All’autodromo di Imola non si corre la Formula Uno dal 2006, ma grazie al FabLab l’innovazione continua a viaggiare veloce.
«Il FabLab Imola è partito due anni fa da un gruppo di liberi professionisti e imprenditori imolesi, tutti tra i 30 e 45 anni». A parlare è Marco Martelli, ingegnere gestionale di 42 anni e presidente del laboratorio. Prima di fondare il FabLab, Martelli ha lavorato per WASP, la celebre azienda italiana di stampanti 3D. Si occupava dell’organizzazione strategica e dello sviluppo commerciale dei loro prodotti. «È grazie a questa esperienza che sono entrato nel mondo dei makers. Volevo portare la fabbricazione digitale anche qui a Imola» ricorda.
FabLab Imola: «dentro a un liceo. Per gli studenti, per i cittadini»
Il FabLab di Imola è ospitato all’interno del Istituto Tecnico Industriale “Alberghetti”, un istituto specializzato nel settore meccanico frequentato da quasi 1500 studenti. «Ho sempre collegato i FabLab alla formazione, chiesi così appuntamento con la dirigente del liceo per capire se potevano ospitarci al loro interno». L’idea piacque e il FabLab Imola venne inaugurato nel febbraio 2015.
Siamo stati il primo caso in Italia di FabLab. gestito da un’associazione esterna, all’interno di una scuola
L’ambiente scolastico è tendenzialmente poco aperto verso l’esterno, ma il lavoro di Martelli e dei suoi soci ha permesso di aprirne le porte alla cittadinanza. «Il nostro obiettivo era tenere aperto due giorni a settimana, più una sera, al pubblico. Il primo anno abbiamo fatto una ottantina di associati, riconfermati anche quest’anno». Tutti i giovedì sera propongono un evento: dalla stampa 3d al taglio laser, da Arduino alla Virtual Reality, fino al digital food.
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Un altro valore del FabLab, dice Martelli, sta nell’aver creato una connessione tra gli studenti e le piccole realtà esterne che hanno potuto sviluppare i loro progetti dentro la struttura scolastica. «Quello che vogliamo creare è una biblioteca tecnologica aperta alla città» una definizione importante che tiene a sottolineare.
Insegnare e diffondere conoscenza come una biblioteca (innovativa)
«I nostri progetti li trovi sulla pagina Facebook» spiega Martelli. Tra gli ultimi, insieme a una scuola media, si può vedere la costruzione di un mulino con materiali di recupero e la stampa 3D. Per l’Aero Club Baracca, hanno prodotto dei trofei con il cavallino rampante per un evento insieme alle Frecce Tricolori. Con l’ospedale di Montecatone, centro di riabilitazione per persone con lesioni al midollo spinale, hanno tenuto un corso per insegnare i principi di base della fabbricazione digitale.
«Secondo la mia esperienza personale, il problema per un FabLab è la sostenibilità economica. Un aspetto spesso sottovalutato ma fondamentale» dice Martelli in chiusura dell’intervista. «Una biblioteca tecnologica sarà al pari della classica dove si prendono i libri. Ma ci sarà comunque bisogno di un bibliotecario dentro». E, per ora, i soci del FabLab Imola sono pronti a esserci.