A Londra, il 14 aprile, ci sarà il primo intervento chirugico su un paziente malato di tumore trasmesso in streaming e fruito in realtà virtuale. È l’inizio di una nuova rivoluzione.
La storia della chirurgia si è scritta tramandando tecniche e abilità mostrate direttamente sul campo di battaglia: la sala operatoria, il paziente e i medici, tutti protagonisti dell’antico tentativo di salvare la vita. Un secolo fa, i giovani studenti imparavano come affrontare questa missione osservando i professori operare davanti ai propri occhi, spettatori di vita e morte, seduti attorno al tavolo operatorio come in un macabro teatro.
Osservare era il presupposto per fare, e per fare bene non ci si poteva risparmiare nemmeno un pizzico di curiosità.
Le riprese in sala operatoria
Col passare del tempo vennero introdotti schermi e videocamere su cui seguire i minimi dettagli dell’intervento. I video potevano essere registrati e quindi riprodotti dovunque ampliando il numero di spettatori e facilitando lo scambio di approcci tra professionisti di tutto il mondo.
Ma tra il seguire un’operazione ed eseguirla con le proprie mani c’è un gap non indifferente. Quando le mani sono le nostre, e la vita sotto di esse dipende da noi, l’esperienza visiva non è ancora abbastanza.
Il primo confronto reale diventa quindi una sfida, dove il rischio di errore rimane alto, un errore dal significato enorme.
L’uso della realtà virtuale in sala
Ed è qui che il futuro, ormai presente, è pronto a cambiare le carte in tavola. Tra poche settimane assisteremo ad un nuovo importantissimo passo: l’introduzione della realtà virtuale nella formazione dei nuovi chirurghi.
Un intervento chirugico su un paziente malato di tumore verrà trasmesso in streaming e fruito in realtà virtuale permettendo agli spettatori di trovarsi esattamente al posto del chirurgo. Stavolta nessuno dovrà sporgersi da dietro la spalla del medico, ma “diventerà” il medico stesso, con la possibilità di guardare ogni dettaglio, cambiare punto di vista, avvicinarsi o spostarsi.
Basta avere uno smartphone oppure un visore VR.
L’intervento verrà trasmesso dal Royal London Hospital a partire dalle ore 13 del 14 Aprile e verrà eseguito dal Dr. Shafi Ahmed, chirurgo di Londra che vede nella realtà virtuale un medium d’eccellenza per l’educazione della nuova generazione di professionisti medici. Già noto per il suo impegno al servizio della formazione dei futuri chirurghi, il Dr. Ahmed ha tenuto pure un intervento TED parlando del potenziale delle nuove tecnologie in questo campo.
Un metodo efficace e low cost
La realtà virtuale permetterà a ogni studente di avventurarsi nell’attività da apprendere, senza una partecipazione distaccata ma pienamente immersiva nel ruolo che dovrà ricoprire. Non si parla solo di visori, infatti, ma di ulteriori dispositivi come guanti speciali che offriranno stimoli tattili permettendo di apprezzare la concretezza dell’intervento, il contatto con un corpo e tutto l’impegno richiesto.
L’economicità del sistema renderà inoltre possibile trasmettere queste esperienze in streaming a migliaia di utenti dovunque nel mondo. Un’opportunità per rendere più equa e omogenea la formazione dei professionisti sanitari in ogni paese.
Il precedente e il futuro
Già nel 2014 il Dr. Ahmed aveva innovato il settore trasmettendo in streaming un’intervento di rimozione di un tumore del fegato di un paziente di 70 anni mediante l’uso dei Google Glass. La diretta fu seguita da ben 13000 studenti e professionisti in 100 paesi.
Alla prossima rivoluzionaria diretta manca poco, e con essa verrà posto un nuovo tassello della storia della realtà virtuale, il medium che ci permetterà d’essere al posto di un’altra persona, sperimentandone esperienze, capacità e abilità.