Il chimico Yuki Hanyu, fondatore della startup Integriculture, ha pensato di far sperimentare agli studenti la possibilità di coltivare cellule animali in modo indipendente. Secondo lui si avvicina così la gente a un prodotto di laboratorio che fa ancora paura
Ottenere carne artificiale senza bisogno di uccidere degli animali è un business su cui si stanno esercitando diverse aziende del mondo. Questi prodotti ancora non sono arrivati sul mercato. Una delle realtà che se ne occupa, la startup giapponese Integriculture, si è spinta però oltre la ricerca, dando la possibilità agli studenti di sperimentare direttamente la coltura di cellule animali che porteranno poi alla produzione di carne. A rivelarlo è stato il fondatore di Integriculture, il chimico Yuki Hanyu che ha creato un progetto con questo obiettivo, lo Shojinmeat Project.
Far crescere la carne in casa
Agli studenti vengono consegnate delle scatole riscaldate all’interno delle quali avviene la coltura delle cellule. I contenitori possono essere posizionati in casa dai ragazzi che possono quindi seguire l’evoluzione della carne. Secondo Hanyu si tratta di un modo per stabilire una connessione tra l’ambiente accademico, dove l’idea è nata, e la gente comune che ancora non si è del tutto abituata all’idea di una carne prodotta in laboratorio.
Superare la paura
L’iniziativa del chimico giapponese ha attirato l’attenzione dei media e ha sollecitato la curiosità nei confronti di questo processo al quale molti guardano ancora con molto scetticismo. La speranza di Hanyu è di far arrivare la carne artificiale sugli scaffali dei supermercati entro il 2030. Per quella data i consumatori dovranno già essere preparati al sapore che gusteranno e potranno così godere senza preoccupazioni del vantaggio economico di acquistare un prodotto che non viene dalle fattorie. Hanyu ne è convinto: «Se la carne coltivata è qualcosa che possono fare i bambini delle scuole elementari, perché ne dovremmo aver paura?».
L’importanza della ricerca
L’azienda di Hanyu non è l’unica nel mondo ad occuparsi di questa innovazione nel mondo del cibo. Ma mentre realtà come Hampton Creek, Memphis Meats e Mosa Meat si concentrano sulla produzione di burger realizzati con carne artificiale, Integriculture si distingue con il foie gras. Si tratta di un cibo anche più semplice da produrre rispetto a una polpetta o a una bistecca. Lo Shojinmeat Project è uno stimolo alla ricerca su questo tipo di cibo: al momento ci sono 30 volontari che lavorano nei laboratori della startup a Tokyo, l’unico centro dell’Asia che si occupa di carne coltivata.