Dopo 25 anni passati tra Nokia e Jolla, lo startupper “rock” Marc Dillon ha deciso di cambiare vita. Così ha fatto partire il progetto Unseen Art per rendere l’arte accessibile ai non vendenti (e non solo). Il primo passo? La Gioconda stampata in 3D.
Questa è una storia che parte da un quadro stampato in 3D. Non un quadro qualunque ma il ritratto più famoso (ed enigmatico) di tutti i tempi: la Gioconda di Leonardo Da Vinci ospitata al Louvre di Parigi. Apparentemente si tratta di una curiosità e niente di più, una notizia che è rimbalzata frettolosamente anche in tutti i portali d’informazione italiani: un’opera d’arte che, attraverso questa nuova tecnologia, viene resa accessibile a tutti.
Eppure, dietro questa notizia, c’è un’altra storia, forse ancora più bella, che lega insieme uno startupper-rockettaro, il crowdfunding e la filosofia “open source”.
Marc, da Jolla all’arte stampata in 3D
Tutto parte da una frase pronunciata dal protagonista di questa storia, un designer finlandese dal nome hollywoodiano, Marc Dillon, che ha lavorato per la Nokia prima di co-fondare una delle startup più importanti e solide del suo paese, Jolla:
«Se nasci con un braccio più corto dell’altro» spiega Marc «devi sempre provare a te stesso e agli altri di essere in grado di fare qualsiasi cosa desideri». Questa è la filosofia che non lo ha mai abbandonato e che gli ha permesso di seguire tutte le sue passioni: dal suonare la chitarra (il look in questo caso non tradisce) a sfrecciare con la moto per le strade della nazione scandinava.
Ma anche diventare uno startupper di successo e diventare il front-man di una delle aziende tecnologiche più importanti del panorama europeo (nata nel 2011 anche grazie all’italiano Stefano Mosconi). Anni vissuti senza risparmiarsi mai. Calcando palchi, facendo pitch, seguendo il ritmo della vita come in una band. Almeno fino a che Marc non sente l’esigenza di intraprendere una carriera da solista e di lasciare il gruppo con cui ha conquistato il successo. Un divorzio sancito a settembre 2015.
Stavo cercando qualcosa di diverso da fare. Volevo restituire qualcosa alle persone, qualcosa che avesse davvero un valore.
L’ispirazione per la nuova carriera arriva dalla famiglia: «Ho uno zio che è diventato cieco per colpa di un glaucoma. Ma non si è mai arreso continuando a fare tutte quelle cose che faceva anche prima della malattia». Così Marc ha pensato di elaborare una soluzione per migliorare la vita di milioni di non vedenti al mondo: «Perché non introdurre la stampa 3D nei musei?».
Quella di Marc è una missione che profuma di rinascita: «dopo 25 anni passati tra i telefonini voglio elaborare un progetto capace di creare, a livello globale, un accesso all’arte uguale per tutti». Una missione che consiste nel far sì che milioni di non vedenti possano vivere un’esperienza simile a quella che ciascuno di noi vive ogni qualvolta mette piede all’interno di un museo. Tutto grazie a nuove tecnologie come la stampa 3D e ad un progetto che si chiama Unseen Art.
Unseen Art e la Gioconda stampata in 3D
La prima cosa da fare per capire il problema è immedesimarsi nell’altro e non dare nulla per scontato: «Immaginate di non sapere cosa sia il sorriso de La Gioconda di Leonardo Da Vinci» dice Marc «Per milioni di non vedenti in tutto il mondo è proprio così».
In fondo la bellezza può essere percepita in tanti modi e non solo con gli occhi
Usando un materiale simile alla sabbia, Marc ha stampato una riproduzione fedele di uno dei quadri più importanti della storia dell’umanità: «Ci sono molte persone nel mondo che hanno sentito parlare di quest’opera per tutta la vita. Ora possono avere una maggiore coscienza rispetto a quello che il genio di Leonardo ha creato perché l’abbiamo stampata stando attenti a tutti i particolari e rendendola praticamente identica all’originale».
Per capire se la direzione intrapresa fosse quella giusta, Marc ha effettuato diversi test: «In particolare ci siamo affidati ad una ragazza, cieca dalla nascita, che ha dedicato la sua vita all’arte e alla musica. Una persona che aveva sempre sentito parlare del dipinto ma che non aveva nessun tipo di esperienza diretta».
Il risultato? Un video meraviglioso ed emozionante: «Okay, yeah. A face! Eye, eye, nose, mouth, yeah… There’s a face here!».
Una piattaforma “open” grazie al crowdfunding
Per portare avanti quest’avventura Marc ha lanciato da pochi giorni una campagna crowdfunding su Indiegogo: «La nostra rivoluzione? Portare le persone cieche all’interno di uno dei luoghi che meno sopportano: le gallerie d’arte». Per farlo vuole raccogliere 30mila dollari che serviranno a costruire una piattaforma “open source” disponibile per tutti coloro che vogliono caricare progetti simili alla Monna Lisa stampata in 3D.
La cosa più bella? Pensare ad una persona che carica un progetto a Londra e un’altra che la stampa in Texas
In questo modo sarà possibile scaricare i file e stampare in 3D opere da portare all’interno di musei e mostre. Creare, insomma, l’archivio artistico del futuro: «Unseen Art si differenzia da altri progetti simili perché sarà una piattaforma completamente non-commerciale, aperta alla condivisione di tutti e che tutti, non solo i ciechi, possono usare per vivere l’arte in una maniera completamente innovativa». Reinventarsi sempre. Come i grandi musicisti e come i grandi innovatori. Come Marc, per l’appunto.