Grazie all’associazione ‘Le impronte del cuore’, al Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta (CISOM) e all’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, i bambini ricoverati in ospedale possono ritrovare il sorriso. Ma ci sono anche tante startup in campo per rendere sereni i piccoli pazienti in Italia, anche l’uso della Realtà Virtuale.
È possibile allo stesso tempo aiutare ed essere aiutati? Lo è, soprattutto quando si parla di bambini ricoverati in ospedale. A dimostrarlo è un intreccio di storie, che vede protagonisti Francesco, un ragazzo di 20 anni con lo spettro autistico, Palma La Bella, presidente dell’associazione ‘Le impronte del cuore’, il Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta (CISOM) e i bambini pazienti dell’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro.
Ma non solo: ci sono tanti altri attori, fra i quali moltissime startup, che hanno lo scopo di supportare i piccoli pazienti negli ospedali, anche attraverso l’utilizzo di App e della Realtà Virtuale.
Regalare sorrisi ai bambini in ospedale
I bambini che devono stare in ospedale percepiscono una realtà differente da quella alla quale erano abituati. Per quanto ci si possa sforzare, i freddi muri, un ambiente che profuma di nitidezza insistente, le persone che indossano quelle singolari divise bianche sono distanti dal calore della propria casa. Eppure, come tutti i bambini hanno il diritto a vivere un’infanzia il più possibile serena e arricchita da qualche sorriso. Lo sa bene Palma La Bella, fondatrice e presidente dell’associazione ‘Le impronte del cuore’, meglio nota dai suoi bimbi come ‘Trilly’: “I bambini hanno diritto al gioco, anche in ospedale. Il bambino percepisce di non essere a casa e il nostro obiettivo è di portare la realtà anche in ospedale, giocando con i bimbi e supportando le mamme. Per noi portare un sorriso è una missione”. La sua associazione, nata in pieno Covid ma che ha visto gli albori iniziali sotto forma di progetti pluriennali per una diversa realtà dalla quale poi si è resa indipendente, si occupa di vari progetti nei reparti di Pediatria, Chirurgia pediatrica e Ematoncologia pediatrica dell’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, regalando sorrisi e frammenti di serenità ai piccoli pazienti ma al tempo stesso ricevendo indietro amore e dolcezza. Spiega Palma: “Dopo essere stata male, ho visto le cose da un’altra prospettiva: dovevo fare qualcosa; e i bambini mi hanno salvato la vita”.
Palma spiega attraverso sorrisi disarmanti la realtà nel reparto di oncologia pediatrica: “In oncologia non si possono ricevere visite e quindi ti aspettano come il pane. Da quando vado in oncologia, credo negli angeli: sono i bambini che ci hanno lasciato. Con il primo bambino volato via avevo un rapporto speciale e da lì ho imparato a credere ai miei angeli. Certo, stai male, ti arrabbi, ti chiedi come sia possibile ma poi capisci che ci sono gli altri da supportare e che non puoi arrenderti, perché ti devi occupare di loro”. Ecco allora, che Trilly racconta qualche dolce aneddoto, richiamando alla mente giochi di finzione nonostante tutto, nonostante possa capitare che qualche piccolo metta le ali e voli nell’infinito; sempre con il sorriso, tra bimbi che hanno la forza e il diritto di voler “inventare” utilizzando oggetti della vita quotidiana e smontando macchinine. Impossibile restare indifferenti.
Quando le siringhe diventano farfalle
Palma e i suoi volontari si occupano anche di accompagnare i bimbi in sala pre operatoria e di rendere la sala operatoria meno spaventosa, come sottolinea Palma: “Le cose che ci spaventano sono quelle che non conosciamo. Bisogna conoscere per non avere paura”. Ecco allora prendere corpo album di fotografie per raccontare ai bimbi dove sarebbero dovuti andare, cosa sarebbe accaduto. Ma non solo: “Usiamo anche una tecnica denominata drammatizzazione del materiale sanitario: le siringhe diventano farfalle, la mascherina si trasforma in paracadute, l’abbassalingua diventa una paletta. In questo modo il bambino familiarizza con il materiale che i medici utilizzano. Gli strumenti reali vengono presentati come giochi, dalle siringhe (senza ago) allo stetoscopio; i bimbi diventano dottori e li utilizzano sui bambolotti o sui volontari! In alcuni casi sugli stessi infermieri! È una tecnica denominata inversione dei ruoli”.
