi luoghi. I clienti possono utilizzare l’ applicazione Moozicore e utilizzarla nei loro bar preferiti, in palestra o al ristorante per votare la traccia successiva da riprodurre in quella sede. L’applicazione collega l’utente direttamente alla sede e consente loro di controllare democraticamente l’atmosfera del luogo. Inoltre, li informa di diversi luoghi in cui viene riprodotta la loro scelta musicale.
Quindi, anche se i servizi sono pensati per i rapporti B2B, i clienti hanno comunque la possibilità di scegliere la musica che vorrebbero ascoltare. Essi, infatti, non solo possono scegliere e votare la canzone che vogliono, ma anche importare la loro playlist musicale personale da altri servizi di streaming come Spotify o Apple Music. Uno dei grandi problemi del settore, abbiamo visto, è la difficoltà di tener traccia di chi ha contribuito a creare una canzone (artisti, tecnici, produttori ecc.) in modo da poter adeguatamente distribuire le royalties. Queste informazioni sono memorizzate in database diversi (quelli delle case discografiche per esempio) che non comunicano tra di loro; i metadati che accompagnano i file sono spesso incompleti e possono contenere informazioni non aggiornate.
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Il 60% dei manager crede che si utilizzerà sempre di più laBlockchain
L’industria musicale è piuttosto complessa con molte anomalie legali e problemi di copyright. La blockchain può allora svolgere un ruolo fondamentale in questo campo. Secondo una ricerca di McKinsey su 800 executives di grandi aziende mondiali del settore, emerge che il 58% di questi manager è convinto che oltre il 10% del del global GDP farà riferimento a forme di “storage” basate sulla Blockchain. Nella ricerca la società di consulenza cita come esempio Peer tracks una piattaforma che permette lo streaming di video musicali con il pagamento dei diritti direttamente agli autori proprio grazie alla blockchain. Lo stesso servizio che realizza Choon, in cui i diritti delle canzoni scaricate verranno pagati direttamente agli artisti tramite notes, che è la criptovaluta che alimenta la piattaforma. I pagamenti saranno effettuati quotidianamente e non come adesso dopo alcuni mesi.
Tornando invece a Moozicore, il 5 Luglio è partito il suo IEO ( una sorta di quotazione sui mercati delle criptovalute) . Il token nativo Moozicore Gold (MZG) fungerà da combustibile per l’ecosistema Moozicore, dove i clienti potranno utilizzarlo per pagare una pletora di servizi in-app e anche il commercio su un numero di scambi, che sarà elencato subito dopo l’inizio della IEO. Al fine di mantenere un’economia della domanda di offerta, l’azienda ha anche messo a punto un innovativo “Programma Token Burn” che promette di estrarre una determinata porzione di token MZG dalla fornitura in circolazione. Il programma di masterizzazione di token utilizza il 10% delle entrate in-app come importo di riferimento per il programma di riacquisto, e questi token verrebbero eliminati dalla circolazione per sempre, garantendo il valore del token nel lungo periodo.