L’azienda britannica è pronta a lanciare sul mercato delle calzature anfibie in collaborazione con Bloom Foam. Sono le prime al mondo prodotte a partire dalla vegetazione delle acque inquinate
Ci aveva già provato qualche mese fa l’Adidas con le sue UltraBOOST Uncaged Parley, sneakers realizzate con i rifiuti presenti negli oceani. Ora è il marchio britannico Vivobarefoot a lanciare la prima sneaker al mondo fatta interamente di alghe. Vivobarefoot è l’azienda di proprietà di Galahad Clark, settimo erede della famiglia Clarks. Insomma, uno che di scarpe se ne intende. Per realizzare la sua linea di calzature anfibie Ultra III ha chiesto aiuto alla Bloom Foam, un’azienda di San Diego che si occupa di materiali innovativi ed ecologici.
Comode, flessibili e green
Il materiale con cui sono prodotte – una particolare schiuma – viene ottenuto mediante un processo di lavorazione e trasformazione delle alghe raccolte negli stagni e nei laghi, soprattutto corsi d’acqua inquinati e a rischio di sovraccarico algale. Le alghe vengono trasformate in una speciale schiuma chiamata EVA, che sta per Etilene Vinil Acetato. Si tratta di una materia plastica fatta di etilene e acetato di vinile, che garantisce un elevato livello di elasticità e flessibilità. Dunque le stesse caratteristiche delle classiche sneakers ma con, in più, un’attenzione particolare alla situazione critica dei nostri mari.
L’attenzione alla salute del mare
«I rifiuti chimici scaricati nelle acque in particolare contenenti fosforo e nitrati, spesso presenti nei fertilizzanti stanno penetrando nei nostri corsi d’acqua e creano condizioni che innescano la crescita incontrollabile delle alghe», spiegano dalla Vivobarefoot. Le alghe, a loro volta, rilasciano tossine dannose per gli esseri umani e gli animali, oltre a esaurire l’ossigeno nell’acqua e bloccare il passaggio della luce solare, vitale per la sopravvivenza dell’ecosistema marino.
In vendita entro l’estate
Le Ultra III saranno lanciate entro l’estate. Acquistabili tramite il sito ufficiale, verranno realizzate solo nel colore verde alga. «Ogni paio di scarpe aiuterà il ricircolo di 57 galloni di acqua (circa 215 litri, ndr) filtrata nuovamente in habitat naturali e impedirà il rilascio nell’aria dell’equivalente di 40 palloni pieni di CO2», spiega l’azienda. Un duplice vantaggio dunque, per l’utilizzo di un materiale naturale al posto di derivati del petrolio e la possibilità di porre un freno al problema della fioritura di alghe nocive che sta mettendo in crisi gli equilibri degli ecosistemi acquatici del pianeta.