E’ stato eseguito in Svezia sulla mano di una 45enne il primo impianto permanente al mondo di una mano robotica. Il progetto europeo DeTOP, guidato da Christian Cipriani, dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa
Una mano robotica perfettamente funzionante nella quotidianità è tutta Made in Italy. Questo il risultato dell’intervento eseguito in Svezia su una donna di 45 anni. La mano robotica è stata costruita grazie al progetto europeo DeTOP, guidato da Christian Cipriani, dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Che nel frattempo sta lavorando su altri due interventi, da eseguire in Italia e in Svezia.
I benefici sulla vita quotidiana
Un intervento chirurgico pioneristico in cui sono stati innestati impianti in titanio nelle due ossa dell’avambraccio della donna (radio e ulna), sfruttando la tecnica dell’osteointegrazione combinata alle interfacce muscolari.
L’impianto funge da tramite tra lo scheletro e la mano robotica sviluppata dalla Scuola Superiore Sant’Anna e da Prensilia; consentirà di controllare i movimenti e di restituirne le percezioni sensoriali in modo naturale.
I benefici sulla vita quotidiana, sia da un punto di vista pratico che all’interno della dimensione sociale, sono molteplici: la tecnica osteointegrata permette infatti di superare i limiti delle protesi convenzionali le quali possono riprodurre solo un paio di movimenti grossolani, come aprire e chiudere la mano. Col nuovo impianto invece, attraverso sedici elettrodi inseriti nei muscoli residui, sarà possibile estrapolare una quantità maggiore di informazioni al fine di consentire un controllo più efficace della mano robotica.
La realtà virtuale che aiuta a controllare la mano robotica
La donna, alla quale la mano era stata amputata nel 2002, sta ora seguendo un programma di riabilitazione per riacquistare forza nei muscoli dell’avambraccio, indeboliti dopo l’amputazione e, utilizzando la realtà virtuale, sta imparando a controllare la mano robotica. Si ritiene che nelle prossime settimane potrà tornare a casa e usare quotidianamente la nuova mano. In questo modo la mano robotica può essere controllata in modo più efficace e diventa possibile anche ripristinare il senso del tatto.
La mano robotica è stata realizzata dalla Scuola Superiore Sant’Anna e dall’azienda Prensilia, spin-off dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Sant’Anna, nell’ambito del progetto DeTOP (Dexterous Transradial Osseointegrated with neural control and sensory feedback), finanziato dalla Commissione Europea all’interno del programma Horizon 2020. Al progetto partecipano inoltre le università svedesi di Lund e Gothenburg, quella britannica dell’Essex, il Centro svizzero per l’Elettronica e la Microtecnologiay, l’Università Campus Bio-Medico di Roma, il Centro Protesi dell’ Inail e l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.
“Grazie a questa interfaccia uomo-macchina così accurata – ha dichiarato il prof. Christian Cipriani – e grazie alla destrezza e al grado di sensibilità della mano artificiale, ci aspettiamo che nel giro dei prossimi mesi la donna riacquisisca funzionalità motorie e percettive molto simili a quelle di una mano naturale
L’intervento chirurgico eseguito con successo
L’intervento chirurgico è stato eseguito con successo a Gothenburg, nello Sahlgrenska University Hospital, dai chirurghi Richard Br†nemark e Paolo Sassu. Nelle ossa dell’avambraccio (radio e ulna) della donna sono stati impiantate delle strutture in titanio come ponte fra ossa e terminazioni nervose da un lato e la mano robotica dall’altro. Grazie a 16 elettrodi inseriti nei muscoli residui è stato possibile stabilire un collegamento diretto tra la protesi e il sistema nervoso. L’impianto è stato sviluppato in Svezia dal gruppo coordinato da Max Ortiz Catalan, dell’azienda Integrum, in collaborazione con la Chalmers University of Technology.