Bloomberg Philanthropies ha stilato una classifica delle città di tutto il mondo che stanno facendo gli sforzi maggiori verso un futuro della mobilità urbana a guida autonoma
Le auto che si guidano da solo non sono più fantascienza: sono una realtà che sta cambiando il nostro modo di muoverci. Tutte le case automobilistiche si stanno muovendo in questa direzione, sviluppando vetture con diversi livelli di autonomia: dal parcheggio assistito alla macchina che in autostrada è in grado di seguire le linee sull’asfalto, lasciando libero il conducente di togliere le mani dal volante. Non siamo ancora al punto in cui l’auto ci accompagna al lavoro mentre leggiamo comodamente il giornale, poi magari riparte da sola per andare a prendere i figli a scuola e riportarli a casa: ma manca davvero poco. La tecnologia, insomma, c’è tutta: ciò che manca è tutto il resto.
Il problema della guida autonoma
Per poter viaggiare autonomamente l’auto ha bisogno di comunicare con le altre vetture circolanti e con la strada. Un dialogo continuo, che permetta alla macchina di avere sempre dei riferimenti riguardo quello che sta avvenendo intorno ad essa. Ormai è chiaro che la partita sui veicoli a guida autonoma si giocherà sulla capacità delle città, ambiente di naturale evoluzione della mobilità senza conducente, di accogliere e integrare queste tecnologie nel proprio tessuto urbano. Integrare, fino al punto di sostituire completamente le auto per come le abbiamo conosciute sino ad oggi.
Per tutte queste ragioni Bloomberg Philanthropies ha stilato una classifica delle città di tutto il mondo che stanno facendo gli sforzi maggiori verso un futuro della mobilità urbana a guida autonoma. Tra tutte quelle valutate, 35 hanno dichiarato di “ospitare” già oggi veicoli autonomi, mentre altre 18 hanno detto di essere in procinto di farlo. Molte altre città hanno invece spiegato di stare adottando misure che vanno nelle stessa direzione.
Dove cresce il movimento delle auto senza pilota
I Paesi in cui si sta sperimentando maggiormente sono in Nord America (26 città) e in Europa (14 città), ma molto si sta facendo anche in Asia, America Latina e Australia. Le sperimentazioni in corso in queste città riguardano soprattutto la mobilità pubblica, con l’obiettivo di dare modo ai cittadini di spostarsi in maniera veloce, economica e senza danno per l’ambiente. Ad Amsterdam, ad esempio, si sta testando ROBOAT, un sistema di barche a guida autonoma per navigare tra i canali della città, mentre a Detroit si può salire su un piccolo bus elettrico e autonomo a sei posti.
Se la transizione verso i veicoli a guida autonoma sembra ormai un processo inarrestabile, molto rimane da fare. Il problema principale rilevato dal sondaggio di Bloomberg Philanthropies è quello finanziario: la causa principale dei ritardi, in moltissimi casi, è dato proprio dalla mancanza di fondi. La mobilità autonoma non arriverà nelle nostre città da sola, è necessario uno sforzo da parte di tutti.