Crescono gli investimenti nelle startup che cercano applicazioni commerciali alla gestione del microbioma, l’insieme di microrganismi che cresce dentro ogni essere vivente
Dentro i nostri corpi, dentro gli animali e le piante vivono miliardi di microrganismi. E’ il microbioma, l’insieme di batteri, funghi e virus che prosperano in un rapporto di reciproco aiuto con gli organismi ospiti. Solo negli ultimi anni si sta comprendendo l’importanza del microbioma per la vita di animali e piante. Senza questi microscopici esseri non potremmo vivere e così anche le piante. E sfruttando proprio i microrganismi i ricercatori pensano di poter dare una cura a molte malattie.
Boost Biomes: la startup che identifica i batteri che portano benefici
Boost Biomes è l’ultima di una lunga serie di startup che ha incassato investimenti milionari (2.05 milioni di dollari) promettendo di svelare i segreti del microbioma. Questa startup basata a San Francisco ha messo a punto un sistema innovativo per studiare in laboratorio le interazioni tra batteri e identificare, in questo modo, quali sono quelli che possono apportare i maggiori benefici agli organismi superiori.
A investire in Boost Biomes è stata Nimble Ventures, l’hedge fund Viking Global Investors e il gigante delle telecomunicazioni cinese Tencent. Due milioni e passa di dollari per sviluppare la tecnologie e fornire agli agricoltori dei prodotti a base di microrganismi per proteggere le colture da alcune malattie.
Boost Biomes vuole proteggere le fragole dalle malattie fungine
Nello specifico Boost Biomes sta lavorando nella protezione delle fragole dalle malattie fungine. La shelf life di questi frutti, specie nei climi caldi, è estremamente breve e presto incorrono in marcescenza. Le autorità sanitarie europee e americane hanno messo al bando alcuni prodotti di sintesi considerati non sicuri e così le aziende ora puntano sul controllo biologico dei patogeni. Microrganismi buoni in grado di debellare quelli cattivi.
Ma le applicazioni del microbioma sono molteplici. Si stanno studiando prodotti in grado di proteggere le colture in pieno campo da parassiti e patogeni. Ma anche aiutare le piante a crescere più velocemente o resistere meglio agli stress climatici. Neanche a dirlo gli investimenti maggiori sono destinati alla ricerca medica. Malattie neurodegenerative e autoimmuni, come l’Alzheimer o l’artrosi, potrebbero essere sconfitte svelando il modo in cui i batteri interagiscono con i nostri corpi. Basti pensare che entro il 2024 il mercato del microbioma umano dovrebbe valere 3,2 miliardi di dollari. E i Venture capital hanno messo sul piatto nel 2016 ben 231 milioni di dollari per assicurarsi una fetta di mercato.