Secondo una ricerca di Boston Consulting Group, tre quarti dei fornitori di servizi sanitari e più di un terzo dei clienti utilizza le tecnologie del metaverso, ma molti devono ancora definire una strategia precisa. Fondamentali i prossimi 2-3 anni
Spesso si associa il metaverso all’idea di gioco ed intrattenimento, ma questo spazio virtuale immersivo e condiviso sta offrendo importanti prospettive in numerosi settori, tra cui la medicina, come evidenziato dal viaggio nella digital health condotto da StartupItalia. Un’opportunità per le persone e per le aziende, che guardano con ottimismo al futuro: nel settore dell’assistenza sanitaria mondiale il 77% dei fornitori e il 94% dei clienti globali si aspetta un coinvolgimento in rapida crescita nei prossimi anni. Lo rileva l’ultimo studio di Boston Consulting Group, “The Health Care Metaverse Is More Than a Virtual Reality”, basato su un sondaggio tra fornitori, clienti ed aziende dei settori biopharma e medtech.
Metaverso e sanità: applicazioni e fasi di sviluppo
Quali sono le applicazioni del metaverso in campo sanitario? Innanzitutto ci sono le “realtà estese” (X-reality), ovvero la combinazione delle esperienze visuali ed immersive offerte dalla realtà aumentata (AR), dalla realtà virtuale (VR) e dalle realtà mista (MR). Poi, le tecnologie e le applicazioni del Web3, come blockchain e risorse virtuali, e gli M-world, ovvero i luoghi virtuali dove incontrarsi e creare contenuti.
Queste tecnologie possono migliorare l’accesso alle cure, mettendo in contatto pazienti e fornitori senza il vincolo del posizionamento geografico, aumentare la precisione delle diagnosi e la qualità della chirurgia, ridurre i costi per le forniture, la formazione medica e la gestione dei dati.
Secondo la ricerca BCG, tre quarti dei fornitori di servizi sanitari e più di un terzo dei clienti intervistati le utilizza già, ma solo il 17% dei fornitori e il 6% dei clienti sta sviluppando un vero e proprio programma: la maggior parte deve ancora definire una visione ed adottare una strategia precisa. Il 90% dei dirigenti interpellati, comunque, crede che l’importanza del metaverso aumenterà. Fondamentali per favorire e cavalcare il cambiamento saranno gli investimenti nei prossimi due o tre anni.
Si può ipotizzare che lo sviluppo del metaverso nella sanità avverrà in tre fasi. Attualmente siamo nel periodo di sperimentazione iniziale, mentre nei prossimi 5 anni ci sarà la progressiva adozione dei casi d’uso già esistenti e l’emergere di nuovi casi, alimentati dal progresso tecnologico. Le sfide più diffuse saranno l’assistenza ai disabili e agli anziani, le sperimentazioni cliniche, la creazione dei gemelli digitali degli ospedali e la gestione delle richieste di rimborso e dei dati dei fornitori. La terza fase vedrà da un lato la standardizzazione delle tecnologie già introdotte in varie aree dell’assistenza sanitaria e dall’altro lo sviluppo di nuovi casi d’uso sempre più articolati, con la convergenza delle varie tecnologie, come gli ospedali XR e M-world, gli interventi chirurgici robotici in remoto e l’archiviazione dei dati dei pazienti su una blockchain.
Come le aziende possono entrare nel metaverso
In questo scenario sarà fondamentale la capacità delle aziende di inserirsi nella rivoluzione in corso, con sguardo visionario, velocità e determinazione. “Per estrarre il massimo valore dal metaverso, le startup e le aziende devono valutare come le tecnologie si adattano meglio alle loro strategie ed operations attuali”, commenta Lorenzo Positano, managing director e partner di BCG. “Il primo passo è sviluppare una prospettiva su come il metaverso crescerà in aree importanti per l’azienda e, quindi, identificare casi d’uso di alto valore che si allineino con i propri obiettivi strategici. L’analisi dovrebbe includere una valutazione dei modelli di investimento, dei progressi tecnologici e delle tendenze di adozione e dovrebbe comprendere gli ostacoli che devono essere superati, compresi i fattori relativi all’infrastruttura digitale, alla regolamentazione, ai dati dei pazienti e al rimborso”.
