La navicella che sfrutta le radiazioni solari è partita ieri da Cape Canaveral per i primi test nello spazio. Nye, l’uomo a capo del progetto, è il divulgatore scientifico che ha mostrato al Presidente Obama come fare i selfie.
Si chiama Light Sail e ci porterà oltre il sistema solare. Il progetto è di William Sanford “Bill” Nye, uno dei più importanti divulgatori televisivi degli Stati Uniti. La sua è una carriera ampia e ricca di sfide. È un ricercatore, un “comedian”, un ingegnere, un insegnante, un autore e conduttore di programmi di successo come “Bill Nye The Science Guy”.
Il Selfie con Obama
Nel 2014, alla Casa Bianca, in occasione del primo festival di film girati da ragazzi, ha incontrato il Presidente Obama scattando uno dei selfie più noti al mondo, arrivando anche a insegnargli qualche piccolo trucco. Quell’auto-scatto, fatto insieme a Neil Degrasse Tyson, fu “un grande momento per la scienza” (come scrisse lo stesso Nye sui social) e divenne leggenda. Ma, oltre a tutto ciò, Nye è anche CEO di The Planetary Society, un’associazione no-profit che si prefigge il compito di informare ogni cittadino sui traguardi raggiunti nell’esplorazione dell’universo.
Cos’è Light Sail
Light Sail è una piccola navicella spaziale mossa da energia solare, la miglior fonte in assoluto perché gratuita e naturale. Il progetto, che ha raccolto oltre 600mila dollari su kickstarter, partirà ufficialmente nel 2016. Sarà un viaggio rivoluzionario che potrà dimostrare come sia possibile spostarsi nello spazio senza per forza dipendere dalla propulsione a carburante. Ma il primo vero test di volo è avvenuto ieri, in diretta streaming, da Cape Canaveral, in Florida. Light Sail è arrivata nello spazio grazie al razzo “Rocket V” per raccogliere informazioni e testare la propria tecnologia. Un primo lancio, avvenuto senza intoppi, a cui hanno assistito milioni di persone. Un’emozione vera. Un successo pieno.
Come funziona Light Sail
Si tratta di una sorta di vela che sfrutta i fotoni della radiazione solare. Questi fotoni, pur non avendo massa, posseggono quello che gli scienziati chiamano momentum (quantità di moto): sono cioè in grado, se raccolti in numero sufficiente, di spingere un oggetto nello spazio. Lo stesso processo, per fare un esempio, compiuto dal vento nei confronti di un veliero in mare. Light Sail, una volta in orbita, libererà la sua vela sottile (4,5 micrometri di spessore per una superficie di 32 metri quadrati) per catturare questi fotoni e spostarsi in varie zone del sistema solare.
Costi e ricorsi storici
Sul sito della fondazione è possibile monitorare costantemente il viaggio preliminare di Light Sail. Grazie agli aggiornamenti da parte degli ingegneri che curano la missione, si possono iniziare a leggere i dati telemetrici che vengono inviati dalla navicella. Il progetto è costato quasi 6 milioni di dollari e la campagna crowdfunding ha come obiettivo quella di raccogliere gli ultimi fondi necessari per completarla e per divulgarne il verbo in tutto il mondo.
La scelta del 2016 come data per il lancio ufficiale non è stata dettata dal caso. In quell’occasione si festeggeranno i 40 anni dell’annuncio, il primo in assoluto, delle possibilità concesse da questa tecnologia innovativa. Una tecnologia spiegata da Carl Sagan, uno dei più importanti astronomi del ‘900 e fondatore della Planetary Society, nel 1976 al Tonight Show. Da allora queste “vele solari” sono state testate dalla Nasa e non solo, ma nessuno ci ha puntato come Nye e il suo team.