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Attraverso centinaia di campagne di crowdfunding, gli italiani in questi giorni stanno donando quasi 10 milioni di euro agli ospedali, alla ricerca, alle onlus, alle associazioni per la lotta al Covid19.

Abbiamo provato a contarle una ad una, ma il numero esatto di soldi donati e di donatori al momento è molto difficile da determinare, perché è fortunatamente in continuo aumento tanto quanto le iniziative messe in campo. Possiamo però dire che la reazione dal basso è stata massiva, è continua e determinante per continuare questa lotta al virus che vede responsabili e protagonisti tutti noi.

 

Le piattaforme attualmente più attive sono GoFundMe e Rete del Dono, con vocazione spiccatamente sociale e di solidarietà. Funzionano in modo diverso, e le abbiamo contattate direttamente per fare luce anche su questa massiccia partecipazione. È importante innanzitutto specificare che su GofundMe chiunque può aprire una campagna di raccolta fondi per un ente, un ospedale, un soggetto che ne abbia bisogno. Si può fare quindi per se stessi o per altri: la cosa importante è che sia chiaro il rapporto di fiducia tra promotore e destinatario (ma su questo torniamo più avanti, tra le linee guida).

Ci spiega Luca Salici, responsabile della comunicazione di GoFundMe per il Sud Europa: “I dati ad oggi sono di oltre 9 milioni di euro raccolti per circa 1000 campagne. La maggior parte di queste sono dedicate a ospedali, associazioni di volontariato, strutture di cura e ricerca o acquisto di materiale sanitario indispensabile. Possono rimanere aperte e attive fino a quando l’organizzatore della campagna lo ritiene necessario”.
Quello che ha preso il via una settimana fa è un flusso senza precedenti di nuove campagne a supporto di strutture ospedaliere o associazioni di volontariato in tutta Italia che combattono il COVID-19. “Stiamo offrendo assistenza 24 ore su 24 con un’unità di servizio clienti su misura. Cosa importantissima: stiamo lavorando con tutti gli organizzatori di campagne per assicurarci che i fondi raccolti vengano direttamente prelevati dai beneficiari, quindi dalle strutture ospedaliere”.

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Come sempre GofundMe verifica ogni singola campagna che viene pubblicata: “Il nostro dipartimento Trust&Safety lavora 24/7 per garantire che tutte le campagne siano affidabili e soprattutto garantite: i soldi possono essere prelevati solo dal beneficiario indicato in fase di apertura della raccolta fondi, gli utenti sono garantiti al 100%. Le nostre campagne sono tutte coperte da una speciale garanzia GoFundMe: o i soldi vanno nel posto giusto o i donatori vengono rimborsati. Quindi le campagne sono sicure, trasparenti e validate”.

Tra le tante, segnaliamo quella per l’Ospedale di Cremona, per l’Ospedale Niguarda, per l’Ospedale Cotugno di Napoli o per la Puglia.

Una cosa molto importante che guida GoFundMe è la filosofia del Givesback, cioè di restituzione e supporto alle campagne attraverso delle donazioni da parte dell’azienda. “Abbiamo attivato un programma speciale di donazioni generose per le campagne che in questo momento stanno aiutando gli ospedali italiani, da Nord a Sud. Pensiamo sia doveroso in questa fase così delicata” conclude Salici.

 

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Su Rete del Dono ad oggi sono stati raccolti 335 mila euro distribuiti in 32 raccolte fondi, destinate ad aumentare. Tra queste contiamo gli ospedali Sacco e Policlinico di Milano, la Lilt di Milano, l’Usl di Piacenza. Rete del Dono si basa su un meccanismo diverso rispetto a GoFundMe, perchè è la stessa piattaforma a  prendere in carico l’apertura della raccolta fondi per nome e per conto dell’ente che ne beneficia. “La partenza può arrivare dall’idea di un privato cittadino che vuole contribuire ad una causa, ma poi siamo noi a contattare l’ente di riferimento e a predisporre la raccolta. Prevediamo detraibilità fiscale e a questo scopo ogni donatore ha una ricevuta del dono effettuato” spiega Valeria Vitali, founder di Rete del Dono.