Anche durante la campagna vaccinale i volontari hanno fatto la loro parte: prima con gli adulti e poi con i bambini. E la saletta dedicata ai vaccini ha visto prendere vita durante il periodo natalizio un abete decorato con le mani disegnate dai bambini e successivamente i freddi muri sono stati riscaldati da veri e propri murales fatti da un grande sole di speranza e da alberi con le impronte delle mani dei bambini, perché “tenendoci mano per mano usciremo da questo incubo”.
Francesco: l’autismo diventa risorsa
Le attività dell’associazione stanno riprendendo lentamente dopo il blocco dovuto alla pandemia. La ripresa è segnata però da una grossa novità, che fa capire ancora di più quanto sia possibile aiutare ed essere aiutati allo stesso tempo. Ad affiancare i volontari nel reparto di Pediatria ora c’è Francesco, giovane con disturbo dello spettro autistico e primo a diventare volontario CISOM, nell’ambito del progetto promosso dal Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, SuperAmabili, in collaborazione con ‘Le impronte del cuore’. Spiega Palma: “Francesco è ormai uno di noi, molto popolare in reparto: dolce e affettuoso, si fa voler bene”. Francesco si occupa di giocare con i piccoli pazienti, leggere loro le fiabe e accompagnarli a effettuare esami e prelievi.
Racconta la madre di Francesco, Marika Biamonte, anche lei volontaria del CISOM: “Sono molto contenta di ciò che sta accadendo e che dà la possibilità di aprire le braccia a chi ha bisogno e ai ragazzi che chiedono di essere inseriti. È segno che è cambiato il modo di vedere delle persone. Io da sempre ho cercato di normalizzare la vita di Francesco, adeguando i contesti attorno a lui. Questo progetto sta dando la possibilità di raggiungere un duplice scopo: aiutare Francesco e aiutare i bambini, mostrando quanto le persone con disturbo dello spettro autistico possano integrarsi e aiutare”. Già. Perché mentre Francesco regala sorrisi ai bambini, loro regalano a Francesco la voglia di mettersi in gioco e di relazionarsi. Francesco è un ragazzone alto 1.90, affettuoso e accogliente, che sa giocare e inginocchiarsi all’altezza de bambini. E loro percepiscono tutto il suo affetto, lo chiamano per giocare, si fidano. Spiega Marika: “Questa attività normalizza Francesco anche agli occhi degli adulti. Vederlo tornare a casa soddisfatto per quello che ha fatto per me è una grande conquista. Il mio augurio è che lui continui a stare bene, che si impegni in questo progetto che lo fa tornare a casa con il sorriso e che questa attività si possa estendere anche ad altri”.
Solidarietà e tecnologia: startup in campo per i bambini
Oltre alle associazioni, di cui abbiamo riportato una delle tante storie legate a esse, in campo scendono anche numerose startup che hanno l’obiettivo di cercare di rendere la permanenza nei reparti pediatrici il più serena possibile. Gli ospedali si trasformano in luoghi incantati e con la presenza di pozioni magiche che conferiscono suer poteri ai bimbi, che diventano super eroi grazie all’App ‘Super Poteri‘, nata dalla startup Brave Potions. Il bimbo è guidato da maghi medici e altri personaggi in un’avventura fantastica dove i trattamenti medici non fanno più paura.
Poi c’è TOMMI, sviluppato dalla Softcare Studios. TOMMI è un gioco in realtà virtuale che aiuta i piccoli pazienti, inclusi gli oncologici, a ridurre lo stress dovuto alle cure mediche e limitando le emozioni negative attraverso l’immersione in ambienti di fantasia e in simpatici giochi.
Tutta al femminile è la startup Mission Empathy, che ha come missione principale il recupero del benessere dei bambini malati. Fra le attività, un gioco in realtà aumentata che permette l’interazione e laboratori di varie tipologie, dall’arte alla scienza allo yoga. Spazio dunque alle emozioni positive.
Il cerchio si chiude in un incontro tra le unicità di ciascuno e tutti, che diventano risorse: le unicità dei bimbi, dei loro genitori e di tutte quelle realtà che ogni giorno si impegnano per supportare i piccoli pazienti e che in cambio ricevono sorrisi. Perché quando le mani di ognuno di noi si intrecciano, nasce il potere di regalare forse il dono più prezioso: l’opportunità di creare desideri e speranza.