Il TED Prize 2016 è stato assegnato all’archeologo Sarah Parcak. Servendosi di immagini satellitari a infrarossi, fornite anche dalla NASA, ha sviluppato un efficace metodo per proteggere i siti più a rischio e contrastare i tombaroli
Indiana Jones hi-tech. Questo è l’appellativo che Sarah Parcak, 36 anni, si è conquistata per i suoi successi in ambito archeologico. Successi che le sono valsi il prestigioso TED Prize 2016 e il milione di dollari che viene messo in palio ogni anno.
Sarah, oltre a ricoprire una prestigiosa cattedra all’Università dell’Alabama, è riconosciuta come uno dei pionieri dell’archeologia moderna. Unendo tradizione e nuove tecnologie, infatti, è riuscita a scoprire e proteggere siti che oggi, senza i suoi studi, non conosceremmo.
Le immagini a infrarossi
Il team guidato da Sarah si serve di immagini satellitari a infrarossi, fornite anche dalla NASA, per riuscire a identificare quei luoghi che hanno più bisogno di essere preservati e difesi. Foto che vengono scattate da un’altezza superiore ai 700 chilometri (450 miglia).
Ad esempio, sfruttando questo tipo di tecnologie, è stato possibile mappare, solo in Egitto, 17 piramidi, 1000 tombe e oltre 3000 insediamenti sconosciuti. Ma non solo. Lavorando sui big data raccolti, infatti, è possibile avere un quadro più completo delle caratteristiche di un determinato luogo prima di pianificare un eventuale intervento.
Queste immagini ci danno la possibilità di identificare quali parti dei siti sono state colpite nel corso del tempo. E in alcuni casi ci dicono anche perché.
Combattere i tombaroli
Ma il lavoro di Sarah, oltre a focalizzarsi sulla diffusione di saperi e conoscenze, è utilissimo anche nel contrasto ai tombaroli che, oggi come in passato, rappresentano una delle piaghe più difficili da debellare. Anche a causa di forze distruttive, come l’esercito islamico, che mettono sempre più in pericolo il patrimonio storico dell’umanità. Esattamente quello che sta avvenendo a Palmira, in Siria.
«Per la prima volta abbiamo la possibilità di mappare i luoghi che sono stati saccheggiati» ha detto Sarah «marcando tutti i tunnel e i passaggi che questi ladri hanno creato o usato per portare via gioielli e reperti di incalcolabile valore». Un’arma, messa a disposizione dei governi locali, che permetterà di trovare soluzioni più efficaci per difendere i luoghi più a rischio.
E non solo quelli più noti come Egitto e Perù. «La Cina, una delle nazioni con più siti archeologici al mondo, è tra le più martoriate da questo tipo di illegalità. Dobbiamo dunque affrontare un problema globale di cui, peraltro, non conosciamo le reali dimensioni».
L’uso dei droni
Sarah e il suo team ritengono che l’utilizzo dei droni in questo campo sia ormai necessario, oltre che conveniente. Ma, parallelamente, ha sottolineato quanto sia difficile ricorrere ai velivoli a pilotaggio remoto, soprattutto in alcune regioni: «In Egitto, ad esempio, è estremamente problematico ottenere i permessi e le autorizzazioni per far volare questi velivoli e raccogliere le immagini di cui abbiamo bisogno».
Ma chi è Sarah Parcak?
«Quando ero bambina e vivevo nel Maine, una delle cose che mi piaceva di più fare era cercare, lungo la spiaggia, quelle particolari conchiglie che si chiamano “dollari della sabbia”. Soprattutto perché i miei genitori mi dicevano che mi avrebbero portato fortuna. Ma si sa che queste conchiglie sono difficili da trovare perché sono coperte di sabbia e sfuggono alla vista. Col tempo però mi sono abituata a cercarle. Ho cominciato a vedere forme e modelli che mi hanno aiutato a collezionarle». Così, durante il suo TED (nel 2012) ha raccontato com’è nato l’amore per la ricerca di qualcosa che non si vede ma c’è. Come le vestigia del nostro passato.
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Oggi è una delle egittologhe più rispettate e famose. Ha diretto scavi nelle zone del Sinai, di Fayoum e del delta est del Nilo. Fin dal 2003, nonostante la giovane età, ha condotto una serie di esperimenti su tecniche di rilevamento innovative, sfruttando nuove tecnologie in grado di abbattere costi e tempi nell’individuazione di siti ancora nascosti.
Nel 2007 ha fondato il Laboratory for Global Health Observation presso l’University of Alabama, a Birmingham (dove organizza anche un TEDx). Nel 2012 è stata inserita dalla CNN tra gli innovatori che stanno maggiormente contribuendo a cambiare il pianeta. Nel suo ricco curriculum ci sono anche diversi documentari televisivi per la BBC e la pubblicazione di un libro, Satellite Remote Sensing for Archaeology (Routledge), dove vengono descritte tutte le metodologie introdotte nel campo di quella che oggi è chiamata “archeologia satellitare”.
Il TED Prize
Il TED Prize, istituito nel 2005, viene consegnato ad una figura che, partendo da un desiderio impellente, riesce a determinare un vero e coraggioso cambiamento a livello mondiale. Una persoanlità che è riuscita a innescare una scintilla in grado di espandersi lungo tutti i continenti e che ha coinvolto il numero più alto possibile di persone per portare avanti una giusta causa. In passato hanno ricevuto questo premio personaggi come Bono, Dave Eggers e Bill Clinton.
«Gli ultimi 4 anni e mezzo sono stati terrificanti per l’archeologia» ha commentato Sarah «Insieme ai miei colleghi abbiamo speso moltissimo tempo per cercare di combattere le minacce che mirano a distruggere ciò che abbiamo di più caro. Questo premio non è mio ma riguarda ciò che facciamo ogni giorno. È per tutte quelle migliaia di uomini e donne che, particolarmente in Medio Oriente, stanno difendendo e proteggendo i siti a rischio».