Restorative Neurotechnologies, la startup medtech palermitana di Massimo Olivieri ha fornito risultati interessanti sui malati di Alzheimer, Parkinson, Ictus ed epilessie che hanno utilizzato gli occhiali prismatici Mindlenses, che ora si preparano a sbarcare all’estero
Era il 2016 quando Neuroteam brevettava i Neurogoggles (oggi Mindlenses), occhiali prismatici che aiutano pazienti affetti da ictus, demenze come l’Alzheimer, Malattia di Parkinson ed epilessie a riabilitare alcuni funzionamenti neorologici legati alla memoria, al linguaggio ed alla vista.
Da allora il team del fondatore, Massimo Olivieri, professore ordinario di neuroscienze cognitive all’Università di Palermo, ha portato avanti numerose attività e oggi, il progetto ha tutte le carte in tavola per poter aiutare moltissime persone in Italia e oltralpe.
Come sono nati gli occhiali prismatici Mindlenses
“L’innovazione è avvenuta grazie a intuizioni molto semplici: abbiamo pensato che i serious games già sul mercato, grazie agli occhiali prismatici, potessero stimolare elettricamente alcune regioni cerebrali addette al corretto funzionamento del linguaggio, della percezione visiva e della memoria. Abbiamo eseguito test per 10 anni e quell’intuizione si è rivelata essere corretta. Da qui abbiamo deciso di sviluppare un device e molti software che fossero tecnologicamente ‘semplici’: gli strumenti infatti non vengono innestati nel cervello, ma sono dei normalissimi wearable devices, che agiscono modificando l’eccitamento cerebrale di alcuni funzionamenti dell’organo in maniera non invasiva”, spiega così, Olivieri, la nascita del progetto.
Si riconoscono subito i veri innovatori: riescono in qualche modo a trasmetterti una rivoluzione scientifica come se fosse stata un processo del tutto naturale, quasi ovvio, con un’umiltà che raramente si trova nel settore delle startup, soprattutto quando legate al MedTech.
Uno spin off dell’Università di Palermo
La verità è che il progetto nasce più di 15 anni fa all’interno di uno spin off dell’Università di Palermo. Sono stati condotti centinaia di trial clinici, avviate collaborazioni di ricerca scientifica con numerose istituzioni internazionali fra cui la Harvard University e solo a seguito di un consistente numero di dati positivi si è deciso di avviare il progetto.
“Nel 2018 abbiamo capito che i nostri device, che oggi si chiamano ‘Mindlenses’, non potevano essere ulteriormente sviluppati all’interno di Neuroteam, che rimane una società clinica e di ricerca medica” continua Olivieri. “Abbiamo quindi lanciato una nuova società, la Restorative neurotechnologies, il cui prodotto di punta sono i Mind lenses, e che ne è la responsabile dell’implementazione tecnologica, scientifica, distributiva e commerciale”.
I dati scientifici a supporto
Con la dedica di un team al completo, a metà 2019 arriva anche la certificazione del ministero della Salute a device medico di classe 1. Del resto i trial clinici non lasciano alcun dubbio: nel 100% dei casi, i Mindlenses hanno fatto registrare un miglioramento delle funzionalità percettive o di memoria nei pazienti, che in media sono migliorate del 40% dopo solamente 10 sessioni di trattamento. Ed ogni seduta dura solamente 15 minuti. Oltre a non essere fisicamente invasivo, è un trattamento anche assolutamente efficiente.
I Mindlenses sono stati progettati e sviluppati internamente dal team di Restorative technologies, che oggi conta otto professionisti. La produzione, è delegata a un’azienda produttrice di lenti prismatiche che ha sede a Sesto San Giovanni. Tutto Made in Italy insomma.
Come funzionano i Mindlenses
Il funzionamento prevedere l’utilizzo di lenti prismatiche che danno vita ad una devianza di campo visivo destra/sinistra e alto/basso, attivando una “realtà parallela” che forza il cervello a sviluppare dei nuovi codici di orientamento e comportamento per potersi muovere all’interno del nuovo contesto. Questa stimolazione elettrica provoca un risveglio delle aree cerebrali adibite alla memoria, alla percezione visiva e al riconoscimento.
Il ruolo del contesto e dei serious games
Oltre alla percezione è fondamentale il contesto: in questo senso entrano in gioco i diversi serious games. Sono ormai moltissimi e adibiti allo sviluppo dei più diversi ambiti cognitivi, come anche il calcolo e il linguaggio.
Il professionista, psicologo, psichiatra o medico che sia, monitora tutto attraverso un tablet collegato ai Mindlenses. Oltre alle lenti prismatiche, anche i software di funzionamento e i database di raccolta dati (la ricerca medica è perpetua) e le varie tipologie di serious games sono sviluppato dai medici e programmatori in house.
Con la certificazione del ministero della Salute comincia la prima distribuzione di Mindlenses ai professionisti più attenti alle novità in ambito scientifico. A oggi sono diverse decine gli psicologi e i medici che utilizzano il device non solo acquistandolo ma anche in formula di abbonamento annuale. Formula che molte volte viene scelta anche da aziende cliniche ed ospedaliere.
La conferma dai dati di “vita reale”
“I nuovi dati, non più in house, confermano quelli ottenuti dai trial clinici: dopo dieci sedute (10 giorni), tutti i pazienti sono migliorati” conclude Olivieri. “Vogliamo quindi farlo conoscere a tutti i professionisti e le aziende sanitarie e, entro un anno riuscire ad ottenere la certificazione in altri paesi, cominciando da quelli più positivamente aperti alla medicina tecnologica, come Norvegia, Svezia, Danimarca e Stati Uniti”.
Per farlo ci vogliono competenze e fondi. Per questo Restorative Technologies ha da poco ampliato la sua compagine societaria includendo, fra i soci, Italia Venture II di Cdp Venture Capital Sgr, Italian Angels of Growth, SocialFare seed e Manilo Marocco.