La casa francese fondata da Ettore Bugatti è in grande crescita e per festeggiare un appuntamento storico ha svelato la Voiture Noire da 11 milioni di euro (tasse escluse)
Centodieci anni di storia tra lusso e potenza all’insegna dell’esclusività per un posto di primissimo ordine nell’affollato panorama dei produttori di auto, dove distinguersi dall’omogeneità è sempre più difficile. Bugatti ci è riuscita molti decenni fa, sintetizzando la propria essenza nel motto “Se è paragonabile, non è più Bugatti”, e si appresta a celebrare un’annata simbolica e con novità potenzialmente rivoluzionarie per la storia e il futuro del marchio. Una delle più ghiotte primizie della casa fondata nel 1909 da Ettore Bugatti, italiano emigrato in Francia, è stata svelata all’ultimo Salone di Ginevra ed ha lasciato tutti di stucco, non solo per il suo cartellino.
L’auto più cara del mondo
La Voiture Noire (che sta per la “vettura nera”) è un esemplare unico che riprende l’iconica Type 57 SC Atlantic, la coupé dalla forma allungata progettata da Jean Bugatti, figlio del fondatore Ettore, e prodotta dal 1936 al 1938 in sole quattro unità, una delle quali, in tinta nera, fu di proprietà dello stesso Jean. Diventata subito popolare per il suo prezzo pari a 11 milioni di euro (tasse escluse) che ne fa l’automobile in commercio più costosa al mondo, la Voiture Noire arriverà su strada in realtà solo tra due-tre anni. Già perché all’appuntamento svizzero non c’era una il prototipo da ammirare, bensì un concept ancora da sviluppare con un motore elettrico e relative batterie utili per muovere l’auto all’interno del Salone. La sua base sarà una rivisitazione della Chiron e al contempo un’evoluzione della Divo, con carrozzeria in fibra di carbonio in tinta nero lucido, motore 16 cilindri quadri-turbo da 8.0 litri in grado di erogare 1.500 CV di potenza e 1.600 Nm di coppia massima, condiviso proprio dalla Divo e dalla stessa Chiron.
Da quanto filtrato finora sul progetto, pare che il primo a godersi la Voiture Noire dovrebbe essere Ferdinand Piech, nipote di Ferdinand Porsche ed ex presidente del Gruppo Volkswagen fino al 2015, ritenuto titolare di un patrimonio vicino a 45 miliardi di euro. Sempre in attese di conferme ci sono pure le voci riguardo a un altro facoltoso futuro proprietario dell’auto nera, cioè Cristiano Ronaldo, grande ammiratore dei prodotti sfornati dalla casa di Molsheim (nord-est della Francia, vicino al confine con la Germania) e con una Chiron nel suo ampio parco macchine.
La Chiron in edizione limitata
Per festeggiare i primi undici decenni di produzione (anche se l’attività è cessata la prima volta tra il 1963 e il 1987 e la seconda volta dal 1995 al 1998, quando poi il marchio è entrato a far parte del gruppo Volkswagen) Bugatti ha realizzato la “110 Ans Bugatti”, edizione limitata a venti esemplari della Chiron caratterizzata da parecchie personalizzazioni, come la livrea bicolore in stile anni Venti, i cerchi in lega in colore nero opaco e il tricolore francese presente sull’alettone posteriore e sugli specchietti.
Dopo le 70 unità consegnate nel 2017, l’anno scorso sono state 76 le Chiron recapitate ai clienti e l’obiettivo per l’anno in corso è di arrivare a quota 80, senza dimenticare la produzione della Divo – hypercar da 5 milioni di euro dedicata ad Albert Eugène Divo, un pilota che negli anni Venti si impose per due edizioni consecutive nella Targa Florio a bordo di una Bugatti Type 35 B – destinata ai 40 fortunati che hanno prenotato l’auto l’anno scorso.
Un futuro elettrico?
Le cifre citate sopra certificano il cambio di marcia dell’azienda, coinciso con l’arrivo del nuovo Ceo Stephan Winkelmann, manager tedesco 54enne in Italia da trent’anni, artefice dell’ascesa di Lamborghini nell’ultimo decennio. Sollecitato più volte sulle mosse future di Bugatti, Winkelmann ha aperto le porte a un nuovo modello di uso quotidiano e alla possibilità di puntare su motorizzazioni differenti. Un modo indiretto per affermare che pure il gruppo transalpino non esclude la realizzazione di un motore ibrido e/o elettrico, mentre a livello di corpo vettura non sono ancora affondante le speranze di un Suv griffato Bugatti. Se solo il tempo ci dirà quali saranno le scelte del management, ci sono almeno un paio di certezze che contraddistingueranno gli eventuali bolidi elettrici: la prima è l’equilibrio tra prestazioni e confort, la seconda è il consueto cartellino per pochi eletti, due simboli dell’essenza Bugatti.