Per la rubrica “Italiani dell’altro mondo” il direttore del laboratorio di Longevità e Cancro presso l’IFOM di Milano ripercorre a StartupItalia la sua carriera, che comincia negli USA, dove tuttora dirige l’Istituto di Longevità. “Vogliamo fare in modo che il corpo si rigeneri con le sue abilità naturali”
“Credo che il mio interesse per la longevità affondi le sue radici nella mia infanzia, anche se non l’ho mai razionalizzato completamente. Quando ero piccolo, vidi mio nonno morire e questo fece nascere in me, una volta cresciuto, il desiderio di approfondire il mistero stesso della vita: perché e come invecchiamo?”. Valter Longo è conosciuto in tutto il mondo per l’invenzione della Dieta Mima Digiuno e della Dieta della Longevità, da cui ha preso il nome il suo libro, bestseller internazionale. Alla base delle sue ricerche, l’idea che la nutrizione possa farci vivere sani e a lungo. E non è un caso, forse, che sia nato e cresciuto tra “due regioni le cui cucine sono tra le più gustose e sane al mondo”, Liguria e Calabria, quest’ultima anche caso di studio come terra di ultracentenari.
All’inizio, però, Longo è andato in tutt’altra direzione: ancora inconsapevole della strada che avrebbe intrapreso, a sedici anni si è trasferito negli Stati Uniti con il sogno di diventare un chitarrista rock. “Sono entrato in una famosa scuola di jazz in Texas, ma prima ancora di compiere i vent’anni mi sono reso conto che il tema dell’invecchiamento mi incuriosiva profondamente. Così ho deciso di studiare biochimica, pensando che, se avessi unito la biologia da un lato e la chimica dall’altro, non avrei sbagliato”.
“Ho avuto la possibilità di affiancare due star come Roy Walford e Caleb Finch, veri pionieri con lo sguardo rivolto verso il futuro”
Dopo la laurea all’Università del North Texas, ha conseguito il dottorato di ricerca alla University of California di Los Angeles e qui ha completato la sua formazione con un post-dottorato in neurobiologia dell’invecchiamento e malattie neurodegenerative. “Era l’inizio degli Anni Novanta, ma a Los Angeles questa tematica veniva studiata già dagli Anni Sessanta. C’era un intero edificio dedicato a questa ricerca, che appariva come fantascientifica agli occhi del mondo, tanto che era quasi imbarazzante lavorare su un simile argomento. In quel periodo ho avuto la possibilità di affiancare due star come Roy Walford e Caleb Finch, veri pionieri con lo sguardo rivolto verso il futuro”.
Invecchiamento, viaggi su Marte e IA
L’attenzione verso questi temi è cresciuta in tutto il mondo dopo il Duemila ed è “esplosa negli ultimi 5-6 anni. Lo vedo innanzitutto dagli studenti che vogliono fare il Phd in Biologia dell’Invecchiamento, insegnamento che ho fondato insieme ad altri colleghi: sono sempre più numerosi e provengono dalle migliori università, come Harvard, MIT o Stanford, sicuramente trent’anni fa non sarebbe successo. Ma è cresciuto anche l’interesse delle persone in generale: in molti si chiedono come vivere più a lungo”. Un’ulteriore svolta è stata impressa quando varie bigtech hanno deciso di scendere in campo. Per esempio, i fondatori di Google, Sergey Brin e Larry Page, hanno dato vita alla società Calico, che fa parte di Alphabet, Elon Musk ha lanciato Neuralink, Jeff Bezos ha puntato sulla startup Altos Labs, il cofondatore di Oracle Larry Ellison ha fatto una donazione di centinaia di milioni di dollari alla ricerca sull’invecchiamento. “I più ricchi al mondo parlano di questo tema e se ne interessano con progetti veri. Invecchiamento, viaggi su Marte e Intelligenza artificiale sono le sfide futuristiche del momento”.
“È cresciuto anche l’interesse delle persone in generale: in molti si chiedono come vivere più a lungo”
Oggi Valter Longo è professore di Biogerontologia e direttore dell’Istituto di Longevità alla University of Southern California – Davis School of Gerontology di Los Angeles. Contemporaneamente dirige il laboratorio di Longevità e Cancro presso l’Istituto di Oncologia Molecolare IFOM di Milano e collabora con numerose università italiane e straniere, oltre ad aver dato vita nel 2017 alla Fondazione che porta il suo nome. Le ricerche sono focalizzate sull’analisi dei meccanismi genetici che predispongono all’invecchiamento e all’individuazione di strategie terapeutiche che possano rallentare e contrastare l’insorgenza di patologie importanti legate all’età.
