“Silver, altro che influenzati” è il tema della nuova diretta di LIFE, il video-vocabolario della salute promosso da Sanofi Pasteur e realizzato in collaborazione con Startupitalia
“Ogni anziano che viene a mancare è paragonabile a una biblioteca che brucia”. Con questa frase del filosofo e antropologo Amadou Hampaté Ba si è aperta la nuova diretta di LIFE, il video-vocabolario della salute promosso da Sanofi Pasteur e realizzato in collaborazione con Startupitalia. “Silver, altro che influenzati” è stato il tema della decima puntata, dedicata alla generazione degli anziani. Come proteggere le persone più fragili nelle nostre famiglie? Quali sono le responsabilità individuali e collettive, soprattutto in vista dell’ondata influenzale in arrivo, che si sovrappone alla pandemia in corso? Come mantenerci sani il più a lungo possibile?
Queste alcune delle domande che sono state poste agli ospiti, a partire da Valter Longo, Direttore Laboratorio Longevità e Cancro di IFOM (Istituto Firc di Oncologia Molecolare di Milano), professore di Biogerontologia e Direttore del Longevity Institute presso l’USC (University of Southern California di Los Angeles). E’ lui l’ideatore di due neologismi: juventologia e youthspan. La prima parola indica la branca della scienza che si occupa del periodo della vita in cui si è giovani e sani, con la speranza di capire quali sistemi permettono di prolungare questo status, mentre la seconda indica la fase della vita umana caratterizzata da un funzionamento efficiente, non solo sano, a differenza quindi dall’healthspan.
Longevità e dieta “Mima-digiuno”
Ma esiste una… ricetta segreta della longevità? “Innanzitutto i media spargono tanti messaggi contrastanti per quanto riguarda la dieta migliore da seguire”, ha esordito Longo. “Certo è che alti livelli di proteine accelerano il processo di invecchiamento, mentre bassi livelli di proteine si associano a un’estensione della longevità, come dimostrano gli abitanti dell’arcipelago giapponese di Okinawa e quelli della Sardegna o della Calabria, che seguono tradizionalmente un’alimentazione vegano-vegetariana”.
Valter Longo ha poi spiegato le sue ricerche sulla dieta “Mima-digiuno”, frutto di un’accurata ricerca di base e clinica, da sola e in abbinamento alle terapie anti-cancro: una dieta costituita da ingredienti naturali e sani, di cui un individuo si nutre per cinque giorni, senza che il suo corpo riconosca che sta mangiando. Sbagliato però ricorrere al fai-da-te: “Se improvvisato, il digiuno può anche essere dannoso. Ci sono però alcune buone pratiche che si possono seguire anche da soli, come quella di non mangiare per dodici ore, mantenendo sempre gli stessi orari, e di fare l’ultimo pasto tre ore prima di andare a dormire. Assolutamente da non saltare, invece, la colazione”. Infine, il digiuno non è consigliabile agli over 70: “Pensando anche a loro, stiamo però studiando se il digiuno effettuato un paio di volte prima della stagione influenzale possa aiutare il sistema immunitario a funzionare meglio”.
L’influenza che ci aspetta
A proposito di influenza, di cui sono stati accertati i primi due casi nei giorni scorsi, è intervenuto Fabrizio Pregliasco, virologo all’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. Che cosa aspettarsi? “Di sicuro ci sarà una maggiore diffusione del virus rispetto allo scorso anno, quando le rigide misure di distanziamento per la pandemia ci hanno protetto anche dall’influenza”. Ciò che si teme ora è “un colpo di coda del Covid e una miscela con forme influenzali, non distinguibili se non grazie ai tamponi. Purtroppo la variante Delta ha reso l’influenza indistinguibile dal Covid, perché è venuta a mancare una peculiarità che la rendeva riconoscibile, ovvero la perdita di olfatto e gusto nelle persone ammalate”. Fondamentale, allora, ricorrere alla vaccinazione antinfluenzale: “Non solo perché può facilitare la diagnosi differenziale, ma anche perché essa stessa è una patologia che può avere gravi conseguenze, anche se quattro volte meno mortale del Covid”. Vaccinazione antinfluenzale e anti-Covid insieme? “Non c’è nessuna interferenza rispetto all’efficacia e nemmeno un incremento degli effetti avversi”, ha rassicurato Pregliasco.
Vaccini e immunosenescenza: quali strategie
Chi studia in modo approfondito il tema dell’influenza è Stefania Maggi, Dirigente di ricerca CNR dell’Istituto di Neuroscienze, Sezione di Padova-Invecchiamento: “E’ vero che le misure di distanziamento ci hanno protetto, ma hanno avuto altri effetti negativi, come aumento della depressione e della solitudine, soprattutto negli anziani”, ha specificato. “Quello dell’influenza è un problema di enorme portata, perché la maggior parte delle ospedalizzazioni e della mortalità riguarda la popolazione sopra i 65 anni. Non va solo considerata come malattia infettiva in sé, ma anche per l’impatto che ha sulle altre patologie presenti nell’anziano”. Da considerare anche la questione dell’immunosenescenza, ovvero l’indebolimento del sistema immunitario, a causa dell’età, ma anche dello stato di infiammazione causato dalle patologie croniche. Il rischio è che per questa fascia di persone i vaccini possano essere meno efficaci: “Esistono a questo proposito delle strategie specifiche come l’utilizzo di adiuvanti, ovvero sostanze che migliorano la risposta immunitaria di fronte all’antigene, oppure l’alto dosaggio di antigeni rispetto alla quantità standard, in modo da avere un’efficacia di protezione maggiore, che si traduce innanzitutto nella riduzione della necessità di ospedalizzazione”.
