Non solo la voce, ora app e software puntano alla registrazione e alla trascrizione di una fetta sempre maggiore pensieri degli esseri umani. Ecco tutti gli strumenti che stanno rendendo inutili taccuini e block notes
I nostri pensieri trovano sempre più casa ed espressione al di fuori della nostra mente. Il nostro continuo stream of consciousness ha bisogno di essere registrato. Lo era anche ai tempi di James Joyce, che provò la titanica impresa nel suo celeberrimo “Ulisse”. Ora però esistono una serie di strumenti che lo scrittore di Dublino non aveva a disposizione ai suoi tempi. App, software e device che consentono una sempre più completa trascrizione e archiviazione di quello che abbiamo in testa.
L’esternalizzazione tech del pensiero
Il materiale che passa per la nostra mente è tanto, tantissimo. Una recente ricerca del laboratorio di Neuroimaging della University of Southern California sostiene che ogni persona formula in media 48,6 pensieri al minuto, vale a dire oltre 70 mila in un giorno. Un volume di materiale gigantesco, tra pensieri compiuti e formulazioni incomplete. Inevitabile che ci si perda qualcosa, anzi molto, lungo la strada. Quante volte vi è capitato di avere quella che consideravate un’idea brillante o quasi un’illuminazione ma poi non eravate in condizioni di annotarvela e ve la siete dimenticata?
In un mondo che va sempre più di corsa diventa fondamentale la registrazione e l’archiviazione di qualsiasi cosa, non solo esperienze ma anche e soprattutto pensieri. Per questo il nuovo obiettivo di tante aziende operanti nel settore tech è diventato o sta diventando lo sviluppo di strumenti adatti per aiutare a conservare quanti più pensieri possibile. In un processo di esternalizzazione sempre più evidente, come dimostra il calendario di appuntamenti e compleanni dato “in appalto” ai social network come Facebook, e il desiderio o ansia di voler archiviare qualsiasi cosa ci riguardi, la mossa di sviluppare strumenti utili a registrare i nostri pensieri può davvero risultare vincente. Già, perché tutti, dal manager di alto livello allo sceneggiatore televisivo, dal giornalista alla mamma casalinga, tutti hanno sempre bisogno di annotare qualche pensiero. E farlo in maniera efficace e comoda, quasi inconsapevole in alcuni casi, può rappresentare davvero una svolta positiva per la vita lavorativa e quotidiana di tante persone.
App e device per registrare, archiviare, pensare
Qualche esempio di strumenti alleati dei nostri pensieri? Nel 2017 è arrivato Senstone, un wearable dalle dimensioni di un orologio che può essere indossato al polso o al collo senza ingombro. Con un semplice tap il tool inizia a registrare la propria voce. Ma non solo. La trascrive simultaneamente in un file e la archivia sullo smartphone collegato grazie alla sincronizzazione cloud, che rende disponibile il file su qualsiasi dispositivo associato. I device più quotati si stanno dotando di software sempre più avanzati al riguardo. È il caso dell’iPad Pro 2018, sul quale spopolano app come GoodNotes o Notability che, combinate con l’utilizzo dell’Apple Pen mettono insieme i vantaggi della registrazione audio e della trascrizione scritta. Per prendere note durante un incontro, per esempio, basta digitare le parole sullo schermo, sul quale si possono simultaneamente anche aggiungere note, sottolineare o cerchiare le informazioni più importanti. Rocketbook Everlast è invece un notebook digitale che permette di mantenere il vantaggio della scrittura a mano, ma senza il bisogno di utilizzare o consumare carta.
Le pagine del “taccuino digitale” restituiscono la classica esperienza di scrittura ma sono fatte di un composto di poliestere e non di carta sul quale si può scrivere con qualsiasi penna, pennarello o evidenziatore della linea Pilot FriXion. Ogni pagina ha un QR code che consente un’archiviazione semplice e immediata tramite cloud. E il bello è che gli appunti si possono cancellare una volta archiviati, così da riutilizzare il notebook potenzialmente all’infinito. Lo stesso principio è alla base del Moleskine Smart Writing Set, che digitalizza in maniera istantanea i propri appunti consentendo un’immediata azione di editing e condivisione. Attraverso una microscopica camera montata sulla smart pen, la tecnologia riconosce che cosa viene scritto negli appunti, che vengono trasferiti sullo smartphone o sul tablet associato all’app. Ma si stanno facendo strada app che non solo sono in grado di registrare pensieri ma anche sentimenti.
È il caso di MoodNotes, strumento che permette di registrare il proprio umore e metterlo in relazione con il calendario e con gli eventi esterni, aiutando a osservarne l’andamento e trovare risposte per migliorarlo e aumentare la consapevolezza di sé. Il tutto in attesa che in futuro magari persino la conoscenza possa venirci infusa direttamente da un supporto tecnologico. Non più un’utopia, forse, visto che già nel 2014 un gruppo di ricercatori americani dell’Università di Washington è riuscito a dimostrare la possibilità di trasmettere dei pensieri da cervello a cervello. La nostra mente, e i nostri sentimenti, possono davvero trovare casa anche al di fuori di noi.