Una concatenazione di errori ha portato l’agenzia spaziale ad abbandonare il sacchetto originale di Neil Armstrong, che ora va all’asta: ai privati di solito non è permesso comprare campioni lunari, ed è per questo che Sotheby’s si aspetta una quotazione da capogiro
Se siete appassionati di Spazio, il prossimo 20 luglio avrete un’occasione unica: la possibilità di avere della vera sabbia lunare, raccolta da Neil Armstrong in persona. In occasione del quarantottesimo anniversario dall’approdo dell’uomo sulla Luna, infatti, la casa d’aste newyorkese Sotheby’s metterà in vendita al miglior offerente un sacchetto bianco contente un “Lunar Sample return”, cioè un campione di sabbia lunare. Secondo Sotheby’s il sacchetto potrebbe raggiungere quotazioni molto alte, fino a 4 milioni di dollari. I proventi della vendita, però, non andranno alla Nasa. Sembra che qualche anno fa l’agenzia spaziale americana abbia messo all’asta il campione lunare per sbaglio, insieme ad altri oggetti legati alle missioni di esplorazione. Perdendolo per sempre.
Sabbia lunare all’asta
Come si può vedere dal sito di Sotheby’s, il sacchetto è una semplice borsetta bianca che Neil Armstrong ha riportato dalla sua missione con l’Apollo 11 nel 1969. «Il lotto-star della vendita a tema sulle esplorazioni spaziali, – si legge nel portale della casa d’aste – la sola reliquia di questo tipo disponibile per la proprietà privata, eccezionalmente rara». Sotheby’s non sbaglia a usare toni entusiastici. La NASA, infatti, non permette a nessuno di possedere campioni lunari, ed è proprio per questo che Sotheby’s si aspetta che il sacchetto di Armstrong, con i suoi preziosissimi granelli di sabbia, raggiunga cifre da capogiro durante l’asta del prossimo 20 luglio.
Un sacchetto conteso
Ma come è possibile che l’agenzia spaziale americana abbia “perso” un campione così importante? La storia comincia con il ritorno di Armstrong sulla Terra: l’astronauta consegna il sacchetto agli scienziati dello Houston Lab, ma la NASA sembra averlo dimenticato. Passano gli anni e nessuno si accorge del campione lunare abbandonato, finché questo non viene incluso in un’asta indetta dal governo insieme ad altri oggetti in qualche modo legati alle missioni spaziali. La borsa viene così venduta, due anni fa, a Nancy Lee Carlson, 62 anni, di Chicago, che si aggiudica il sacchetto lunare insieme ad altri lotti, pagando un totale di 995 dollari. Nancy, appassionata di Spazio, che quando era piccola vagava per il lago maggiore del Michigan in cerca di rocce, capisce che il contenuto della borsa potrebbe essere molto interessante e lo rispedisce alla NASA per farlo analizzare.
Una volta accertata la provenienza lunare della sabbia presente nella borsa, l’agenzia spaziale realizza di aver perso per sempre il sacchetto originale di Armstrong e inizialmente rifiuta di restituirlo alla proprietaria.
La signora Carlson, però, non demorde, e porta l’agenzia in tribunale. La corte le dà ragione, e la NASA è stata costretta lo scorso febbraio a restituire il sacchetto conteso.
I proventi dell’asta in una borsa di studio
In un’intervista al Wall Street Journal, un portavoce della NASA ha sottolineato come il sacchetto dovrebbe essere esposto in pubblico in quanto rappresenta un pezzo di storia americana e lo sforzo degli astronauti a favore del progresso dell’esplorazione spaziale. Ma la signora Carlson non ne ha voluto sapere di restituirlo, anche se ha detto a Reuters che donerà una parte del ricavato dell’asta alla sua università, la Northern Michigan University per istituire una borsa di studio. L’asta del prossimo luglio includerà anche oggetti personali degli astronauti, foto autografate, modellini in 3D usati per le esplorazioni. I collezionisti, però, accorreranno soprattutto per un lotto: quella borsetta andata sulla Luna che la NASA aveva dimenticato nei suoi laboratori.