L’altro lato della medaglia di un isolamento domestico che mette a dura prova i nervi degli italiani è l’opportunità di riscoprire i rapporti di vicinato perché in un momento di difficoltà il collettivo vince sempre sul singolo. Ed è così che relazioni marginali o dimenticate hanno ripreso e allungato il filo sul pianerottolo e tra i piani dei condomini, per aiutare chi la botta l’ha accusata in maniera più forte, magari perché solo in casa, oppure limitato nei movimenti e quindi pure nel rifornirsi di bisogni primari, o ancora per la semplice voglia di scambiare due chiacchiere con quel qualcuno abitudinario che adesso manca, perché al tempo del Covid-19 il distanziamento sociale è la prima regola da rispettare. Succede così che ancora più che in passato la Rete diventa una risorsa cruciale per trascorrere le giornate e scovare rimedi per le proprie necessità.
Che nell’ottica di vicinato trova una delle espressioni più efficaci in Nextdoor, il social network di quartiere che dallo scoppio dell’emergenza sanitaria ha registrato un aumento del traffico del 55% rispetto ai primi due mesi dell’anno. Un’impennata ottenuta, specifica Amedeo Galano, responsabile della community italiana, “senza il ricorso a campagne marketing che in questo momento potrebbero essere male interpretate”.
La Mappa della Solidarietà
Nell’anno del suo decimo anniversario dalla fondazione del 2010 a San Francisco, tempo in cui il social mirato alle comunità locali ha sviluppato sfumature diverse tra i vari paesi e i rispettivi usi e costumi (se negli Stati Uniti è stato un mezzo per promuovere e accelerare la conoscenza tra vicini, in Italia è servito per allacciare diversi tipi di relazioni perché, secondo una ricerca della stessa piattaforma, il 67% degli utenti conosce ed ha già un buon feeling con il vicinato), Nextdoor ha integrato un paio di nuove funzionalità per contribuire alla sicurezza delle persone costrette alla quarantena domestica, ideate dalle filiali italiana e spagnola – i paesi più colpiti dall’emergenza Covid-19, per agevolare l’ascesa del trend solidale che da inizio marzo si è diffuso tra gli utenti del social network. Osservando l’ascesa di termini come “aiuto” (anche nelle sue varie accezioni “cercasi e offresi aiuto”), “disponibile”, e “gentilezza”, è nata la Mappa della Solidarietà, una cartina interattiva del quartiere creata per fornire una mano agli amici di zona oppure, rovesciando il meccanismo, consentire a chi necessita di un aiuto di scovare in pochi istanti i vicini e conoscenti disponibili anche tra i quartiere limitrofi. “Una persona può offrirsi per fare la spesa o altre commissioni e il tutto avviene rispettando sempre la privacy, perché la piattaforma certifica gli utenti mediante l’indirizzo di residenza ma senza l’obbligo di mostrare documenti”, chiarisce Galano.
Un approdo ideale per gli anziani
Il riflesso delle mappe sono i Gruppi di Solidarietà, che appunto si creano per dare forma ai legami e offrire un terreno fertile per il confronto sulle più diffuse esigenze degli utenti ed evitare che un condomino possa sentirsi solo o escluso dal contesto sociale, almeno nel suo ambiente abitativo. Ma non solo, perché sono pure spazi utili per trovare aggiornamenti sulle notizie che riguardano l’emergenza sanitaria (e segnalare eventuali notizie false, come riportato nell’aggiornamento della policy della piattaforma alla voce misinformazione) e consentire ovviamente ai vicini di essere in costante contatto tra loro, anche in prospettiva di un intervento urgente per soccorrere uno dei partecipanti. A sfruttare la metamorfosi di Nextdoor sono stati in particolare gli anziani, molti dei quali hanno scoperto il social network e i vantaggi che assicura, ma anche trovato scoperto, grazie ai post condivisi dai membri, raccomandazioni e dettagli dei negozi di quartiere che offrono la consegna a domicilio di beni primari e dei medici disponibili a raggiungere le case per effettuare i prelievi, ma pure le informazioni su come organizzarsi per i flashmob sui balconi e per le videochiamate tra vicini. “Abbiamo registrato l’arrivo sulla piattaforma di utenti in là con gli anni che non avevano mai utilizzato strumenti digitali, Facebook incluso, grazie anche alle collaborazioni con tante associazioni, come ReAgire, Croce Rossa, Associazione Nazionale Controllo del Vicinato che si sono attivate per sostenere, aiutare e informare chi ha più bisogno”, dichiara Galano.
Storie solidali dai quartieri
A suggellare la bontà delle dinamiche innescate dal coronavirus sono le storie degli utenti come Chiara, milanese del quartiere di Porta Venezia, che ha creato il gruppo di solidarietà “Aiutiamoci con il sorriso”, con un centinaio di iscritti che condividono messaggi, link e informazioni sulla quarantena per aggiornare i partecipanti e mantenere alto il morale tra lezioni online gratuite tra vicini, suggerimenti su documentari e programmi radio da vedere, con un angolo informativo dedicato ai disabili. A proposito di storie di solidarietà, nel quartiere Marconi di Bologna, il più grande di Nextdoor in Italia con 1.050 membri, Lorella ha convertito la sua piccola sartoria per produrre mascherine, che regala ai propri vicini imbucandole nella cassetta della posta, esempio seguito anche da Roberta a Milano Centrale, che utilizza Nextdoor come canali di distribuzione per consegnare gratuitamente le mascherine fatte a mano, e Gabriella offre ai propri vicini del quartiere Isola di Milano sessioni di ginnastica postulare (gratis) a chi ne avesse bisogno. Analizzando le varie città, infine, a Milano il focus principale concerne gli aiuti per fare la spesa, Roma e Bologna si fanno notare con i vademecum per restare a casa, a Firenze e Palermo vano per la maggiore le modalità per il recapito della spesa a casa. Il tema più battuto in tutta Italia riguarda, invece, la mascherina, desiderata e introvabile, con tanti messaggi relativi a come utilizzarla e dove acquistarla.