Lentamente, i taxi volanti iniziano a farsi strada nei cieli. Come ha riportato Reuters, la società cinese EHang ha cominciato a mettere sul mercato il 216-S, un drone a due posti in grado di volare a 130 km/h per coprire al massimo 30 km con una ricarica completa. A colpire è anche la vetrina in cui l’azienda ha deciso di proporre il mezzo: Taobao. Si tratta di uno dei siti ecommerce più importanti in Cina, fondato dalla Big Tech Alibaba nel 2003. Un 216-S costa più di 332mila dollari.
Quanto vale la drone economy in Italia
Il mercato della drone economy è ancora una nicchia, soprattutto se guardiamo al contesto italiano. I dati più recenti fotografano un ecosistema che conta 700 aziende impegnate su vari ambiti – dal trasporto di medicinali ai taxi volanti. Secondo l’Osservatorio Droni e Mobilità Aerea Avanzata della School of Management del Politecnico di Milano nel 2022 si è registrato un giro d’affari da 118 milioni di euro (in crescita del 20% rispetto al 2021).
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Taxi volanti: il ruolo della Cina
La Cina è senz’altro uno dei Paesi all’avanguardia nella drone economy, come si è visto al CES 2024 a Las Vegas a inizio anno. Il taxi volante di EHang ha ricevuto le autorizzazioni dagli enti cinesi per poter decollare e ha già completato più di 42mila voli con successo, dimostrando l’affidabilità e la sicurezza della tecnologia.
Dati ripresi dal South China Morning Post riferiscono che soltanto in Cina la cosiddetta low-altitude economy, in cui rientra a pieno titolo il segmento droni e taxi volanti, potrebbe generare un giro d’affari fino a 705 miliardi di dollari entro il 2025. Cifra che, evidentemente, segna un enorme distacco rispetto ad altri contesti, tracciando una possibile strada sulla mobilità del futuro.