I laboratori del MIT hanno pubblicato due video in cui mostrano come, grazie ad alcuni software, i droni saranno in grado di riconoscere ed evitare gli ostacoli. Una tecnologia che potrebbe fare la differenza durante operazioni di ricerca e salvataggio.
Come può un drone evitare un ostacolo? Alcuni scienziati del MIT (Massachusetts Institute of Technology) stanno sviluppando dei software, simili a quelli elaborati per le auto senza pilota, che possano rispondere a questa domanda. E non si tratta di una questione da poco visto che, tra le tante simulazioni fatte, ci sono quelle relative a missioni di ricerca e salvataggio.
Per mostrare i progressi degli ultimi mesi, sono stati rilasciati due video che provano a descrivere l’intero processo: dagli insegnamenti da dare al velivolo al modo in cui vengono stabilite le traiettorie corrette.
Tutto nel nome della sicurezza visto che, in futuro, i droni saranno una presenza stabile della nostra quotidianità.
Come si crea la giusta rotta da seguire
Nel primo video, grazie ad alcuni algoritmi di pianificazione del movimento, il quadrirotore riesce a muoversi con destrezza tra i numerosi ostacoli collocati in più altezze. Come se si trovasse a muoversi tra i rami di una foresta durante un’operazione di recupero.
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Si tratta di un funzionamento opposto a quello che suggerirebbe la logica, come spiega Benoit Landry, responsabile del progetto: «Invece che pianificare percorsi determinati dagli impedimenti che possiamo collocare nell’ambiente, si è deciso di procedere in maniera inversa in modo da sfruttare i segmenti di spazio che il drone può liberamente attraversare». Il software, dunque, è in grado di suddividere l’area di volo scelta in sezioni prive di ostacoli e che permette la costruzione di un tragitto più semplice.
Piccoli aerei ad ala fissa
Il secondo video, invece, si occupa di aeromobili diversi: non ad ala rotante, come il quadrirotore precedente, ma ad ala fissa. In questo caso l’algoritmo lavora in maniera diversa e il riconoscimento degli ostacoli avviene immediatamente dopo la partenza.
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Gli scienziati del CSAIL (Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory) hanno scelto di pre-impostare numerose possibili traiettorie in modo che il drone possa riconoscere, in maniera quasi istantanea, quelle che possano adattarsi al caso specifico e ricostruire una traiettoria efficace.
Più viene arricchito l’archivio disponibile e più crescono le possibilità di evitare un impatto.
Il precedente (con un robot)
Gli algoritmi elaborati, che sono disponibili online su GitHub, erano già stati testati in un’altra occasione, apparentemente lontana dal mondo dei droni. Con lo stesso meccanismo, infatti, gli scienziati del CSAIL avevano cercato di pianificare i movimenti di Atlas, il robot che lo scorso anno ha partecipato al DARPA Robotics Challenge.