Continua a cresce il catalogo dell’azienda cinese, in grande ascesa. Che ora consolida ancora di più la fascia medio-bassa, anche grazie a un nuovo Redmi 9T
Non mancano mai nuovi Xiaomi: l’azienda cinese è una fucina di nuovi dispositivi, non esaurisce facilmente la scorta di sigle e varianti che ogni volta aggiungono qualcosa alla lista delle specifiche, e questa volta tocca alla linea Redmi. Il nuovo Redmi Note 9T, un dual-SIM 5G che si candida a diventare un best-seller per chi è in cerca di uno smartphone completo della nuova connettività a un prezzo invitante. Soprattutto, Xiaomi fa un passo interessante: a bordo del nuovo dispositivo c’è un chipset Mediatek, era davvero da tanto che non vedevamo un prodotto destinato al grande pubblico che puntasse su questo marchio, segno che stiamo per assistere a un 2021 con un bel po’ di equilibri tra aziende e brand che andranno a cambiare.
Com’è fatto il Redmi Note 9T
Nessuna sorpresa lato estetico, davanti abbiamo uno smartphone che non si distingue in modo particolare dalla concorrenza (e neppure dai prodotti di casa): fotocamera posteriore tripla inserita in un piccolo cerchio scuro, con un sensore principale da 48 megapixel, più una macro e un depth-sensor che costituiscono una dotazione essenziale ma probabilmente efficace, schermo da 6,53 pollici e una sostanziosa batteria da 5.000mAh che si ricarica con un alimentatore da 22,5W (ma arriva al massimo a 18W lo smartphone). Non mancano NFC, infrarossi per trasformare il telefono in un telecomando universale, fotocamera frontale da 13 megapixel e audio stereo con dual speaker (c’è pure il jack da 3,5mm!). Bene il lettore di impronte integrato nel pulsante di accensione, sul fianco, una delle soluzioni più efficaci per affidabilità e velocità.
Il processore è senz’altro il punto più interessante su cui concentrarsi: il nuovo Mediatek Dimensity 800U consente di tenere il prezzo basso ma non dovrebbe far rimpiangere troppo la concorrenza Qualcomm, fermo restando che se la potenza non manca andrà senza dubbio compreso il fattore autonomia. Dalla sua gioca il processo produttivo a 7nm, e anche l’architettura sembra moderna (2 core A72 e 6 core A55 decisamente più efficienti e meno energivori, compatibile con lo storage UFS 2.2): è un segnale importante comunque per ritrovare competizione e alternative nel settore, dunque bentornata Mediatek. Interessante anche il supporto a un’antenna 4×4 MIMO per il 5G, che dovrebbe assicurare buona qualità alla ricezione.
Infine, i prezzi. Ricordiamo che si parla di un telefono Android completo di ogni componente software desiderabile e immaginabile, con un corpo di policarbonato ma comunque uno schermo protetto da Gorilla Glass 5, con un chipset 5G: tutto questo sarà in vendita a partire dal 25 gennaio sul Mi Store a 269,9 euro per la versione 4+64GB, 299,9 euro per la 4+128GB. Per i più veloci, nelle prime 48 ore offerta speciale a 239,9 euro della versione 4+64.
L’alternativa low cost, Redmi 9T
Su cosa punta il super-economico Redmi 9T? Senza ombra di dubbio sulla super-batteria, da 6.000mAh, in un corpo tutto sommato compatto e che pesa appena 198g. Si ricarica a 18W grazie all’alimentatore da 22,5W fornito in confezione, quindi non dovrebbe volerci una vita. Per il resto è un telefono di fascia bassa, chiamiamola “entry-level”, che sul mercato internazionale costerà appena 159 euro per la versione 4+64GB, ma il cui prezzo italiano non è stato ancora comunicato (dovendo scommettere, costerà comunque qualcosa di più).
Non è un terminale particolarmente innovativo neppure questo: chipset Qualcomm in questo caso, si tratta dello Snapdragon 622, piazzato sotto uno schermo FHD+ da 6,53 pollici, e il principale punto di forza oltre all’autonomia sarà probabilmente la possibilità di montare due SIM e contemporaneamente una microSD (fino a 512GB) per espandere lo storage. Aspettiamo che Xiaomi annunci quando sarà disponibile sul mercato italiano.
Ancora smart home: non basta mai
Dulcis in fundo, due altri dispositivi annunciati nell’ecosistema smart home di Xiaomi. Si tratta di una sorta di radiosveglia connessa, uno speaker intelligente dotato di monitor touch da 3,97 pollici, che nell’idea di Xiaomi costituisce una sorta di hub per la casa connessa: pensate ad accendere e spegnere le luci connesse dallo schermo con un tocco (oltre che a voce, comprende ovviamente anche l’assistente vocale Google), o a visualizzare le vostre cam di sorveglianza connesse compatibili. È quanto fa anche il Nest Hub di Google, che tuttavia ha uno schermo leggermente più ampio (e costa di più).
Per esempio la nuova Home Security Camera 2K Pro, la cui descrizione sta tutta nel nome scioglilingua: è l’ennesima iterazione delle security cam di casa Xiaomi, una di quelle in grado di ruotare di 360 gradi sul suo asse verticale e di orientare la camera verso l’alto o il basso alla bisogna di quasi 20 gradi. Migliorata la qualità del sensore montato, con un guadagno in termini di nitidezza e luminosità soprattutto nelle condizioni di luce scarsa (persiane chiuse, di notte), e aggiunte funzioni più avanzate per il riconoscimento delle persone che entrano nel campo di ripresa. Aggiunta anche una funzione (che arriverà tramite aggiornamento più avanti) che permette di spegnere la camera temporaneamente: basta dire all’assistente Google di spegnerla per far ruotare il sensore in un punto dove è coperto dallo chassis – così da garantirsi massima privacy quando lo si desidera.
Entrambi i nuovi accessori smart arriveranno in primavera, a 59,99 euro.