Le #Bicimaquinas sono macchine create riciclando vecchie biciclette: smerigliatrici, trebbiatrici, macchine per piastrelle, sgranatoi per noci, frullatori (e molto altro) che funzionano senza elettricità. E hanno cambiato la vita in un paese povero del Guatemala.
Ci sono storie che improvvisamente piombano sullo schermo del tuo computer senza che tu possa farci niente. Non importa se è notte, tutto fuori è buio e l’ora è tarda. Sono storie che spesso vengono da lontano e che emanano un profumo strano. Un profumo che, per essere compreso, va approfondito. Quella che vi racconto oggi, ne è un perfetto esempio. Viene dal Guatemala, un piccolo e difficile paese dell’America Centrale e si chiama Bicimaquinas. I suoi ingredienti? vecchie biciclette, il riciclo, la solidarietà e l’ingegno umano.
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Una ONG speciale
Maya Pedal è una ONG, nata nel 2001, che ha sede a San Andrés Itzapa, una piccola cittadina rurale nel centro del Guatemala. L’associazione, per migliorare la vita degli abitanti, ha innescato un meccanismo che parte dal concetto di recycle, ovvero riutilizzo dei rifiuti, rinascita delle cose. In questo caso si parla di vecchie biciclette che vengono donate, soprattutto dagli Stati Uniti e dal Canada, e che qui ritrovano piena vitalità.
La filosofia è semplice: nessun pezzo dev’essere buttato. Le biciclette in buono stato vengono aggiustate e vendute mentre quelle conciate peggio subiscono una completa metamorfosi. Mani esperte, in poco tempo, recuperano tutte le componenti che ancora possono diventare parte di qualcos’altro. Le Bicimaquinas, per l’appunto.
Il potere del Pedale
A San Andrés lo chiamano così. Ed è così incredibile da sostituire la potenza dell’elettricità che in queste zone scarseggia. Ma non solo. Permette agli uomini di fare meno sforzi, di avere meno infortuni, di risparmiare gesti e azioni faticose. Le Bicimaquinas sono facili da usare e anche divertenti.
Carlos Enrique Marroquin, uno dei fautori dell’associazione, non ha dubbi: «Tutti confidano sempre più su quello facciamo perché i risultati parlano da soli».
Queste nuove macchine si costruiscono in maniera molto veloce, con materiali semplici, disponibili anche nelle zone più povere del Guatemala. E possono essere usate ovunque senza produrre inquinamento e fornendo un continuo e sano esercizio fisico.
Quali macchinari nascono con le biciclette?
Gli artisti guatemaltechi (sì, parliamo di artisti!) sono diventati dei veri maestri. Oggi fanno sistemi idraulici elementari (pompe per l’acqua soprattutto), smerigliatrici, trebbiatrici, macchine per piastrelle, sgranatoi per noci, frullatori (per fare saponi e shampoo così come i prodotti alimentari) e molto altro ancora. E il pensiero corre veloce a Leonado Da Vinci e alle sue, incredibili, macchine. Forse il paragone sembra eccessivo ma, entrambi i casi, a mio parere, sono espressione dell’ingegno umano e dell’utilizzo efficace della “tecnologia” disponibile.
E così, in pochi anni, è nato un vero e proprio laboratorio, gestito da persone del luogo e da alcuni volontari che provengono, di volta in volta, da diverse parti del mondo: «Maya Pedal è una famiglia. Tutto qui è aperto e visitabile» ricorda il suo presidente, Cesar Molina Zamora. Molte persone hanno trovato così un lavoro: producono qualcosa di utile conservando e tramandando un sapere artigiano alle nuove generazioni e agli stranieri. Ma non solo visto che, in molti casi, acquisiscono nuove tecniche da chi si offre di dare una mano. È un’officina vera, di vita e mestiere, di tradizione e innovazione.
Il sostegno internazionale
Le Bicimaquinas, negli ultimi anni, si sono affacciate al mondo che, pian piano, si è accorto di loro. Alcune organizzazioni internazionali, cooperative agricole, produttori biologici si sono interessati al progetto facendo nascere diverse collaborazioni.
Gli obiettivi sono molti e ambiziosi. Prima di tutto la nascita di un centro di ricerca che possa far crescere il movimento e portare in Guatemala una serie di tecnologie più avanzate. In secondo luogo la possibilità di rendere i disegni e progetti delle Bicimaquinas disponibili per altre realtà del mondo che potrebbero averne bisogno (trovate qui alcuni progetti scaricabili). Ultimo, ma non meno importante, il desiderio di promuovere l’agricoltura sostenibile con l’arte del recupero, del riciclo e del fare.
Alessandro Frau