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La protezione degli anziani parte dai luoghi di lavoro
Tutelare la salute degli anziani significa anche proteggere le persone che abbiamo a casa dai rischi di trasmissione delle malattie, che spesso si contraggono sul posto di lavoro. Dinamiche che sono state approfondite durante questa pandemia da Alessandro Marinaccio, Responsabile del Laboratorio di epidemiologia Inail: “Dal marzo 2020 sono arrivate oltre 180mila richieste di indennizzo per Covid-19, in seguito a contagio avvenuto sui luoghi lavoro, oltre 750 delle quali con esito mortale”. Interessante è notare il cambiamento nel corso del tempo: “Nei primi mesi della pandemia, tra marzo e maggio 2020, su 100 casi positivi circa 20 nascevano da contagi avvenuti al lavoro. Una dimensione estremamente corposa, che ha coinvolto drammaticamente gli operatori sanitari, in quei mesi sia vittime che vettori del virus”. Il peso della componente occupazionale tra i contagi è andato poi rapidamente scendendo: “Oggi siamo al 3-4%. Questo significa che le misure di contenimento avviate nei luoghi di lavoro con una certa immediatezza sono state, e sono tuttora, fondamentali per la prevenzione e possono essere un modello anche per il futuro. Un fattore altrettanto importante è ora quello del vaccino”.
Influenza e modelli epidemiologici
Lo studio dei big data è stato fondamentale per capire l’andamento della pandemia da Covid-19, come ha confermato Raffaele Palladino, Ricercatore Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università “Federico II” di Napoli: “Abbiamo avuto a disposizione una mole enorme di dati. Uno dei pochi aspetti positivi di questa pandemia è stata la notevole spinta verso la digitalizzazione: un cammino che era stato già intrapreso, ma che si è velocizzato. Con il Covid ci sono state fondamentalmente due novità: i dati sono stati disponibili più velocemente ed è diventato più semplice poterli incrociare”.
Guardando alla stagione influenzale in arrivo, sarà invece un po’ più difficile elaborare i modelli epidemiologici: “Dato che è una malattia dall’andamento stagionale, è importante poter fare un confronto con l’anno precedente, ma in questo caso non abbiamo molte informazioni a disposizione perché, come si è detto, l’inverno scorso le misure di contenimento hanno protetto anche dalla diffusione dell’influenza. Per elaborare un modello matematico robusto avremo quindi bisogno di un periodo di osservazione un po’ più lungo. Non passerà comunque troppo tempo perché molte informazioni ci arriveranno dai Paesi del Nord Europa, dove la stagione influenzale inizia prima”.
Anziani e startup
Quando si parla di anziani, anche la tecnologia può venire in soccorso. Parola di Guido Magrin, Ceo & Co-founder di Teiacare, startup nata per portare sul mercato un software basato sull’intelligenza artificiale, che migliora il lavoro all’interno delle Residenze sanitarie assistenziali. “Siamo partiti tre anni e mezzo fa in un contesto molto diverso, che non potevamo immaginare come si sarebbe evoluto”, ha raccontato. “Il Covid ha duramente colpito le Rsa, sia gli ospiti che il personale. Oggi c’è una grave carenza di risorse umane e la tecnologia, in questo caso l’AI, può offrire una soluzione immediata. Quello che fino a due era fa era innovazione improvvisamente è diventato necessità”.
Come cambia la R&S
Dal confronto tra gli ospiti di LIFE è emerso quanto scienza, tecnologia, dibattito scientifico e Ricerca&Sviluppo siano settori sempre più legati l’uno all’altro: “Colpisce la concretezza di risultati e di azioni correttive che sono state messe in atto su scala nazionale e internazionale di fronte all’emergenza sanitaria”, ha sottolineato Mario Merlo, General Manager di Sanofi Pasteur. “La stessa ricerca clinica ha subito un’evoluzione legata al bisogno. Il settore R&S di Sanofi, per esempio, ha supportato trial clinici per la cosomminstrazione del vaccino antinfluenzale e di quello anti-Covid, una necessità che evidentemente il piano vaccinale non richiedeva fino a due anni fa”.
Quella della campagna antinfluenzale è una partita complessa, da giocare il più possibile in anticipo: “Per la programmazione industriale è fondamentale avere dati e informazioni in tempo reale, in modo da poter pianificare al meglio. Il ciclo produttivo dei vaccini è molto lungo: basti pensare che adesso stiamo già pensando alla produzione 2022-2023. Nel corso della pandemia abbiamo notato però un miglioramento: la maggior parte delle Regioni, in vista dell’influenza in arrivo, ha cominciato a muoversi con notevole anticipo, agevolando così il tema dell’approvvigionamento”. Giocare d’anticipo, insomma, per essere più efficaci, curare meglio ed evitare sprechi.
L’appuntamento di LIFE è stato moderato da Giampaolo Colletti e Anna Gaudenzi, mentre gli spunti visual (anche in questo articolo) sono opera del disegnatore ed esperto di tematiche scientifiche Giulio Pompei.