“Il primo passo è sviluppare una prospettiva su come il metaverso crescerà in aree importanti per l’azienda e, quindi, identificare casi d’uso di alto valore che si allineino con i propri obiettivi strategici”
Una volta definita la visione e i casi d’uso, le aziende possono intraprendere quattro passaggi aggiuntivi per un’implementazione di successo. “Prima di tutto bisogna esplorare la progettazione di un’esperienza (UX) che offra sia valore per gli utenti che ROI per l’organizzazione. In secondo luogo, creare una strategia di digital twin per continuare a sviluppare i casi d’uso. Terzo, sviluppare le capacità necessarie per competere, valorizzando il talento interno ed identificando le risorse da prendere dall’esterno. Infine, stabilire un “mission control office”, con processi chiari per monitorare e supervisionare l’implementazione”.
Da dove cominciare, in concreto? Cinque i consigli di Lorenzo Positano: Primo: “Vivere il metaverso, acquistando alcune cuffie, organizzando sessioni dimostrative ed esponendo l’organizzazione a nuove possibilità. Ad esempio, BCG ha aperto un “ufficio” nel metaverso per aiutare a creare consapevolezza, interesse ed esperienza tra i nostri partner, il personale e i clienti”. Secondo: “Formare una crew, riunendo persone esperte ed appassionate in una struttura libera, che faciliti l’interazione e la collaborazione regolari”. Terzo: “Raccogliere casi d’uso, facendo brainstorming e valutando quelli di maggior valore”. Quarto: “Promuovere collaborazioni, avviando discussioni con potenziali partner e colleghi per costruire conoscenze ed esperienze”. Quinto: “Seguire le tendenze, rimanendo aggiornati sugli investimenti tecnologici, le tendenze di adozione e i cambiamenti nella regolamentazione”.
Salute, chirurgia, fisioterapia: le startup
Come accade spesso con le nuove tecnologie, le startup fanno da apripista e molte di esse hanno già immesso prodotti validi sul mercato. Ad esempio, nel campo della salute mentale e dei trattamenti neurologici, c’è la tedesca Sympatient, la “prima clinica digitale per l’ansia”, che offre un trattamento basato sulla realtà virtuale contro l’agorafobia, la fobia sociale e i disturbi da panico. Analogamente, l’inglese Oxford VR ha sviluppato una piattaforma che fornisce ai pazienti una terapia di esposizione attraverso “trattamenti in situ” in uno spazio sicuro, dove possono essere simulate diverse condizioni.
La realtà aumentata viene poi utilizzata per la preparazione e l’esecuzione di interventi chirurgici alla colonna vertebrale e il posizionamento di cateteri: consente una visualizzazione completa (anziché bidimensionale) dell’anatomia del paziente, migliora i tassi di errore, la velocità e i risultati. Tra le aziende attive, figurano le americane SentiAR, che ha sviluppato un sistema per la visualizzazione interattiva in 3D del tessuto cardiaco, Augmedics (visualizzazione del midollo spinale) e Medivis (sovrapposizione di immagini mediche durante l’intervento).
Nel campo della fisioterapia e della riabilitazione, infine, l’XR migliora l’accesso alle cure, rendendo possibili i trattamenti anche a distanza, come nel caso di recupero dell’ictus, grazie a sensori corporei integrati per il monitoraggio dei progressi. La startup XRHealth, nata in Massachusetts, ha così ideato un programma basato sulla VR, che consente di associare i pazienti ai terapisti che creano per loro piani di cura personalizzati e li gestiscono tramite realtà virtuale. Anche GestureTek Health, che ha sede a Tronto, ha creato “giochi” di fisioterapia, che collocano i pazienti in mondi virtuali e consentono ai medici di monitorare e regolare i parametri dell’attività.