Fondata nel 2013 all’estero, ora ha sede a Milano. È tra le software house più importanti al mondo sull’App Store di Apple. Specializzata in fitness e intrattenimento
Bending Spoons molti l’hanno conosciuta in queste settimane, ma gli addetti ai lavori la conoscono da anni: è una delle più affermate software house a livello europeo nella galassia iOS, ovvero sviluppa e vende app per iPhone (e iPad). Un modello vincente e made in Italy: nel 2018 ha registrato un fatturato di oltre 45 milioni di euro, dà lavoro a circa 150 persone e le sue app sviluppate a un passo da Piazza Gae Aulenti a Milano sono scaricate e usate in tutto il mondo.
La storia di Bending Spoons
Era il 2013 e i quattro founder di Bending Spoons, coloro che ancora oggi controllano e gestiscono l’azienda, vivevano in Danimarca: è lì che è nata la software house, grazie all’impegno di Luca Ferrari, Francesco Patarnello, Matteo Danieli e Luca Quarella, che all’epoca lavoravano anche insieme al polacco Tomasz Greber. La decisione di tornare in Italia risale all’incirca al 2014: cervelli che rientrano, è il caso di dire, e che lo fanno per proseguire e anzi far crescere la propria impresa.
In breve vengono assunte più di 50 persone e l’azienda si stabilisce nel suo nuovo quartier generale di Corso Como: al centro della nuova Milano, a un passo dalla Stazione Garibaldi, dai grattacieli di Isola, e a pochi minuti di cammino dal centro storico di Brera e del Duomo. Come vicini di casa, Bending Spoons può vantare importanti multinazionali: Samsung, Huawei, Google, Accenture e Microsoft sono tutte a portata di sguardo, in un quartiere che è il più moderno e tecnologico della città. La sede di Bending Spoons è ispirata al modello statunitense e in particolare quello della Silicon Valley: design moderno, spazi relax, un clima che assomiglia più a quello di un campus universitario per freschezza e metodi di collaborazione tra i giovani dipendenti con un’età media sotto i 30 anni.
Nel frattempo il parco app si è allargato e ora comprende software per allenarsi (come Sfida 30 giorni in forma), app per montaggio e fotoritocco (come Splice), oppure intrattenimento puro come nelle storie interattive di READIT o le celeberrime sfide a colpi di domande di Live Quiz. In totale Bending Spoons ha registrato oltre 200 milioni di download in tutto il mondo: il mercato italiano è solo una voce, neppure la principale, del suo fatturato.
La nascita di Immuni
L’app Immuni per il contact tracing, sviluppata da Bending Spoons, è stata acquisita dal Commissario Straordinario Arcuri dopo aver sentito le raccomandazioni della task force insediata al Ministero per l’Innovazione guidato da Paola Pisano.
Immuni era arrivata nella short list selezionata tra le oltre 300 proposte presentate dopo che lo stesso Ministro aveva lanciato lo scorso 23 marzo una call per individuare le migliori soluzioni in ambito telemedicina. Le modalità con le quali la task force ha lavorato ed è arrivata a selezionare Immuni (e le altre finaliste) è stata illustrata dalla Pisano in udienza in Commissione presso la Camera dei Deputati e il Senato.
Immuni è stata sviluppata per altro avvalendosi della collaborazione del Centro Medico Santagostino. Nel momento in cui il Commissario Arcuri ha firmato il documento con cui ha scelto l’app, il suo codice e tutto quanto il lavoro svolto da Bending Spoons è passato a titolo totalmente gratuito sotto il controllo dello Stato Italiano. Dal Ministero hanno anche fatto sapere che il codice verrà rilasciato sotto licenza MPL2.0 (free e open source), e che è in corso il lavoro per renderla pienamente compatibile con la tecnologia che Apple e Google hanno sviluppato per il contact tracing a mezzo Bluetooth LE.
L’ultima stima fornita dal Commissario Arcuri, a cui è in capo ora lo sviluppo finale e la messa in opera della app, è che Immuni sarà pronta per la fine del mese di maggio. Una stima in linea con quella di altre app che stanno venendo sviluppate in altri paesi europei. Il suo utilizzo non sarà obbligatorio, i dati raccolti (sotto forma pseudo-anonimizzata e aggregata) verranno gestiti su server nazionali di un ente pubblico (probabilmente SOGEI), e al termine della loro utilità i dati saranno cancellati.
Da dove viene il nome Bending Spoons?
Bending Spoons prende il proprio nome da una scena del film Matrix, diretto nel 1999 dalle sorelle Wachowski e con protagonista Keanu Reeves. Quest’ultimo, andato a far visita all’Oracolo, incontra un giovane bramino che gli spiega che non deve cercare di piegare un cucchiaio, bensì giungere alla verità: ovvero che “Il cucchiaio non esiste” dice a Neo, “e allora ti accorgerai che non è il cucchiaio a piegarsi, ma tu stesso”.