Alcuni ricercatori hanno sviluppato degli stivali ascellari da pesca dotati di sensori per la temperatura. In questo modo è possibile identificare le zone più ricche di pesce e raccogliere dati sui corsi d’acqua
Un gruppo di ricercatori olandesi e americani ha trovato il modo di farsi aiutare negli studi idrologici, coinvolgendo i pescatori. Hanno sviluppato degli stivali ascellari da pesca dotati di sensori per la temperatura, che permettono di identificare le zone più ricche di pesce mentre raccolgono dati sui corsi d’acqua, inviati via Bluetooth sullo smartphone provvisto di GPS.
Big data in aiuto della scienza
L’obiettivo, come spiega sulla rivista Geoscientific Instrumentation, Methods and Data Systems Rolf Hut, uno degli autori, è capire meglio in quali punti le acque di falda entrano nei corsi d’acqua e dove questi confluiscono nelle falde sotterranee. Queste interazioni sono complesse e molto variegate attraverso i vari corsi d’acqua, perciò per studiarle serve una grossa mole di dati aggiornati, raccolti in punti diversi. Capire le dinamiche aiuterebbe a tutelare meglio gli habitat e la loro biodiversità, oltre a valutare l’acqua da un punto di vista della qualità anche per il consumo umano.
L’idea nasce da una conversazione tra Hut e il collega Scott Tyler, che hanno subito trovato nella citizen science l’alleata ideale per raccogliere dati a costo ridotto, coprendo ampie porzioni di territorio. Dopo aver provato il prototipo in vari corsi d’acqua e diverse condizioni, hanno presentato il progetto con un poster alla European Geosciences Union General Assembly lo scorso aprile e condotto vari test sul campo e in laboratorio, in modo da calibrarli nel modo giusto.
I risultati dei test
Camminando su e giù per i torrenti delle campagne olandesi, Hut (in foto) ha valutato quanto rapidamente gli stivali sono in grado di rispondere ai cambiamenti veloci di temperatura e quanto il calore emanato da chi li indossa influisca sui rilevamenti.
Ora non resta che trovare una partnership con i produttori degli stivali da pesca, in modo da capire come incorporare i sensori. «Abbiamo dimostrato che il prototipo può misurare il tipo di cambiamenti nella temperatura che ci interessa studiare», conferma Hut. «Funziona!».
Scoprire dove abbonda il pesce
Il monitoraggio della temperatura permette al pescatore di spostarsi nei punti in cui è più probabile ci siano pesci, mentre in tempo reale tutti i dati raccolti vengono inviati dal suo smartphone a un database. A disposizione degli idrologi, che studiano il movimento, la distribuzione, la chimica e la biologia dei corsi d’acqua. Ma ci sono davvero così tanti citizen scientists in potenza, pronti a indossare gli stivaloni ed entrare nei torrenti e nei laghi? Decisamente sì.
Solo negli USA, circa 27 milioni di persone praticano la pesca ricreativa su corsi d’acqua e laghi
Rincara la dose Tim van Emmerik della Delft University of Technology, co-autore della pubblicazione. “Immaginate se tutti loro fossero dotati di stivali con il sensore per la temperatura! Si tratterebbe di un flusso costante di dati nuovi e accurati, da usare per stimare la qualità e la quantità dell’acqua, gli hotspot della presenza di pesci e lo stato complessivo dell’ecosistema”.
I ricercatori sono pronti a coinvolgere nel monitoraggio appassionati di pesca, gruppi che si dedicano alla conservazione e studenti, in modo da far indossare gli stivali a più citizen scientist possibili. “Non è più una cosa rara coinvolgere le comunità nella raccolta di dati scientifici”, conclude van Emmerik, “che si tratti di studenti o pescatori, studi come il nostro dimostrano che chiunque può essere uno scienziato”, a modo suo. E anche in Italia comincia a muoversi qualcosa.
Crediti foto: Tim van Emmerik; Pixabay