La Commissione Europea ha dato l’ok agli aiuti di Stato italiani da 2 miliardi di euro che sosteranno la società STMicroelectronics nella costruzione di una fabbrica di chip che dovrebbe sorgere in Sicilia, a Catania. Nello specifico l’impianto si occuperà di dispositivi di potenza al carburo di silicio. Come si legge sul sito di Rainews, è prevista l’entrata a pieno regime entro il 2032.
STMicroelectronics: le ragioni del sì agli aiuti di Stato
Margrethe Vestager, Commissaria europea per la concorrenza, ha commentato così il via libera di Bruxelles agli aiuti di Stato per l’impianto siciliano di STMicroelectronics : «La misura italiana da 2 miliardi di euro approvata oggi sostiene un impianto integrato unico nel suo genere per i chip di carburo di silicio. Rafforzerà la filiera europea dei semiconduttori e ci garantirà l’accesso a una fonte affidabile di chip ad alta efficienza energetica, utilizzati ad esempio nei veicoli elettrici e nelle stazioni di ricarica. Ciò sosterrà la nostra transizione digitale ed ecologica e contribuirà a creare occupazione altamente qualificata, limitando al contempo le possibili distorsioni della concorrenza».
Complessivamente l’investimento richiederà 5 miliardi di euro e, come riporta Reuters, l’obiettivo principale di questa fabbrica di chip in Sicilia sarà alimentare la crescente domanda di componenti per batterie nel comparto automotive. Nella geografia degli impianti come le Gigafactory l’Italia non gode certo di una centralità negli investimenti, se paragonata ad esempio a quanto sta accadendo nel nord della Francia (la scaleup Verkor ha chiuso nel 2023 un round da 2 miliardi ed è impegnata in quel territorio).
Ci sono comunque attività in corso, ad esempio a Termoli dove la joint venture paritetica tra Stellantis, Mercedes e TotalEnergies punta alla costruzione di un impianto di produzione batterie da 2 miliardi di euro. Rispetto all’impianto di Catania, Bruxelles ha spiegato che gli aiuti di Stato costituiscono una misura che «facilita lo sviluppo di alcune attività economiche, consentendo la creazione di un nuovo impianto di produzione di massa per tecnologie e chip innovativi in Europa».