È l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena il primo centro medico specializzato in impianti ossei stampati in 3D grazie alla collaborazione di due aziende tutte italiane. Una tecnologia in grado di salvare la vita a migliaia di pazienti e di migliorare la qualità degli interventi.
Personalizzare. Un concetto ormai onnipresente, soprattutto in ambito tecnologico. Qualcosa ci piace se possiamo farlo nostro, adattarlo alla nostra persona, incastrarlo nel mood della giornata. Quando riflette chi siamo e cosa ci interessa. Cambiamo la copertina sul nostro profilo Facebook, lo sfondo sul nostro smartphone, stravolgiamo la disposizione dei mobili di una camera o persino il tragitto che facciamo per arrivare a lavoro. In poche parole, abbiamo bisogno che lo spazio attorno, fisico o digitale, sia effettivamente nostro, una ramificazione della nostra identità.
Una medicina fatta su misura del paziente
Quanto sia importante personalizzare ciò che ci circonda, e con cui entriamo in relazione, lo capiamo ancora di più parlando del nostro corpo e della nostra salute. Negli ultimi anni in medicina curare è diventato sempre più un atto ad personam. La terapia generica si è trasformata e adattata ai singoli casi.
Più ci siamo spinti nei misteri della biologia, più abbiamo capito che ognuno di noi è una combinazione unica di caratteristiche condivise con altri, e quando ci ammaliamo, nessun malato è uguale ad un altro. Adattare la cura al singolo paziente significa instaurare un dialogo reale con il suo corpo, con maggiori probabilità di guarigione. Significa parlare la stessa lingua, saper ascoltare prima di tutto.
In ambito chirurgico, tutto questo è diventato possibile con l’introduzione della stampa 3D.
Stampare in 3D significa aumentare la fedeltà della trasformazione di un’idea nella sua controparte reale. Vale per tutti i settori in cui la stampa 3D si sta facendo strada, ma il biomedicale ne è stato semplicemente rivoluzionato come nel campo degli impianti medicali, in particolare quelli ossei.
Ossa personalizzate (stampate in 3D)
Tra le principali cause che portano alla rimozione dei tessuti ossei, soprattutto nei giovani, vi è l’osteosarcoma. Nella maggior parte dei casi l’intervento chirurgico richiede la rimozione del tessuto tumorale e di almeno una parte dell’osso, che viene così sostituito da un impianto artificiale. Con l’avvento della stampa 3D è nata la possibilità di realizzare ossa artificiali personalizzate e su misura del paziente, in grado di favorire la ricrescita del tessuto senza che l’impianto venga rigettato come estraneo.
E in Italia non siamo rimasti a guardare.
Già qualche mese fa, un’azienda siciliana d’avanguardia, Mr Ortho, aveva esposto le sue novità in un’intervista realizzata dalla community biomedicale italiana Open BioMedical Initiative. L’esperienza di questa realtà aveva portato alla realizzazione, per mezzo di stampanti Arcam, di impianti ossei in titanio leggeri e dalla struttura trabecolare, ossia ricchi di interstizi in grado di essere popolati dalle cellule del paziente favorendone la crescita e quindi il successo dell’impianto stesso.
Un centro dedicato (in Italia)
Adesso, l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma ha inaugurato il primo centro italiano dove Mr Ortho, in collaborazione con Lima Corporate, metterà a disposizione le proprie tecnologie per l’impiego concreto della stampa 3D di impianti ossei. Nell’ultimo mese già 3 pazienti sono stati operati facendo uso di questa tecnologia, che secondo le previsioni permetterà di salvare migliaia di vite, riducendo gli effetti collaterali, il rischio di infezioni e migliorando la prognosi delle terapie. Stiamo davvero passando dai progetti ai fatti, realtà locali cresciute nel tempo iniziano a condividere le loro esperienze per generare cambiamento e innovazione. Si, proprio qui, in Italia.
Valentino Megale
@Quantic_Maker