L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha realizzato il video dell’animazione della propagazione sulla superficie terrestre delle onde sismiche generate dal terremoto del 26 ottobre 2016. Ogni secondo è un secondo in tempo reale. Sono rappresentati i primi 85 secondi a partire dall’origine dell’evento sismico
L’INGV, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha realizzato il video dell’animazione della propagazione sulla superficie terrestre delle onde sismiche generate dal terremoto di Mw 5.9 delle 21.18 del 26 ottobre 2016 che ha coinvolto le province di Macerata, Rieti, L’Aquila, Perugia, Ascoli Piceno. Questo tipo di simulazioni è possibile da quando sono disponibili supercomputer che permettono di eseguire calcoli in parallelo. Per questa simulazione, spiegano dall’INGV, sono stati utilizzati 512 processori, per un totale di 5000 minuti di tempo calcolo e 256 GB di memoria.
Ogni secondo dell’animazione rappresenta un secondo in tempo reale. Sono rappresentati i primi 85 secondi a partire dall’origine dell’evento sismico.
L’analisi della differenze tra i sismogrammi prodotti da questo tipo di simulazioni e quelli misurati in realtà offrono informazioni cruciali non solo per la determinazione della sorgente sismica e delle caratteristiche del sottosuolo ma anche per la previsione delle scuotimento del suolo prodotto da ipotetici eventi sismici.
Così si muove il terreno
Le onde blu indicano che il suolo si sta muovendo velocemente verso il basso, quelle di colore rosso indicano che il suolo si sta muovendo verso l’alto. L’intensità del colore è maggiore per spostamenti verticali più veloci. Quella realizzata dall’INGV non è un’animazione artistica ma è frutto della soluzione delle equazioni che descrivono il processo di propagazione. La velocità e l’ampiezza delle onde sismiche dipendono dalle caratteristiche della sorgente sismica, dal tipo di suolo che attraversano e anche dalla topografia. Quindi non si propagano in maniera uniforme nello spazio e luoghi posti alla stessa distanza dall’epicentro risentono del terremoto in maniera completamente diversa. In questo caso si osserva, ad esempio, che le onde si sono propagate con maggiore intensità e più a lungo verso Nord-Est, lungo le coste delle regioni adriatiche, verso il Lazio e la Toscana meridionale.
I dati dei sismometri e il modello tridimensionale
Le onde sismiche sono registrate dei sismometri della Rete Sismica Nazionale dell’INGV e vengono analizzate per determinare i parametri fondamentali del terremoto come epicentro, tempo origine, magnitudo. Per i terremoti con magnitudo superiore a 3.5 viene calcolato anche il “tensore del momento sismico” che è una descrizione matematica delle forze in gioco sulla faglia che ha generato l’evento sismico.
Questa la prima fonte dei dati che sono stati utilizzati per la simulazione. Poi viene costruito un modello tridimensionale della regione interessata che include complessità geologiche e la presenza di suoli “soffici” (come i sedimenti alluvionali della Pianura Padana e di alcuni bacini appenninici). Inoltre, utilizzando il modello 3D ed il tensore momento sismico, viene simulata la propagazione delle onde sismiche tenendo conto della risposta sismica locale, come l’amplificazione delle onde nei bacini alluvionali (terreni soffici) e l’aumento di velocità delle onde sismiche in terreni rocciosi.