Qual è l’impatto dell’influenza oggi? Come sorvegliare il fenomeno? Startupitalia ne ha parlato con Caterina Rizzo, dirigente medico dell’ospedale Bambino Gesù di Roma
“L’influenza è associata a un’elevata morbidità e mortalità: causa ogni anno da 3 a 5 milioni di casi di infezioni gravi e tra i 290.000 e i 650.000 decessi. In Europa, nello specifico, secondo il Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC), in media sono circa 40 mila le persone che muoiono prematuramente ogni anno a causa dell’influenza. E il 90% di questi decessi si verifica in soggetti di età superiore ai 65 anni, specialmente tra coloro che soffrono di patologie croniche”.
Caterina Rizzo, Dirigente Medico dell’Area Funzionale Percorsi Clinici ed Epidemiologia dell’Ospedale Bambino Gesù, IRCCS – Roma, analizza per Startupitalia la stagione influenzale in corso, anche rispetto a quelle passate, per tracciare un quadro completo dell’impatto clinico, sociale ed economico e per definire le strategie di sorveglianza del fenomeno.
Qual è l’impatto clinico dell’influenza attualmente?
“Per quanto riguarda la stagione influenzale in corso in Italia, secondo quanto riferito dal Rapporto epidemiologico N. 1 per la stagione influenzale 2021-2022 (pubblicato dal sistema di sorveglianza InfluNet l’11 novembre 2021 che riporta i dati dal 1 al 7 novembre 2021) c’è stata una brusca partenza della curva delle sindromi simil-influenzali. Nella 44esima settimana del 2021 infatti, si è osservata un’incidenza pari a 3,5 casi per mille assistiti”.
Quali le differenze rispetto al passato?
“Nella stagione influenzale precedente (2020/2021) invece, nessun virus influenzale è stato isolato nella popolazione italiana e nessun caso grave di influenza è stato riportato dal sistema di sorveglianza. In generale, durante la stagione 2020/2021 i casi di influenza stimati sono stati circa 1.478.000, un numero molto più basso rispetto al 2019/2020 quando, nell’arco dell’intero periodo di monitoraggio, l’influenza aveva colpito oltre 7 milioni e mezzo di persone. Le possibili spiegazioni dell’assenza di circolazione dei virus influenzali nella stagione 2020/2021, ovvero nel contesto della pandemia da COVID-19, possono dipendere dalla memoria immunitaria, dalla competizione virale, dal distanziamento sociale e dalla maggiore copertura vaccinale antinfluenzale raggiunta nella popolazione. Il vaccino influenzale infatti, costituisce ad oggi lo strumento più efficace per evitare l’influenza e per ridurre i rischi ad essa correlati”.
Quale invece l’impatto a livello sociale?
“L’influenza non comporta solo costi sanitari diretti, ma anche costi indiretti per svariati milioni di euro a causa delle assenze dal lavoro e della mancata produttività. L’interruzione dell’attività lavorativa e l’assenteismo, infatti, hanno come conseguenza un mal funzionamento dei servizi essenziali”.
L’influenza ha anche conseguenze di tipo economico: in che modo? Quali le cifre?
“Il calo delle coperture vaccinali precedente alla pandemia da COVID-19 ha sempre determinato, durante il picco epidemico annuale, un preoccupante aumento degli accessi al Dipartimento Ospedaliero d’Emergenza e Accettazione (DEA) e dei ricoveri per complicanze respiratorie. Tutto ciò si è tradotto in problematiche gestionali e organizzative e un aumento di costi sanitari diretti. È stato calcolato che in Italia ogni caso di influenza costa circa 330 euro. Complessivamente, il carico ospedaliero totale stimato attribuibile a casi di influenza/simil-influenzali è di circa 37 milioni di euro all’anno”.
Come intervenire?
“Questa consapevolezza dovrebbe offrire interessanti spunti di riflessione per le autorità sanitarie in merito alla gestione ospedaliera e territoriale dei casi di influenza. Un maggiore utilizzo dei test virologici per la diagnosi, associato a una più ampia campagna informativa, orientata ad aumentare la consapevolezza delle potenziali complicanze dell’influenza e quindi dell’importanza della vaccinazione, potrebbe portare ad una riduzione dei casi di ospedalizzazione con un conseguente risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale”.
E’ necessaria una “sorveglianza del fenomeno”: in che modo?
“L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) pubblica settimanalmente i risultati della sorveglianza attraverso il rapporto FluNews-Italia che integra i risultati di differenti sistemi di sorveglianza delle sindromi influenzali. Questo grazie a uno sforzo collaborativo tra ISS, Ministero della Salute e i numerosi operatori sanitari al livello regionale (laboratori di riferimento regionali, referenti regionali) e locale (dipartimenti di prevenzione, MMG e PLS, pronto soccorso e le unità di terapia intensiva). Il razionale della sorveglianza risiede in cinque fattori: stimare la frequenza delle sindromi-simil-influenzali (Influenza-Like-Illness, ILI), le fasce di età maggiormente colpite, l’impatto della malattia sul sistema sanitario e la disponibilità di un vaccino antinfluenzale. I risultati della sorveglianza vengono poi impiegati per stimare sia l’impatto dell’influenza stagionale sia le misure di contenimento e mitigazione applicate.
Quali aspetti vanno monitorati con più attenzione?
“Nell’attuale contesto emergenziale dovuto alla pandemia da COVID-19 diventa di fondamentale importanza sorvegliare le forme gravi e complicate di malattia dovute ai virus influenzali e al SARS-CoV-2. Pertanto, è stato richiesto di effettuare, al momento del ricovero, i test di laboratorio per l’identificazione dei virus influenzali, inclusa la sottotipizzazione per A(H1N1)pdm09 e A(H3N2) e del SARS-CoV-2, a tutti i pazienti con SARI (gravi infezioni respiratorie acute) e con ARDS (sindrome da distress respiratorio acuto) ricoverati in unità di terapia intensiva e/o sottoposti ad ECMO (ossigenazione extracorporea a membrana)”.
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