Utilizzare il linguaggio visuale per raccontare una storia. The Noun Project, una delle più grandi librerie condivise di icone e simboli, permette di di affiancare alla parola scritta una modalità di narrazione innovativa, intelligente e di grande impatto.
Ho incontrato il progetto Noun Project qualche anno fa ma, allora, non ci feci troppo caso. Mi è stato riportato alla mente meno di dodici mesi fa, all’interno della Scuola Holden, grazie a una bravissima giornalista e docente, Marina Petrillo (qui porte leggere i suoi lavori per reported.ly). E da allora ho iniziato a utilizzarlo e a consigliarlo.
[vimeo id=”48846655″]
La piattaforma è nata nel 2010 a seguito di una campagna crowdfunding su KickStarter che ha raccolto quasi 15mila dollari da 400 contributori provenienti da tutto il mondo. Da allora la crescita è stata esponenziale con milioni di utenti che si servono (e contribuiscono allo sviluppo) del servizio. È facile capirne la ragione: l’informazione che si costruisce con questi simboli è capace di fare grande presa sul pubblico grazie ad una maggiore incisività e concisione.
Come funziona The Noun Project
«Sharing, celebrating and enhancing the world’s visual language». Questo è il messaggio che Edward Boatman, il fondatore di Noun Project (insieme a Sofya Polyakov, e Scott Thomas), ha usato spesso per descrivere il suo intento: aggregare insieme tutti i simboli più comuni e riconoscibili per realizzare narrazioni con il linguaggio visuale e, in tal modo, migliorarne l’efficacia e la comunicazione.
Noun Project cataloga e mette a disposizione simboli e icone per raccontare delle storie. Una libreria infinita di frammenti visivi, pregni di significato, caricati sulla piattaforma da designer di tutto il mondo, in formato vettoriale.
Le regole da seguire per caricare le icone
Per caricare le proprie icone sulla piattaforma, dopo previa iscrizione, è sufficiente seguire le linee guida proposte dal team di The Noun Project:
– Inserire solo le caratteristiche essenziali dell’idea che ha guidato alla nascita del simbolo
– Rispettare la natura industriale del progetto rispetto a quella più amatoriale del “fatto a mano”
– Mantenere lo stile di design uniforme e coerente
– Limitare il più possibile gli elementi che riguardano opinioni e sentimenti personali
Gli elementi del progetto sono protetti da licenze Creative Commons. Alcuni simboli sono disponibili ad uso gratuito mentre altri prevedono un costo, assai basso, i cui proventi sono divisi tra il il progetto e il creatore. Recentemente è stata lanciata anche l’app per prodotti apple che permette di caricare i simboli attraverso un semplice drag and drop.
Insomma, siamo di fronte ad uno strumento particolare ma che concede a storyteller e giornalisti, soprattutto se si servono di piattaforme come Medium, di affiancare alla parola scritta una modalità di racconto innovativa, intelligente e di grande impatto visivo.
Gli altri capitoli
1) 8 strumenti per creare storie lunghe e immersive
2) 7 tool per creare velocemente video (e animazioni) professionali
3) I migliori tool per creare mappe (geografiche) digitali
4) 7 tool per rendere le foto protagoniste di una storia
5) I migliori tool online per creare infografiche