Mentre Bing lancia il suo tracker in tempo reale, Donald Trump pressa Google e gli altri colossi a fare la loro parte. Il caso Verily per lo screening di massa
Al momento sembra una delle più efficaci. Perché integra i numeri ufficiali, una rappresentazione grafica semplice da navigare e le ultime notizie sul coronavirus relative a quello specifico paese. Niente di più, anche se forse qualche ritocco potrebbe arrivare. Il tutto consultabile anche in italiano. Si tratta della nuova mappa-tracker sfornata dal team Bing di Microsoft.
Lanciata domenica, include appunto una mappatura in tempo reale con i casi confermati, i guariti e i decessi per paese e ovviamente un riepilogo generale. Quando si apre il singolo territorio, oppure si passa il mouse sopra il cerchio relativo al paese, si ottiene il totale dei casi confermati, le altre voci viste prima e cinque articoli giornalistici appena pubblicati e geolocalizzati. Per gli Stati Uniti ci sono ovviamente anche i casi stato per stato.
Una piattaforma veloce e pulita
Non c’è molto di più rispetto a quanto visto in altri casi ma la questione è proprio questa. Come sottolinea anche Mashable, e l’esperienza suggerisce, la nuova creatura di Bing dedicata all’epidemia da coronavirus è una piattaforma pulita, veloce e asciutta per farsi un’idea senza perdersi eccessivamente fra grafici, curve e crescite varie. Il classico sito da infilare nella barra dei preferiti per un passaggio rapido quotidiano se non più volte al giorno.
Il sito è stato messo in piedi dal team di dipendenti di Microsoft attivi sul motore di ricerca Bing e che al momento lavora da casa. I dati sono presi da fonti affidabili e garantite come l’Organizzazione mondiale della sanità, l’US Centers for Disease Control and Prevention così come dall’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.
Le richieste di Trump ai colossi
Lunedì Alphabet, la holding di Google, ha invece lanciato sotto il brand di Verily, una società sorella di Big G, un sito dedicato allo screening operativo per le contee di Santa Clara e San Mateo, in California. Perché ci interessa? Perché Project Baseline, questo il nome, sembrerebbe una sorta di “antipasto” della piattaforma che lo stesso Donald Trump ha annunciato di recente ma che in realtà ha colto Mountain View un po’ di sorpresa: un sito implementato su scala nazionale e dedicato allo screening di massa. Insieme a Google, che poi ha chiarito il proprio impegno, il presidente statunitense ha coinvolto nei giorni scorsi altri dieci colossi hi-tech, da Facebook a Ibm fino a Twitter passando per Amazon, per trovare soluzioni al virus sotto i rispettivi punti di forza.
Il progetto di Verily
Dagli aspetti più controversi sul tracciamento delle persone infette al database di ricerche e informazioni scientifiche che la Casa Bianca rilascerà e che le soluzioni di intelligenza artificiale dei colossi dovrebbero esaminare, traendo soluzioni utili dai casi e dai dati inclusi, fino alle soluzioni per lo smart working e la didattica a distanza. Uno dei punti che più sembrano stare a cuore a The Donald, però, è appunto quello di un sistema che riesca a orchestrare lo screening di massa, effettuando una scrematura preventiva dei cittadini in base alle linee guida fornite dalle autorità sanitarie ed eventualmente indicando alle persone se e dove sia il caso di potersi sottoporre a un tampone di controllo nella propria zona. Il programma di Verily, che pure secondo i responsabili “è ai primi stadi”, prevede ovviamente che gli utenti dispongano di un account Google e siano disponibili a condividere le proprie informazioni sanitarie con Big G. Un progetto da tenere d’occhio, nel bene e nel male.