L’uomo ha da sempre un sogno: volare, sentirsi libero e vivere l’esperienza di librarsi in cielo, da solo, come un’aquila. Con il simulatore Birdly (e la realtà virtuale) si può.
Il 17 dicembre 1903, i fratelli Wilbur e Orville Wright riuscirono a far volare, per la prima volta, una macchina motorizzata. Oliver, visibilmente scosso e soddifatto, descrisse così quel successo: «Incerto, ondeggiante e traballante.. ma finalmente un vero volo e non una planata mascherata». In quei 12 secondi, tanto durò la loro avventura in cielo, c’era racchiuso un sogno che l’uomo inseguiva da molto tempo.
Ma oggi.. qual è il nostro sogno?
Nel ventunesimo secolo quell’evento non è più una novità. Ne abbiamo perso il sapore, il gusto, la bellezza. Spesso ci capita, infatti, di prendere un aereo, anche per brevi spostamenti. Apparteniamo ad un mondo che ha aperto suoi confini ed eliminato gran parte delle sue barriere. E allora, oggi, qual è il desiderio che coviamo riguardo al volo?
La risposta è semplice ed è racchiusa nella naturalezza del gesto.
Non richiudersi più all’interno di scatole di metallo, sempre più sofisticate, ma cercare di capire cosa si prova ad avere il vento sulla faccia, la luce sulla pelle. Ed è per questo che siamo tornati ad invidiare gli uccelli, soprattutto quelli di grandi dimensioni come i rapaci.
La realtà virtuale in nostro soccorso
Un progetto dell’Università delle Arti di Zurigo, Somniacs, ha deciso di trasformare questo desiderio in realtà. Una realtà virtuale ovviamente. Una realtà che permette di librarsi nel cielo come un’aquila e di muoversi sbattendo le braccia come fossero ali. Una realtà che è arrivata anche a NEw York, ospite del “Museum of the Moving Image”.
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Birdly: «Non è un videogame, sia chiaro»
Max Rheiner, Fabian Trommler e Thomas Toller, tre ricercatori dell’Università svizzera, hanno le idee chiare. In tutte le interviste che hanno rilasciato sono arrivati sempre a sottolineare un punto: qui non solo si gioca, si prova un’esperienza come fosse reale, si apprende qualcosa di nuovo e ci si diverte.
Quello che hanno sviluppato è probabilmente uno dei più innovativi simulatori di volo degli ultimi anni. Si chiama Birdly e offre un’esperienza di volo totale: dalla sensazione dell’aria fredda sulle guance all’emozione di fluttuare nel vuoto più assoluto.
Com’è fatto Birdly
Per usare il simulatore, che ha visto la luce dopo tre anni di duro lavoro, bisogna indossare un paio di Oculus Rift e sdraiarsi su una specie di lettino, a pancia in giù. Una volta sistemate le mani e i piedi nei supporti il viaggio può iniziare.
E in pochi secondi, muovendo le braccia, ci si ritrova catapultati in mezzo al cielo.
Il corpo vive quest’esperienza grazie ad un sistema composto da pistoni idraulici e software specifici. Si crea così un collegamento tra il pc e il lettino, tra le immagini proposte e i movimenti dell’aviatore-uccello. Basta usare le mani per virare, accellerare e frenare, salire in alto come Icaro e piombare in basso come un’aquila. Un’esperienza unica che ci permette di iniziare un altro sogno. Volare, ma da soli, a contatto con la natura.
Alessandro Frau