La storia di Gabriele (che recita la sua parte) e di Pedius (app che aiuta i sordi) in un video speciale. Il racconto di come un’idea è diventata una startup di successo grazie a un servizio de “Le Iene”.
Vi ricordate la storia di Pedius, il servizio di telefonia per persone sorde? Su Startupitalia! la raccontammo dodici mesi fa ma da allora la startup di Lorenzo Di Ciaccio è cresciuta ancora. Oggi Pedius è un’azienda con 8 dipendenti e supporta 6 lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo, portoghese e tedesco. Ha più di 6000 utenti con una crescita del 15% ogni mese. Ma tutto iniziò da un incidente d’auto, sul Grande Raccordo Anulare di Roma, che coinvolse un ragazzo sordo, Gabriele Serpi. Oggi quella storia è diventata un video:
Il primo Call Center accessibile ai non udenti
Uno dei traguardi raggiunti da Pedius è stato quello di attivare, da ottobre 2014, il primo call center accessibile ai non udenti: l’assistenza clienti di Telecom Italia e Tim. Gabriele con Pedius può telefonare ai suoi amici per organizzare le domeniche allo stadio o prenotare un tavolo al suo ristorante preferito e, se si trovasse nuovamente in una situazione di emergenza come quella di tre anni fa, potrebbe chiamare un carroattrezzi. L’applicazione ha permesso, cioè, di superare quello che per i sordi è il problema più grande: la comunicazione (soprattutto in casi di emergenza).
Pedius, un’idea nata guardando “Le Iene”
«Io lo posso fare». Quattro singole parole che Lorenzo ricorda bene. Sono le prime che passarono nella sua mente, dopo una lunga giornata di lavoro, mentre guardava “Le Iene” alla televisione. Pedius è nata in quel preciso momento: «Non mi capacitavo di come fosse possibile che, con tutta la tecnologia da cui siamo invasi, non esistesse un sistema che permettesse ad una persona sorda di telefonare in autonomia e senza intermediari».
Un’applicazione che migliora il futuro (per davvero)
Così Lorenzo ha dato vita ad un’applicazione che consente di effettuare normali telefonate utilizzando le tecnologie di sintesi e riconoscimento vocale. Per metterla a punto si è licenziato dal suo lavoro come consulente a tempo indeterminato e con altri due ragazzi, entrambi con un background informatico, si sono messi a lavoro per creare il primo prototipo funzionante.
L’idea a Gabriele è piaciuta ed è stato proprio lui il primo a sperimentare questo nuovo telefono per sordi, introducendo Lorenzo nella comunità e lavorando fianco a fianco con il team. Gabriele, oggi, lavora nel campo dell’informatica, ha una compagna e una bellissima figlia. Comunica con lo smartphone, Whatsapp, Skype, chat e video-chiamate con cui può “segnare” (in gergo, parlare) con altri sordi. Pedius ha contribuito per davvero a migliorare la sua vita e il futuro di migliaia di persone.