Carepy nasce dalle difficoltà incontrate da uno dei suoi fondatori nella gestione pratica di un familiare malato e ora aiuta pazienti e familiari a gestire le terapie attraverso un’app. E ora prendersi cura di se stessi diventa un gioco
Prendersi cura di se stessi può essere piacevole come un gioco. Lo sanno bene i fondatori di Carepy, la startup fondata da tre ragazzi pugliesi che nel 2016 era stata premiata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il concorso ‘Il Premio dei Premi’ (ne avevamo parlato qui).
Il sistema ideato da Davide Sirago, Luigi Brigida e Alessio Germinario aiuta pazienti e familiari a gestire le terapie attraverso una specifica app che funziona come una sorta di cassetta di medicinali e che si interfaccia direttamente con il farmacista o il medico di fiducia. Le informazioni sui farmaci e le modalità di utilizzo possono essere inserite direttamente dai farmacisti di fiducia, in modo che i pazienti e le loro famiglie possano consultarle in modo semplice e intuitivo. La novità ai nastri di partenza di Carepy riguarda però l’introduzione della gamification: una sorta di diario personale raccoglierà il punteggio relativo alle varie azioni che il paziente compie per prendersi cura della sua salute; più alto sarà il punteggio e più la persona salirà di livello. Una volta raggiunta una certa soglia di punti, il paziente riceverà come premio un voucher da spendere per un prodotto a sua scelta nella sua farmacia di fiducia. Un’idea per trasformare la cura di se stessi in un gioco, pensata per le persone senza patologie particolarmente gravi e che aumenta la consapevolezza.
La toccante storia di Carepy
Ma facciamo un passo indietro e torniamo al pensiero che sta all’origine di Carepy. Come per tutte le grandi idee, Carepy nasce dalla vita quotidiana e dal bisogno di risolvere alcune difficoltà che si possono incontrare. Questa volta però alla base della startup c’è una motivazione strettamente personale di uno fra i suoi fondatori, Davide Sirago CEO di Carepy. “Nel 2013, dopo un incidente grave, un mio familiare è stato costretto a restare letto per più di un mese, non si poteva muovere. In gran parte me ne sono occupato io; inizialmente pensavo fosse semplice ma poi ho toccato con mano le difficoltà: dovevo avere rapporti con il medico, con lo specialista, con il farmacista, senza però avere quel rapporto di fiducia che si instaura tra queste figure e i loro pazienti. Non sempre notavo quando il farmaco stava per finire e di conseguenza capitava di dovermi procurare in fretta la ricetta. Inoltre, talvolta accadeva che il farmacista non avesse nell’immediato il farmaco a disposizione. Insomma, mi sono imbattuto nella realtà”.
Davide tenta di trovare aiuto nella tecnologia: “Ho cercato soluzioni per il mio smartphone che mi potessero supportare e che mi permettessero di creare un rapporto con i potenziali tutor, farmacista e medico. Ho trovato tante App con lo scopo di ricordare le assunzioni dei vari farmaci ma poche che creassero rete tra famiglie e con i medici”. Un fattore non di secondaria importanza, quello individuato da Davide. Lo sviluppo di una rete tra pazienti, familiari e figure di supporto (medici o farmacisti) è fondamentale, sia per la maggiore efficienza nel seguire le terapie sia perché si crea un rapporto di fiducia che tranquillizza tutti, pazienti e familiari.
La sanità digitale, tra vantaggi e diffidenze
Davide inizia a dare vita al suo progetto, mettendoci tutto se stesso anche in virtù del fatto che ha provato sulla sua pelle le difficoltà quotidiane che si incontrano quando si deve supportare una persona vicina che sta poco bene. “È molto difficile entrare nella sanità digitale: il mondo sanitario è ancora chiuso rispetto all’innovazione tecnologica – racconta Davide – Credo che nelle persone ci sia ancora diffidenza: noi italiani teniamo molto alla nostra salute ed è ancora difficile accettare l’idea di usare la tecnologia digitale per curarsi. Abbiamo però notato che sono in molti a scaricare l’app per semplice curiosità, app che poi diventa irrinunciabile. Una volta che si utilizza, si capisce il valore, che quel consiglio al momento giusto non è banale. I medici o i farmacisti inizialmente pensano che sia un servizio superfluo, invece poi capiscono che per loro è anche una buona strategia di marketing”.
Da bravo imprenditore, infatti, Davide sa che tutti devono trarre benefici da un determinato prodotto o servizio. In questo caso i farmacisti hanno la possibilità di inviare le loro offerte o promozioni, ottenendo una divulgazione maggiore. La tecnologia, insomma, si mette al servizio dei cittadini ma, come sottolinea Davide, “ancora non è stata superata la soglia di diffidenza. Inizialmente io e i miei soci eravamo un po’ scoraggiati ma ci abbiamo creduto fino in fondo. Nell’ottobre 2014 ho costituito la società e ho iniziato a dedicarmi interamente a questo progetto, lasciando l’altra occupazione. L’evento che ha dato una svolta è stata la Fiera dei farmacisti nell’aprile 2015, durante la quale c’era uno spazio apposito per le startup. I farmacisti visionavano le startup presenti, applaudivano e fornivano consigli. È stata un’esperienza emozionante!”. Da lì al premio di Mattarella il passo è breve e ora Carepy è pronta a lanciare molte novità.
L’idea: una raccolta punti che premia chi si cura meglio
L’idea più originale è sicuramente l’introduzione della raccolta punti che premia chi si cura meglio. “Non si viene premiati in base al numero di acquisti. I punti salgono in base a quanto una persona è brava a prendersi cura di se stesso – racconta Davide – Una sorta di diario personale registrerà il punteggio, che varia a seconda delle azioni che si compiono in relazione ai punti raccolti, si potranno ricevere voucher da spendere in farmacia. In questo modo la persona si sente gratificata e aumenta la consapevolezza”. Carepy però sta per introdurre anche altri cambiamenti: “Intanto è in partenza un restyling completo del logo e delle schermate: tutto sarà più semplice e più smart – racconta Davide – Inoltre ci saranno molteplici ‘cassette’ virtuali, suddivise in base alle esigenze dell’utente o dei suoi familiari, in modo da poter gestire con sempre maggiore efficienza l’assunzione dei farmaci, gli appuntamenti, le scadenze e i foglietti illustrativi. Infine, poiché le persone più anziane apprezzano molto anche gli sms, i farmacisti avranno la possibilità di utilizzare anche questo metodo per comunicare con i loro utenti”.
L’obiettivo? La deospedalizzazione digitale
Per il momento Carepy ha circa 300 farmacie associate, 150 medici aderenti e 7.000 applicazioni attive da parte dei cittadini. La startup sta iniziando anche a prendersi in carico la deospedalizzazione delle persone. “L’obiettivo è di facilitare l’assunzione in casa della terapia iniziata in ospedale – spiega Davide – Ci siamo già attivati con gli organi competenti per sperimentare in tre presidi ospedalieri progetti pilota su alcune patologie croniche”. Insomma, anche la deospedalizzazione digitale potrebbe diventare presto una realtà diffusa. E Carepy ha tutte le intenzioni di affermarsi come azienda di riferimento. Ci riuscirà?