L’esperimento è stato condotto dall’Università della California a Los Angeles. Funziona quasi al 100%
La tecnologia è capace di abbattere le barriere, anche quelle linguistiche. Sappiamo orientarci con un testo straniero grazie all’intelligenza artificiale che ce lo traduce in pochi secondi. Ma come la mettiamo quando si tratta di una lingua ai più sconosciuta come quella dei segni? Sulla rivista Nature Electronics è comparso di recente uno studio dove si scopre la tecnologia di un guanto intessuto di sensori in grado di tradurre i movimenti delle mani attraverso un vocale che viene poi trasmesso su un device, come può essere lo smartphone. Al momento si tratta di una sperimentazione: la traduzione è avvenuta in inglese e i risultati sono promettenti.
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Lingua dei segni: l’opportunità per creare ponti
Condotto dal team di Jun Chen dell’Università della California a Los Angeles, questo esperimento ha sfruttato il machine learning e ha analizzato 660 gesti e segni, dimostrando un tasso di riconoscimento fino al 98,63% in un tempo inferiore al secondo. «La nostra speranza – ha detto il coordinatore – è che questo strumento apra una via di comunicazione tra le persone che usano la lingua dei segni e i non segnanti, senza bisogno che qualcun altro traduca per loro».
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Non è certo la prima volta in cui la tecnologia cerca di creare ponti tra chi comunica con la LIS e chi non la conosce. Su StartupItalia avete già letto la storia di due studenti che avevano avuto la stessa idea: un guanto per tradurre la lingua dei segni. Ma dietro al progetto dell’Università della California non c’è soltanto un prodotto tecnologico: tra gli obiettivi di questa iniziativa scientifica c’è anche quello di avvicinare sempre più persone alla LIS.