 

Bisogna inoltre considerare che non sono solo le piattaforme di crowdfunding a mobilitarsi adattando i propri strumenti all’emergenza e poter raccogliere fondi. Lo fanno ad esempio Satispay, che sulla app dedicata ai pagamenti mobile in 24 ore ha raccolto oltre 80 mila euro per la Protezione Civile. Rimanendo in ambito fintech anche Hype, la fintech italiana, con centinaia di migliaia di clienti in tutto il Paese e conosciuta per la sua carta-conto con IBAN ha donato 25 mila euro al Sacco di Milano

Tante forme di dono. Il sangue, ad esempio

Ci sono anche donazioni non monetarie che hanno un valore in alcuni casi anche maggiore, e parliamo della donazione del sangue, che in questi giorni soffre una drastica riduzione anche del 15% rispetto al normale. Lo stesso Angelo Borrelli, Capo del Dipartimento della Protezione Civile, ha lanciato in conferenza stampa diversi appelli a non arrestare le donazioni, vitali per chi ha bisogno di trasfusione. Donare è una pratica del tutto sicura, il percorso di donazione è assolutamente protetto.

Il dono consapevole: una piccola guida

Non è facile orientarsi in questa giungla fitta di appelli, post sui social network, messaggi whatsapp e immagini spesso simili tra loro dedicate allo stesso importante obiettivo. Una cosa però possiamo farla seguendo pochi e semplici accorgimenti: donare responsabilmente, alimentando la cultura del dono insieme a quella del mondo digitale, facendo del bene ma scegliendo con cura chi sostenere e perché farlo. Riteniamo importante, facendo informazione costante su questo tema, fornirvi alcune utili linee guida trasversali, valide per qualsiasi operazione di raccolta fondi.

 

1. attenzione alla destinazione e all’uso delle risorse donate


I donatori hanno il diritto ad un uso delle risorse da loro messe a disposizione che sia efficace in termini di scopo, che sia efficiente nella gestione economica, che sia equo rispetto alle diverse pretese, bisogni e richieste connesse a quella finalità. Ma verifichiamo che sia anche indipendente da qualunque condizionamento estraneo alla missione, sia esso di tipo ideologico, politico o commerciale, e che non sia discriminante nei confronti di categoria alcuna.

 

2. l’organizzazione o il promotore della raccolta deve essere trasparente

 

L’organizzazione che gestisce la raccolta fondi o il promotore libero cittadino che decide di farla partire deve chiarire chi è (compresa eventuale struttura interna), qual è la propria missione, con quali soggetti collabora.

 

3. l’iniziativa deve essere raccontata nella sua completezza


Ai donatori devono essere da subito chiare le finalità, i tempi e le modalità di attuazione previste, e devono essere aggiornati sullo svolgimento effettivo dell’iniziativa, le sue evoluzioni. Successivamente alla chiusura della raccolta devono essere comunicate le destinazioni effettive di quei fondi e quanto è stato realizzato.

 

4. i donatori devono essere rispettati

 

La comunicazione degli organizzatori, oltre ad essere trasparente, deve essere anche rispettosa della libera volontà dei benefattori (anche circa la possibilità di mantenere l’anonimato), evitando quindi eccessive pressioni, sollecitazioni o strumenti pubblicitari ingannevoli, non veritieri. Una fake news diffusa dall’organizzatore della raccolta può essere irrimediabilmente lesiva della sua immagine e quindi mettere in discussione la sua credibilità.


Ci sono poi alcune parole chiave della “missione” da non sottovalutare.

La sua efficacia, cioè la capacità di raggiungere al meglio un risultato. La sua efficienza, la capacità di utilizzare al meglio le risorse disponibili: per estremizzare, se con 10 mila euro si comprano 100 mascherine significa che quelle risorse non sono utilizzate per ottenere il risultato più efficace. Lo spreco deve essere minimo, se non assente. L’equità, per distribuire le risorse e le prestazioni in modo proporzionale ai bisogni dei destinatari delle iniziative intraprese dall’Organizzazione. Nel caso del Covid19 parliamo ospedali, strutture di vario genere che operano per prevenzione e ricerca.