Quarto appuntamento sui nuovi strumenti digitali per giornalisti e storyteller. Oggi parliamo di foto e di come si può migliorare il loro impatto narrativo in una storia. E non (solo) con il “ritocco” ma segnalando app e piattaforme dedicate.
Dopo una settimana di pausa riprendiamo il percorso domenicale alla ricerca di strumenti digitali per giornalisti e storyteller. In questo quarto appuntamento ci focalizziamo sulle foto, spaziando tra tool che non riguardano esclusivamente il ritocco (ovvero quello che si può fare senza avere photoshop) ma comprendendo quelli che si possono usare per mettere una o più foto al centro di una storia. Far sì che uno scatto, singolo o composito, non sia solo un efficace elemento di sostegno alla scrittura ma possa diventare il punto focale di una narrazione.
1) ThingLink
ThingLink è una piattaforma interattiva tramite cui si può raccontare una storia partendo da una semplice foto. Su quest’ultima, infatti, è possibile far apparire dei collegamenti a video, siti e altro materiale multimediale disponibile in rete. In tal modo le foto diventano uno strumento narrativo forte ed efficace.
L’idea è di una startup finlandese, nata nel 2010, per opera di Janne Aukia, Ulla Maaria Engestrom e Janne Jalkanen. Ha ricevuto due round di finanziamento che ne hanno determinato crescita e internazionalizzazione: il primo fatto da Social Starts (cifra segreta) e il secondo da Inventure Oy, Eric Wahlforss, Tekes, John Maloney per un totale di 2 milioni di dollari. Nel 2012 ha acquisito Pixboom una startup che si occupa di gaming. Attualmente ThingLink ha due sedi: una a Helsinki e l’altra in California. È utilizzato da 1,5 milioni di utenti e publisher.
Quanto costa: La formula scelta dai founder è quella freemium. La registrazione e l’uso dello strumento sono gratuiti. Per accedere a servizi più completi e variegati ci si abbona a pacchetti che vanno dai 10 ai 50 dollari al mese.
Chi lo usa: Tra le realtà che utilizzano ThingLink troviamo Discovery Comunications, Roche, CBS Interactive, Federated Media Publishing, New York Entertainment, Esquire.
2) Canva
Canva è un tool di design online tra i più usati e famosi al mondo. Unisce tutte le funzioni tipiche dei programmi di grafica, semplificandole al massimo e rendendole accessibili a tutti. I progetti realizzabili sono molteplici: dalla grafica per i social media al bigliettino da visita, passando per l’infografica e l’opzione “custom design” con cui stabilire su quanti pixel si desidera lavorare. Canva, inoltre, salva in automatico tutti i file che vengono creati permettendo all’utente di modificarli con estrema facilità e di non perdere nulla di quello che si realizza.
È una startup australiana con sede a Sydney. È stata fondata il 1° gennaio del 2012 grazie all’intuizione di Cameron Adams che, dopo quattro anni spesi a lavorare per Google, decise di fare il salto definitivo con la propria creatura. Nel corso degli anni ha ottenuto 5 round di finanziamento per un totale di 13 milioni di dollari. L’ultimo, pari a 6 milioni, nel mese di aprile. Tra i venture che hanno puntato su Canva ci sono AirTree Ventures, Blackbird Ventures, Shasta Ventures e Matrix Partners.
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Quanto costa: È un tool gratuito che può essere usato a partire dalla registrazione, che può avvenira anche tramite account facebook. Ci sono alcuni design di base a pagamento ma i prezzi sono contenuti.
Chi lo usa: Oggi Canva è uno strumento che viene usato da 2,2 milioni di utenti nel mondo. Privati e grandi aziende che, insieme, hanno creato oltre 20 milioni di progetti.
3) Juxtapose JS
Juxtapose JS è una piattaforma che aiuta storyteller e giornalisti a mettere in comparazione due contenuti simili tra loro. Ad esempio due foto o due gift. È una soluzione eccellente nel caso si debba raccontare l’evoluzione temporale di un luogo o di un fatto e si hanno a disposizione le foto che testimoniano un significativo cambiamento. Quello di cui si ha bisogno è semplicemente il link di riferimento dei nostri materiali. Una volta creata la comparazione possiamo anche decidere come essa debba apparire quando verrà pubblicata.
Juxtapose JS è una delle sei piattaforme sviluppate dal Knight Lab, il laboratorio della Northwestern University (College situato vicino a Chicago), nato nel 2011 e gestito dalla Knight Foundation. Il laboratorio lavora sul tema dell’innovazione in realzione al futuro del giornalismo. Il team, in soli tre anni, ha prototipato 40 idee, sviluppato 10 progetti e rilasciato 6 strumenti per storyteller.
Quanto costa: Juxtapose JS è un tool totalmente free e volutamente open source. È facile da usare e si adatta a tutti i principali device esistenti. Basta solamente accedere al sito per iniziare a usarlo.
Chi lo usa: Come tutti gli strumenti sviluppati e lanciati dalla Knight Foundation, è una risorsa a cui i giornali hanno aderito rapidamente. Tutte le grandi testate in lingua inglese ne fanno un uso quasi quotidiano.
4) Pic Monkey
PicMonkey è un tool online che consente di ritoccare e sistemare le immagini caricate direttamente dall’utente (anche da social come Flickr). Gli strumenti che si possono usare sono moltissimi: da quelli per il ridimensionamento della foto, a quelli per il ritaglio e il sezionamento, fino a quelli per la gestione della saturazione e dell’intensità dei colori. È presente anche una gamma ampia di effetti e filtri per cambiare faccia all’immagine scelta. Altresì è possibile corredare quest’ultima di cornici, brevi testi ed etichette personalizzate.
