Questi piccoli display elettronici sono 13 volte più sottili di un capello. Potranno aiutarci in moltissime attività: dal monitoraggio della salute alle attività fisiche, fino ad arrivare ad avere delle piccole banche dati (utili per alcuni lavori).
Questi piccoli display elettronici sono 13 volte più sottili di un capello umano. Misurano appena 0,0003 millimetri e sono stati sviluppati da alcuni ricercatori giapponesi per trasformare la nostra pelle in uno schermo a Led. È l’ultima novità di un processo, iniziato da diverso tempo, che ci porterà, forse, ad avere una “pelle elettronica”. E potrebbe esserci molto utile, come ricorda questo video di New Scientist:
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Le sfide superate (e uno strato protettivo)
Per realizzare questo tipo di tecnologie, i ricercatori hanno dovuto superare una serie di criticità che in passato avevano sollevato più di un dubbio. Oltre ad essere ultra-sottile, questo piccolo schermo produce pochissimo calore, cosa non di poco conto visto che si applica sulla pelle nuda, e consuma meno energia delle precedenti versioni.
Se esposto all’aria, infine, si mostra molto più resistente e duraturo. Come ricordato da Ian Robertson, uno dei responsabili del progetto, a The Verge: «Questo è uno dei problemi maggiori. Un’esposizione di questo tipo faceva sì che durassero pochissimo tempo. Ora sembra che siamo riusciti a trovare una soluzione». Applicando uno strato protettivo, a passivation layer, si evitano problemi come la rottura o il danneggiamento che scaturivano dai movimenti dell’arto e dallo “stretching” conseguente della pelle.
In più questo strato è una valida protezione contro le intemperie.
Luci che durano anche diversi giorni
Questo rivestimento tiene fuori l’ossigeno e il vapore acqueo facendo sì che la luce venga conservata per un periodo di tempo abbastanza lungo. È presente infatti un sensore che è in grado di misurare questi parametri attraverso la pelle e calcolare l’efficienza del sistema. Le luci utilizzate sono PLED (organic polymer light-emitting diodes) che si spengono/accendono se esposti ad un impulso elettrico.
Luci che si manifestano tramite tre colori: rosso, verde e blu
Gli usi di questa tecnologia
Secondo i ricercatori potrebbero facilmente sostituire alcuni sensori medici come, ad esempio, quelli che si usano per misurare il polso di una persona, i livelli di ossigeno nel sangue o quelli che rilevano i dati relativi alle performance fisiche. Ma potrebbero ovviare anche a necessità più futili come quella di semplice orologio o di un banale calcolatore.
Ma non solo. Potrebbero anche diventare delle particolari banche dati, utilissime per certe tipologie di lavoro: «Un esempio? Un architetto potrebbe controllare il proprio progetto senza trasportare ingombranti dispositivi». Non ci resta che attendere.