Nate per aiutare gli sportivi ora queste bottiglie hanno attirato l’attenzione di associazioni che aiutano le popolazioni colpite da siccità. Fontus, in maniera veloce ed efficace, trasforma l’aria in acqua sfruttando il principio della condensazione (e usando mini-celle solari).
Science Tech
Con MI Guitar imparare a suonare la chitarra non è mai stato così facile. Basta un’app e premere i tasti al momento giusto. Il progetto ha già raccolto oltre 250mila dollari su Indiegogo e convinto 1000 persone a sostenerlo. E in più piace anche a Matthew Bellamy dei Muse.
Grazie ad una tecnologia particolare, la “thermal imaging” un gruppo di scienziati americani sta studiando le abitudini notturne delle balene, a oggi per buona parte sconosciute. Ecco come tecniche innovative possono aiutarci a comprendere il mondo.
Il prototipo in questione vuole regalare una percentuale di ricarica al nostro smartphone scarico. È pensato per i momenti di vera emergenza: ovunque e in ogni momento. Il sistema, eco-friendly, permette di ricaricare fino a 6 dispositivi in contemporanea.
Tim Peake, in missione sulla Stazione Spaziale Internazionale, correrà oggi la maratona di Londra su un tapis roulant e servendosi di un’app per seguire e monotorare il percorso. L’astronauta, che si prepara da mesi per l’evento, tenterà di entrare nel Guinness dei Primati.
Micheal Carruth sta sviluppando delle mini-turbine eoliche, ad alta efficienza. Per il suo progetto, supportato dall’Università del Colorado, si è ispirato dalle nuvole e dai corsi d’acqua.
Irukatact è un guanto hi-tech che imita la capacità dei delfini di usare il sonar per rilevare gli ostacoli. In Giappone ha già dato una grande mano in casi di emergenza aiutando a salvare delle vite
Ruggie è una sveglia speciale, a forma di tappetino, che ti costringe ad alzarti dal letto anche se non vuoi: per spegnerla, infatti, devi calpestarla. Il prototipo arriverà dopo l’estate e aiuterà i dormiglioni a iniziare prima la giornata.
Alla Cornell University sono riusciti a piegare fogli di grafene come fossero origami. È una tecnica che permetterà di costruire circuiti tridimensionali piccolissimi ma che potrebbero cambiare il mondo della robotica (e non solo).
È l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena il primo centro medico specializzato in impianti ossei stampati in 3D grazie alla collaborazione di due aziende tutte italiane. Una tecnologia in grado di salvare la vita a migliaia di pazienti e di migliorare la qualità degli interventi.