È una startup americana, basata a Seattle, fondata nel 2012. È nata dalle ceneri di un altro programma per il foto-ritocco, chiamato Picnik, acquistato da Google e poi abbandonato poco tempo dopo. Due delle anime di Picnik, Justin Huff e Brian Terry, decisero allora di lasciare il colosso americano per continuare il rapporto che avevano creato con migliaia di utenti delusi da questa scelta.
Quanto costa: L’utlizzo dell’applicazione è gratuita. Il sistema però è freemium, ovvero sono disponibili servizi e strumenti avanzati, per lavori più professionali, disponibili in abbonamento.
Chi lo usa: PicMonkey è uno degli strumenti più diffusi di foto-ritocco ed è utilizzato da decine di migliaia di utenti al giorno. Anche perché per usarlo non è necessaria una pre-registrazione.
5) Exposure
È una piattaforma online che permette a reporter e storyteller di raccontare delle storie attraverso un percorso fotografico scelto. Una narrazione visiva che, tuttavia, può essere corredata da testi narrativi e altri contenuti multimediali. È uno strumento che, incentrando l’attenzione sulle immagini, ha un grande impatto sul lettore. È, infine, uno strumento compatibile per tutti i device, senza che venga persa la qualità e l’eleganza che lo contraddistingue.
Exposure è un progetto della startup californiana Elepath fondata nel 2011 da Jack Lodwick (fondatore anche di Vimeo e Keezy, nonché investor di Tumblr). Tra le sue produzioni spicca Elevision, una piattaforma per scoprire e guardare film e web-series. Il 25 novembre del 2011 ha ricevuto un round di finanziamento, da parte di BoxGroup, i cui termini economici non sono stati resi pubblici. Exposure, ultima nata, è stata lanciata ufficialmente nel 2013, con l’intenzione di creare una vera community di storyteller.
Quanto costa: L’account free permette all’user di costruire tre storie. I piani a pagamento, 9$ a mese o 99$ all’anno, concedono invece di elaborarne a piacimento senza limitazioni.
Chi lo usa: Sono molti i brand e le associazioni che hanno deciso di utilizzare Exposure per i loro progetti: dal WWF a DoorDash, da Tens a Nooklyn, da Lyft a Filson.
6) Reclog
Reclog è una app che permette di legare ad una foto un audio di trenta secondi. Dopo aver scattato un’immagine (o recuperandone una sul web) si registra con lo smartphone un audio dal vivo e poi si invia il tutto in forma di link. Quest’ultimo, che funziona con qualsiasi browser, può essere visualizzato da tutti, anche da chi non usa l’applicazione. L’invio dei contenuti può avvenire via facebook, twitter, whatsapp, sms, email. Eventi, concerti, incontri e conferenze possono essere raccontati attraverso un’interazione diversa. Un’app per veri citizen journalists.
È una startup italiana, basata a Catania, fondata da Biagio Teseo e Giovanni Cantamessa. E stata costituita nel 2013, ma le presentazioni dell’idea sono iniziate ben prima (dal 2010). Nel 2012 ha ricevuto un grant di 25.000 da parte di Working Capital di Telecom Italia. La vera svolta che poi ha permesso il lancio durante l’anno successivo. Nel primo mese di vita, Reclog ha registrato più di 1.300 download solo dall’apple store.
Quanto costa: Reclog è un’app completamente gratuita. Per usarla basta scaricarla e iniziare ad associare alle proprie foto un audio personalizzato.
Chi lo usa: L’attenzione per Reclog si è rapidamente diffusa in tutta Italia. Ne hanno testato le potenzialità realtà editoriali come Startupitalia, Wired, il Fatto Quotidiano e Ninja Marketing.
7) Thematic
Thematic è uno strumento Web che permette di creare slideshow e album fotografici dal notevole impatto visivo. Ciascun elemento può essere corredato di titoli o commenti testuali. Le storie create possono essere “seguite” dagli utenti della community, condivise sui social o sulle piattaforme di scrittura come WordPress o Magento. All’estero sono spesso usate per fini didattici o divulgativi oltre che per testimoniare eventi specifici. I file possono essere inseirti da dropbox o direttamente dal proprio Pc con un semplice drag & drop.
Thematic è una giovane startup statunitense con sede a New York. I suoi founder sono tre: James Salanitri (l’ideatore e il creativo); Erik Gaston (l’esperto XI); Andrej Anisimov (sviluppatore). Il lancio della piattaforma è avvenuto poco più di un anno fa, a febbraio 2014. Da allora non sono stati rivelati finanziamenti o investimenti ricevuti. Sul sito, inoltre, manca una sezione dedicata alla storia e allo sviluppo della startup. Insomma, se il prodotto è buono, la parte di comunicazione lascia ancora a desiderare.
Quanto costa: Attualmente il servizio è totalmente gratuito. Basta semplicemente creare un proprio profilo, anche tramite facebook, e iniziare a raccontare la propria storia visuale.
Chi lo usa: Oltre alle centinaia di storie create dagli utenti spuntano enti e aziende più noti al grande pubblico come Spotify, Ted e Nautica. Non mancano i giornalisti e i fotografi che ne sottolineano semplicità ed efficacia.
Gli altri capitoli:
1) 8 strumenti per creare storie lunghe e immersive
2) 7 tool per creare velocemente video (e animazioni) professionali
3) I migliori tool per creare mappe (geografiche) digitali