Dopo dieci anni dalla chiusura dell’ultimo stabilimento per la produzione delle speciali pellicole, la macchina fotografica torna in commercio con il marchio storico grazie alla determinazione di Florian Kaps. Qui tutta la storia
Tutto ha inizio nel 2005, quando il biologo austriaco Florian Kaps che lavora per la viennese Lomography decide di acquistare le pellicole Polaroid invendute per distribuirle sul proprio sito di e-commerce Unsaleable.com – unsaleable significa appunto invenduto – a un prezzo equivalente a più del doppio di quello originale. Oltre alle pellicole, Kaps mette in vendita le originali fotocamere Polaroid acquistate su Ebay e da lui stesso ricondizionate.
La nascita di Impossible Project
Dopo tre anni, lo stabilimento di Enschede in Olanda chiude – era l’ultimo rimasto attivo in Europa – e Klaps lo rileva pagandolo 180mila euro. Inoltre, versa un milione di euro per entrare in possesso delle ultime pellicole Polaroid presenti sul mercato e trasforma il marchio Unsaleable in Impossibile Project, ispirato da una celebre citazione dall’inventore delle Polaroid Edwin Land: «Non intraprendere un progetto a meno che non sia manifestatamente importante e quasi impossibile». La formula originaria delle pellicole è andata perduta, così il team di tecnici guidato da André Bosman – per trent’anni ingegnere alla Polaroid – lavora a un nuovo prodotto che raggiunge un primo ma instabile risultato nel 2010 con il rilascio delle nuove pellicole in bianco e nero. La pecca principale è lo sviluppo dell’immagine in un’ora di tempo tenendo coperto il foro d’uscita della macchina per evitare l’esposizione alla luce.
L’arrivo dell’Impossible I-1
Il salto di qualità di Impossibile Project arriva nel 2012: Oskar Smolokowski, figlio del tycoon polacco dell’energia Wiacezlaw, convince il padre a investire 2 milioni di euro per l’acquisto del 20 per cento delle quote della creatura di Klaps. Oskar inizia a collaborare come assistente di Klaps e diventa ceo dell’azienda già nel 2014. Tra il 2015 e il 2016 vengono rilasciate le nuove pellicole in bianco e nero e a colori, con tempi di sviluppo relativi di cinque minuti per le prime e di sette minuti per le seconde. Passo ancora più importante è l’arrivo dell’Impossible I-1 nell’aprile del 2016, una nuova fotocamera istantanea con flash Led, regolazione dell’esposizione e dei tempi di posa, con la possibilità di connetterla allo smartphone per scattare da remoto e impostare i parametri. Il design minimalista della I-1 – una piramide che poggia su una base rettangolare – viene curato dai designer svedesi della Teenage Engineering. La sua particolare forma ha una specifica funzione: far entrare la luce attraverso le lenti e rimbalzarla verso uno specchio inclinato di 45 gradi. Niente bottoni o display digitali.
La nuova vita delle Polaroid
Lo scorso maggio Oskar Smolokowski ha rilevato il marchio Polaroid dalla famiglia Pohlad – una delle più ricche del Minnesota e proprietaria del club di baseball Twins – che l’aveva acquisito per 70 milioni di dollari nel dicembre 2014. Impossibile Project viene ribattezzato col nome Polaroid Originals e debutterà sul mercato nelle prossime settimane con la nuova fotocamera istantanea Onestep 2 – disponibile nella colorazione bianca e grigio grafite al prezzo lancio di 120 euro – e le pellicole i-Type dedicate – il cui pacco da 8 fogli costerà 16 euro – che hanno un tempo di sviluppo stimato tra i 10 e i 15 minuti secondo le prime recensioni pubblicate in rete. Saranno inoltre disponibili pellicole compatibili con alcune Polaroid precedenti quali la SX-70, la 600, la Spectra e quelle grande formato 8×10. A ottant’anni dall’invenzione di Land, la nuova vita delle Polaroid sembra avere molti altri anniversari di fronte a sé.