“Essendo andato via da giovane, non avevo mai vissuto fino in fondo il mio Paese d’origine, ma ho sempre coltivato il desiderio di poter vivere sei mesi in Italia e sei mesi in California. Un progetto che si è realizzato quando ho avuto l’opportunità di lavorare con l’IFOM e di essere così circondato da un gruppo di esperti in oncologia, anche perché nel frattempo avevo iniziato ad approfondire il rapporto tra alimentazione e tumori. Se negli Anni Novanta Los Angeles era la capitale dell’invecchiamento, oggi Milano è un po’ la capitale della cura del cancro a livello nazionale, grazie a realtà importanti, come IEO e San Raffaele, che affiancano gli istituti di ricerca”.
Italia e USA: due modi diversi di fare ricerca
Secondo Longo, che la rivista scientifica Science di recente ha citato come pioniere dell’uso del digiuno nelle terapie metaboliche contro i tumori e nel 2018 è stato annoverato da Time fra le 50 persone più influenti al mondo, “in Italia si riesce a fare bene ricerca: almeno per quanto riguarda la mia esperienza personale, ho lavorato sempre con studenti molto preparati, che non hanno niente da invidiare alla formazione che si può ricevere negli altri Paesi”.
Certo, i finanziamenti sono scarsi, a maggior ragione se li si paragona all’abbondanza di fondi messi a disposizione in America: “Non si creda, però, che sia facile ottenerli, perché negli Stati Uniti c’è molta competizione: le realtà sono numerose e bisogna faticare per emergere, ma se ci si impegna i risultati arrivano. Non si ha quella sensazione che, al di là della bravura, ci sia anche la politica a determinare i destini dei progetti di ricerca”.
L’impressione generale, tuttavia, è quella di un Paese molto statico, fermo a causa della sua burocrazia e delle complicazioni che questa comporta: “La California, al contrario, è molto sognatrice. Si va più all’avventura, ci si lancia e poi si vede che cosa succede. Nel mezzo, tra questi due estremi, si collocano Paesi europei come Germania, Inghilterra e Francia”.
“Rispetto all’Italia la California è molto sognatrice. Si va più all’avventura, ci si lancia e poi si vede che cosa succede”
Secondo Valter Longo, l’Italia dovrebbe puntare di più sulla relazione tra il mondo della ricerca e quello delle startup e delle aziende. “Anche in Europa ormai tanti grant hanno una componente di business: si lavora su un farmaco, sperando che poi arrivi a un paziente. Invece in Italia c’è quasi uno stigma e manca questa seconda parte. Nella maggior parte dei casi sono le aziende a intervenire, inglesi o americane, che rilevano le startup, cresciute in modo underground, quando queste raggiungono una dimensione interessante”.
Cancro, diabete, medicina rigenerativa
Quali sono ora le sfide in corso? “Siamo molto interessati alla medicina rigenerativa, ovvero a trovare un metodo affinché il corpo riesca a rigenerarsi attraverso le sue abilità naturali. Se il corpo, di fronte a una ferita, è in grado di ricostruirsi, come si può attivare la rigenerazione cellulare anche per intervenire contro l’invecchiamento di pelle, cuore, fegato e cervello?”.
Un altro focus importante riguarda il cancro: “In laboratorio abbiamo dimostrato che brevi periodi di restrizione calorica sono in grado di proteggere le cellule e i tessuti sani dalla tossicità dei chemioterapici e di sensibilizzare le cellule maligne alle terapie anti tumorali: tali risultati hanno permesso di avviare uno studio in fase I di sperimentazione clinica in diversi ospedali americani ed europei. Allo stesso modo ci sono vari studi in corso sul diabete: stiamo approfondendo come la Dieta Mima Digiuno possa essere efficace nella regressione della malattia e nella conseguente diminuzione della quantità di farmaci assunti, che spesso causano problemi collaterali”.
“Se il corpo, di fronte a una ferita, è in grado di ricostruirsi, come si può attivare la rigenerazione cellulare anche per intervenire contro l’invecchiamento di pelle, cuore, fegato e cervello?”
Dalla scorsa estate, infine, la Fondazione Longo ha dato il via alla prima ricerca italiana sugli effetti della Dieta della Longevità, in collaborazione con IFOM, Università della Calabria ed Università di Palermo: l’obiettivo è dimostrare come essa possa influenzare le condizioni di salute, riducendo la percentuale di massa grassa, migliorando l’età biologica e diminuendo i fattori di rischio per le malattie. I 501 partecipanti, divisi in tre gruppi omogenei, come previsto dallo studio clinico randomizzato, stanno seguendo tre regimi alimentari diversi: il primo continua ad alimentarsi secondo le proprie abitudini, il secondo gruppo segue ogni due mesi la Dieta Mima Digiuno, mentre il terzo gruppo applica anche la Dieta della Longevità. “Coinvolgendo un numero di persone così ampio, la ricerca farà in modo che questo regime alimentare possa essere ufficialmente preso in considerazione da parte della comunità medica per arrivare ad essere inserito nella ‘cassetta degli attrezzi’ dei sanitari, i quali potranno decidere di utilizzarlo in sostituzione oppure in affiancamento ai farmaci tradizionali”.