L’Università di Rochester ha sviluppato un algoritmo in grado di riconoscere se un tweet è stato inviato da una persona sobria o ubriaca. Servendosi anche di una piattaforma di Amazon ha costruito una mappa con i dati raccolti nell’area di New York.
Twitter ha appena compiuto dieci anni ma non smette di stupire. Nonostante negli ultimi mesi sia dato in forte crisi, continua a rivestire un ruolo importante in moltissimi campi: dalla comunicazione sociale a quella politica, dai big data al citizen journalism. Ultimo e terribile esempio sono gli attentati terroristici a Bruxelles.
Accanto a tutto ciò, però, ci sono usi più curiosi. L’Università di Rochester ha creato un algoritmo capace di riconoscere se un cinguettio è stato scritto da una persona sobria o ubriaca. Funziona solo in inglese ma, assicurano gli scienziati, ha un grande tasso di affidabilità.
I test tweet-alcolemici
Sono stati analizzati più di 11mila messaggi, postati tra il 2013 e il 2014, inviati in un’area che comprende la città di New York e la Contea di Monroe. L’algoritmo ha analizzato tutti i tweet che avessero, nei 140 caratteri, elementi riferibili all’essere ubriachi, all’assunzione di bevande alcoliche e alla partecipazione a feste selvagge.
Ma per raggiungere un certo grado di affidabilità, lo studio si è affidato ad una piattaforma di Amazon: Mechanical Turk. In questo modo è stato possibile isolare determinati tweet in base a parole chiave specifiche, capire se i tweet venissero inviati da case private o da luoghi pubblici, individuare se i tweet inviati fossero gli ultimi in una specifica, e difficile, giornata.
La mappa degli ubriachi
Tutti i dati catturati dall’algoritmo sono stati utili per costruire una mappa e individuare le zone dove si consuma più alcol. Come ricorda Nabil Hassan, uno dei responsabili della ricerca: «Il software distingue i tweet scritti da chi ha assunto bevande alcoliche da chi parla genericamente di questi temi. In che modo? Dando un punteggio alle parole».
Sono stati esclusi, dunque, tutti i messaggi del tipo: «Che serata noiosa, nessuno qui beve».
Lo studio potrebbe diventare uno strumento efficace per conoscere meglio un fenomeno che coinvolge sempre più minorenni. Sarà possibile capire in quali parti della città si verifica un maggiore abuso di sostanze alcoliche ed elaborare così statistiche, anche in tempo reale, su un fenomeno da combattere. Il risultato di questa particolare analisi antropologica è stata pubblicata sulla rivista arXiv.
Fonte: https://www.cs.rochester.edu/u/nhossain/GeoDrink-Hossain-ArXiv-2016-paper.pdf