Micheal Carruth sta sviluppando delle mini-turbine eoliche, ad alta efficienza. Per il suo progetto, supportato dall’Università del Colorado, si è ispirato dalle nuvole e dai corsi d’acqua.
Un materiale super-adesivo ispirato dalle zampe dei gechi, tecniche di volo per i droni elaborate osservando insetti e pipistrelli: l’evoluzione ha già risolto gran parte dei problemi sui quali scienziati, ingegneri ed esperti di ogni campo si stanno ancora arrovellando. Perché non approfittarne, coniugando la natura e le idee per nuove invenzioni? È quanto ha fatto il giovane texano Michael Carruth, studente all’Università del Colorado Boulder, trasformando un’infanzia di giochi all’aperto nel progetto di design di una turbina eolica ad alta efficienza.
«Mi incuriosivano l’aria, il vento e la possibilità di sfruttarlo per la produzione di energia», racconta Carruth. «Per le idee su come ‘catturarla’ mi sono ispirato agli uccelli e alle vele delle barche. Osservare le nuvole e le loro interazioni col terreno è sufficiente a comprendere il senso del movimento, mentre lo scorrere dell’acqua in un ruscello aiuta a farsi un’idea dell’azione del vento».
Come funziona la turbina
Il suo progetto, che ha chiamato Vertical-Axis Sail-Turbine (VAST), consiste in due “vele” flessibili che si aprono e chiudono in base alla direzione da cui soffia il vento, in modo da massimizzare la produzione di energia. L’idea gli è venuta mentre guidava da Austin verso l’Università ed è passato davanti a un piccolo parco di normali turbine a tre lame. Si muovevano tutte a velocità differenti, alcune erano ferme, il che l’ha portato a chiedersi se fosse possibile progettare un nuovo tipo di turbina che fosse più efficiente e applicabile su piccola scala, ma allo stesso tempo non più difficile da integrare nel paesaggio rispetto ai modelli già in uso.
Al tempo Carruth era iscritto a economia, ma «non riuscivo a togliermi l’idea della turbina dalla testa», racconta. Così ci lavorava nel tempo libero, buttando giù delle bozze. «Ma non ero più interessato a studiare economia. Ho tentato la sorte con l’environmental design program, che si è rivelato una scelta più adatta a me».
Quello che mi piace del design è la libertà di espressione che permette
I materiali che la compongono
Il progetto si basa sulla tipologia di turbina meno diffusa, quella ad asse verticale, che non essendo orientata riesce a “raccogliere” il vento da qualsiasi direzione provenga. La struttura principale sarà costruita in alluminio mentre le due vele aerodinamiche, pensate in modo da aprirsi e ripiegarsi in base al vento, saranno di fibra di carbonio e nylon rinforzato ripstop.
VAST è già diventato il progetto di senior design di sei ingegneri del College of Engineering and Applied Sciences alla CU Boulder, dove Carruth si è rivolto alla ricerca di qualcuno che lo aiutasse a passare da idee e disegni al prototipo. Negli ultimi due anni il progetto ha vinto fondi di ricerca per 2500 dollari, che hanno permesso di condurre i primi studi di fattibilità e coperto i costi della prototipazione.
Il pensiero (green) dietro al progetto
La struttura e le pale, a guardarle, ricordano un po’ le ali di un uccello o i petali di un fiore bianco che si muovono al vento. A dimostrazione che Carruth ha centrato il punto dell’environmental design. Lo spiega Justin Bellucci, tra gli insegnanti del giovane designer, che ha seguito la progettazione di VAST. «Insegniamo ai nostri studenti a unire elementi sociali, ecologici, culturali ed etnici nel loro approccio al design», il che (quando il lavoro è ben fatto) permette alle strutture artificiali di amalgamarsi in maniera più omogenea con l’ambiente.
«Voglio rendere il mondo un posto migliore esplorando nuovi modi di fare architettura», conferma Carruth, che ha entusiasmo da vendere, «cambiando filosoficamente il rapporto che abbiamo con i problemi. Il che richiede un differente livello di design».