Elisa Buccaresi e Alessandro Marcon sono i fondatori del Fablab Cuneo. Insieme hanno creato Lorenza – Make the Flow, un kit per la preparazione domiciliare di un farmaco, l’Epoprostenolo, per il trattamento della Ipertensione Polmonare.
Ci sono realtà, all’interno del mondo dei fablab, molto diverse fra loro. Alcune più ampie e strutturate, altre più piccole e semplici. Possono essere diverse le finalità, il business plan, l’organizzazione interna, ma tutte sono legate da un unico comune denominatore: l’impatto a livello sociale che ogni fablab deve avere sul proprio territorio. Un esempio in questo senso è il fablab Cuneo, nato nel dicembre 2014 da un’idea di Elisa Buccaresi e Alessandro Marcon, che segue questa filosofia sin dagli inizi della propria attività.
L’idea del fablab nasce dalla necessità di portare la manifattura digitale anche al di fuori dei grandi centri industriali e universitari, per renderla accessibile a tutti. Si hanno così delle ripercussioni positive sia in ambito imprenditoriale sia in ambito sociale. Questo assunto è uno dei pilastri della teoria del professore dell’MIT Neil Gershenfeld, il creatore del movimento fablab nel mondo, assieme agli altri principi di base: la condivisione e la collaborazione.
Far sentire la propria voce
Elisa racconta di essere stata affascinata dal pensiero rivoluzionario del professore, «la sintesi del pensiero che incontra la materia». Insieme ad Alessandro condivideva l’idea nonostante avessero due formazioni diverse. Il fablab Cuneo nasce come associazione di promozione sociale, e fin da subito, ha cercato senza successo di ottenere l’approvazione dell’amministrazione comunale. «Non siamo stati capiti» spiega Elisa «Cercavamo uno spazio perché lavoriamo per e con il territorio, ma non conoscevano la filosofia che sta dietro al mondo dei fablab».
Il laboratorio ha deciso quindi di optare per «una linea apolitica e apartitica», intessendo i propri rapporti direttamente con il territorio, andando a parlare agli studenti, ai privati e agli imprenditori per far capire le potenzialità della fabbricazione digitale e del mondo dei makers. «Abbiamo capito l’importanza di “fare delle cose”, di far vedere che cosa si possa fare con questi strumenti. Rimanendo in ambito comunale, siamo andati nel museo civico di Cuneo e abbiamo proposto di produrre gratuitamente un percorso tattile per ipovedenti», Ma non solo. «Il fablab Cuneo si è interfacciato anche con le banche: la Cassa di Risparmio di Savigliano ha acquistato per noi una stampante 3d Sharebot, mentre con la Banca Alpi Marittime abbiamo sviluppato alcuni workshop all’interno del loro coworking».
Medicina e innovazione: l’accessibilità prima di tutto
Dopo aver creato la propria rete, il fablab Cuneo è riuscito a trovare uno spazio in cui stabilirsi e a iniziare la sua attività al massimo delle proprie risorse. Nel 2015 ha partecipato alla manifestazione “Abilitando” a Bosco Marengo (AL) il cui tema era “Disabilità e nuove tecnologie”, portando un proprio progetto destinato alle persone disabili molto gravi. Grazie all’incontro con due musicoterapisti, il laboratorio ha sviluppato l’applicazione di un sensore a chitarre di cartone, così da includere nella terapia anche chi ne era escluso.
Un bel progetto che ha avuto ottimi riscontri, perché abbatteva alcune barriere diversamente insormontabili. A questo ha fatto seguito un altro progetto, ancora più ambizioso, destinato alle persone malate. Un’idea di cui Elisa e Alessandro vanno molto fieri.
Lorenza-Make the Flow
«Quest’anno presenteremo alla Maker Faire di Roma un prototipo chiamato Lorenza – Make the Flow. Si tratta di un kit per la preparazione domiciliare di un farmaco, l’Epoprostenolo, per il trattamento della Ipertensione Polmonare» annuncia Elisa, senza nascondere il proprio orgoglio per il progetto. L’ipertensione polmonare primitiva è una malattia rara grave, la cui caratteristica è l’aumento della pressione nel circolo polmonare, con conseguente diminuzione dell’ossigenazione del sangue venoso.
In Piemonte, soltanto nell’ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano in provincia di Torino viene somministrato l’Epoprostenolo.
Il fablab Cuneo ha sviluppato un prototipo attraverso il quale è possibile autoprodursi il farmaco, cosa che permetterebbe anche alle persone senza assistenza domiciliare di curarsi autonomamente. Infatti, senza questo dispositivo, il malato non potrebbe compiere la “prova di forza” richiesta per immettere la soluzione nel serbatoio della pompa infusionale, a causa della resistenza di filtraggio. Lorenza – Make the Flow si basa su Arduino ed è stato programmato tenendo conto del disciplinare di preparazione. È composto da una valigetta trasportabile e da elementi stampati in 3D e tagliati a laser. L’idea è perfetta, il principio è nobile. Mancano solo le certificazioni.
L’appello durante la Maker Faire Rome
«Ci presentiamo alla Maker Faire nella speranza che qualcuno ci aiuti a ottenere tutte le certificazioni necessarie per poter produrre il dispositivo» conclude Elisa «purtroppo non bastano soltanto le idee, ma servono anche i soldi. Crediamo però che troveremo chi ci aiuterà, visto che il progetto è interessante e funziona».
Il fablab Cuneo ha intrapreso la via dell’innovazione nella direzione del caregiving, passando dalla conoscenza del proprio territorio ed ampliando i propri orizzonti a scenari – come quello di Lorenza – Make the Flow alla Maker Faire di Roma – dai risvolti nazionali e dalle potenzialità sociali enormi. Tutto questo senza tralasciare le altre attività del fablab, ma anzi aumentando le conoscenze e la rete di contatti e collaborazioni. Lo spirito del movimento fablab è anche questo: innovazione sociale al servizio delle persone in difficoltà. Partendo dal basso.