Particelle di piombo contenute nei carotaggi rivelano la ricchezza dell’Impero romano
È incredibile quali e quante tracce lasciamo del nostro passaggio su questo pianeta.
Cosa rimane dell’Impero romano? Parliamo di una grande organizzazione che ha governato il mondo (per quello che si sapeva allora) e ha esaurito il suo ciclo vitale più di 15 secoli fa, travolta dalle invasioni barbariche. Oltre che nella nostra cultura, i segni della romanità sono ovunque.
Alcuni sono macroscopici, come le maestose rovine delle Terme di Caracalla o lo sbrecciato, ma bellissimo, Colosseo. Altri sono più nascosti ma, una volta decifrati, possono offrire delle inedite chiavi di lettura di argomenti difficili da quantificare come la storia economica dell’Impero romano.
Le carote come libri di storia
Pur non avendo documenti che ci dicano quando fosse il PIL dell’impero romano anno dopo anno, è possibile frasi un’idea abbastanza precisa studiando le carote di ghiaccio estratte dalla lontana Groenlandia.
Il ghiaccio contiene (e conserva) un accurato registro dei gas presenti nell’atmosfera che vengono catturati dalla neve che si deposita anno dopo anno e, compressa, diventa ghiaccio. In questo modo vengono studiati i cambiamenti climatici, misurando come è variata la quantità di marcatori (si tratta di isotopi dell’ossigeno) oppure dei gas serra presenti nell’atmosfera.
Per misurare il PIL dell’impero romano, invece, si misura la quantità di particelle di piombo contenute negli straterelli di ghiaccio. Il piombo deriva dall’attività mineraria dell’estrazione dell’argento nelle miniere sparse per l’Europa. I fumi prodotti vengono trasportati dai venti fino in Groenlandia dove le particelle di piombo finiscono nelle nubi e cadono con la neve e vengono conservate nel ghiaccio.
Mappa con le posizioni delle miniere d’argento sfruttate in epoca romana in Europa
La Groenlandia ci dice quanto fosse ricca Roma
Più argento (quindi più piombo) significa più ricchezza. Parliamo di quantità modestissime (frazioni di picogrammi che equivale a 1 trilionesimo di grammo) e le misure non sono certo facili. Per di più, estrarre carote di ghiaccio è un esercizio difficile e dispendioso. La ricerca è stata condotta su una carota di ghiaccio venuta male perché qualcosa era andato storto e non era stata raggiunta la base rocciosa (quindi non si era arrivati a coprire tutto l’arco di tempo congelato nel ghiaccio). I chimici archeologi hanno chiesto e ottenuto la possibilità di analizzare (cioè di fondere) la parte della carota corrispondente a un intervallo di 2500 anni tra il 1235 AC al 1257 DC. Le carote vengono accuratamente affettate e ogni fetta viene fusa per essere datata ed analizzata.
L’analisi è stata fatta in Nevada in un laboratorio gelido
Le emissioni di piombo sintomo di periodo di pace
Mettendo insieme le competenze di fisici dell’atmosfera, degli esperti dello studio del ghiaccio, degli archeologi e degli storici dell’economia, è possibile seguire (ed interpretare) le variazioni della quantità di particelle depositate anno dopo anno. Il grafico mostra un primo picco che coincide con l’espansione fenicia poi l’emissione si alza in corrispondenza dell’aumento dell’attività mineraria dei cartaginesi in Spagna e poi arrivano i romani.
Le emissioni di piombo aumentano nei periodi di pace e calano durante i periodi di guerre civili o durante le epidemie. Il periodo tormentato della fine della repubblica, caratterizzato dall’uccisione di Giulio Cesare e dalle terribile guerre civili mostra un minimo evidente che poi risale con la formazione dell’impero e la Pax Romana che copre grossomodo due secoli con oscillazioni che coincidono con guerre e pestilenze (come il vaiolo sotto Antonino che durò per 15 anni, dal 165-180, dando un durissimo colpo all’economia).
Le emissioni sono al minimo tra il 235 e il 284 DC, un momento drammatico per l’impero colpito da invasioni e poi da una nuova terribile pestilenza.
Successivamente l’economia migliorò leggermente per poi entrare nel periodo di declino che portò alla fine dell’impero romano d’occidente nel 476 DC.
Le emissioni rimarranno basse per 500 anni fino a risalire nel Medio Evo.
Si potrebbe andare oltre, spremendo altre informazioni dal ghiaccio.
Analizzando la composizione isotopica del piombo di potrebbe risalire all’origine del metallo riuscendo a capire da quali miniere veniva estratto insieme all’argento.
Nel caso vi chiedeste quanto è il livello di emissione del ghiaccio più recente, sappiate che siamo a 50 volte la pax romana. Non abbiamo più le miniere d’argento, ma mettiamo piombo nella benzina.