Elliott Davies ha fatto parte del primo gruppo di turisti stranieri che ha potuto visitare tutte le stazioni del sistema di trasporti della capitale nordcoreana. E ne ha fotografato i dettagli, raccontandoli in un articolo per Business Insider
Foto inedite di tunnel sotterranei in cui nessuno straniero è mai entrato. Treni e stazioni che i non coreani non potevano fino ad ora visitare. È la metropolitana di Pyongyang che, come molto di quello che succede in Corea del Nord, è rimasta in larga parte inesplorata. Almeno fino a qualche giorno fa, quando Elliott Davies ha potuto vedere l’intero sistema di trasporti. E ha scritto su Business Insider il suo racconto in prima persona delle stazioni della metro pubblicando le sue immagini su Earth Nutshell.
Una vetrina ultra-nazionalistica per il mondo
La metropolitana di Pyongyang è la più profonda al mondo. È necessario scendere per quattro minuti per arrivare alla piattaforma dei treni. Prima del 2010 solo due stazioni erano accessibili agli stranieri: Puhung e Yonggwang. E non a caso sono le ultime ad essere state ultimate.
Lo scopo della dittatura è stato quello di usare queste due stazioni come vetrina per il mondo.
I turisti possono vedere il murale intitolato “Il grande leader Kim II-Sung tra i lavoratori”. L’immagine di Kim II-Sung ritorna anche a Kwangbok, questa volta in 3D, con una statua dorata nella semi-oscurità. Dipinti lungo tutti i corridoi, lampadari e ritratti degli uomini del potere in ogni carrozza della metropolitana: questi gli elementi che caratterizzano il sistema di trasporto sotterraneo di Pyongyang. Quanto ai rumori che dominano nelle carrozze, l’unico sottofondo che accompagna gli ordinati pendolari coreani è quello degli inni della rivoluzione. E che nessuno osi chiacchierare.
Il mito della metro segreta
Il fatto che per molti anni fossero solo due le stazioni della metro aperte agli stranieri ha fatto montare il sospetto che in realtà la rete finisse lì e che le poche foto circolanti fossero state studiate a tavolino. Il mistero attorno a questo sistema di trasporto ha contribuito a farne un posto unico.
Ma oltre il mito, c’è la costruzione di un ideale ultra-nazionalistico attraverso le fermate della metropolitana: ogni stazione corrisponde a uno degli obiettivi rivoluzionari del Paese e finisce per diventare un museo che ogni pendolare visita ogni giorno.
Da ora più accessibile forse anche per qualche turista.