Il progetto finora ha coinvolto 1.920 ragazze di prima, seconda e terza media e 70 docenti, per un totale di 4.410 ore di laboratorio in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Toscana
La tecnologia si tinge di rosa. Almeno questa è l’intenzione dell’ Agenzia per il lavoro Maw Men At Work Spa che ha lanciato per l’anno scolastico 2018-19 la quinta edizione del progetto “Girls Code It Better”, nato per avvicinare alla tecnologia le alunne delle scuole secondarie di primo grado in vista di una scelta più consapevole della scuola superiore.
I numeri del progetto
Il progetto finora ha coinvolto 1.920 ragazze di prima, seconda e terza media e 70 docenti, per un totale di 4.410 ore di laboratorio in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Toscana. Nel prossimo anno scolastico sarà avviato anche in Piemonte.
In ogni laboratorio 20 ragazze, su mandato della scuola, affrontano un tema e l’elaborazione di un progetto che preveda lo sviluppo di un’area tecnica strumentale scelta tra schede elettroniche e automazione; progettazione, modellazione e stampa 3D; web design e web development; programmazione app e gaming.
In ogni laboratorio il coach docente e il coach maker, in compresenza, agevolano la scoperta degli strumenti e alimentano la creatività con il sostegno della metodologia di Lepida Scuola: imparare a imparare, risolvere problemi, lavorare in team, esercitare il pensiero critico, comunicare sono le competenze chiave che le ragazze sono chiamate a esercitare.
“La misurazione dell’impatto del progetto sul percorso scolastico delle ragazze e sull’intera scuola ci aiuterà a delineare percorsi sempre più efficaci ed entusiasmanti” spiega Francesco Turrini amministratore delegato di Maw Men At Work. I risultati non mancano.
Stereotipi di genere: cosa ne pensano i ragazzi
Nell’ambito di Girls Code It Better è stato raccolto un questionario al quale hanno risposto circa 900 studenti delle scuole secondarie di primo grado che hanno aderito al progetto durante l’anno scolastico appena concluso (2017-18): i dati fanno emergere come gli stereotipi di genere siano fortemente insinuati in ragazzi e ragazze sin dall’adolescenza.
Agli studenti è stato chiesto se l’appartenenza a uno dei due sessi sia determinante per svolgere al meglio alcune professioni. Metà degli studenti, sia maschi e sia femmine, ritengono che per fare l’ingegnere o il politico sia importante essere uomini, mentre la restante metà pensa che il sesso non sia rilevante per svolgere al meglio l’occupazione. Interessante osservare come lo scenario sia ribaltato per le professioni dell’insegnante e dell’infermiere, con più del 40% degli studenti che ritiene sia determinante l’appartenenza al sesso femminile per svolgere queste occupazioni.
Ma non solo. Dal questionario emerge, inoltre, che le associazioni stereotipiche tra un percorso scolastico e genere siano correlate con l’interesse che gli studenti manifestano per la scuola superiore. A livello individuale, ragazzi e ragazze rivelano un interesse maggiore per i percorsi scolastici che loro stessi associano maggiormente con il proprio sesso.
Infine, i dati raccolti rilevano come l’associazione tra genere femminile e alcuni istituti, come ad esempio Liceo Classico e delle Scienze Umane, aumenti durante gli anni dell’adolescenza, un periodo di forte sviluppo della propria identità.
Le scuole interessate al progetto possono inviare la loro candidatura attraverso il form presente sul sito dedicato.